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Corsa all’ultima spiaggia

Interventi inadeguati e omissioni delle amministrazioni regionali rischiano di compromettere anche la stagione turistica delle zone costiere dello Stivale. Da Nord a Sud, tutte le rive colpite dal fenomeno erosione

Le coste italiane sono all’ultima spiaggia. E non è una metafora, bensì un serio problema che interessa da anni gran parte dello Stivale e torna d’attualità a ridosso del periodo estivo e della stagione turistica. Da Nord a Sud, dal mar Ligure allo Jonio, sono infatti tante le rive colpite dal fenomeno dell’erosione causata dalle mareggiate e dall’incuria umana, colpi mortali per l’ecosistema prima che per gli albergatori. Tra i numerosi casi che preoccupano i consigli comunali, i bagnini e gli ambientalisti, c’è quello rappresentativo di Metaponto Lido, dove a inizio anno è montata la protesta degli operatori turistici che si sono incatenati sul campanile del vicino centro lucano di Bernalda per protestare contro l’inadeguatezza delle misure apportate dalle istituzioni per una delle zone costiere più belle e frequentate del Mediterraneo. Nessun passo in avan ti sostanziale, però, nel corso dei mesi: anzi, secondo quanto affermano due consiglieri della Regione Basilicata, la situazione è addirittura peggiorata. L’operazione di salvataggio dell’arenile di Metaponto sarebbe avvenuta con materiali non idonei alla morfologia dell’area, tanto da esserci le condizioni per chiedere lo stato di calamità e l’intervento della Protezione Civile. Ad acuire il problema mareggiate, presente sin dagli anni ‘70, c’è l’uomo e la sua scarsa lungimiranza: dighe e sbarramenti per fini agricoli, industriali e domestici, cementificazioni degli alvei, estrazione degli inerti e la costruzione di un porto alla foce del Basento. Basta spostarsi di qualche centinaio di chilometri per arrivare a San Cesareo, a due passi da Lecce. Qui le mareggiate recentemente abbattutesi sulla Puglia hanno trascinato in fondo al mare metri cubi su metri cubi di sabbia e reso impraticabili le spi agge, arrivando a minacciare anche le cittadi-ne di Gallipoli, Otranto e la costa più alta e rocciosa, con frane nella falesia sul versante adriatico. Passando al Tirreno, non farà affatto piacere agli abituali frequentatori la sorte di un luogo simbolo: il locale Ultima spiaggia, situato alla foce del Chiarone, sul litorale di Capalbio fra Lazio e Toscana. La progressiva erosione della spiaggia sottostante sta mangiando l’edificio, davanti al quale si è aperta una vera e propria voragine. Si è ipotizzata una barriera protettiva contro le maree, ma è soltanto una soluzione provvisoria: l’intervento migliore resta quello del ripascimento, operazione che in talune regioni sta avvenendo a grande rilento rispetto all’imminenza dell’estate. Come in Abruzzo, dove gli esercenti hanno denunciato a più riprese il palleggiamento delle competenze tra Regione e comune di Pescara. Di mezzo c’è però un “intralcio” ambientale: la presenza d i una specie protetta di volatile, il fratino, che nidifica nell’arenile della Madonnina, sito da cui si contava di prelevare la sabbia necessariaalla riqualificazione. Altrove, nel Ponente ligure, le cose si stanno muovendo più in fretta: per sanare i danni provocati dalle scorse mareggiate (e, a ben vedere, dall’ampliamento dell’Aurelia) sono stati investiti dalla Regione 4 milioni di euro, in particolare per dare nuove spiagge alle mete turistiche di Vesima e Voltri.

Diego Carmignani
TERRA

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