Il presidente Mario Pietracupa è stato ospite a Madrid del Centro Studi Terra Molisana. àˆ stato concordato un programma di attività  per il 2010.

Dopo la trasferta del 22 aprile scorso di Casa Italia della Fidal nella quale il Molise ha ricoperto un ruolo importante come promotore di importanti prodotti dell'economia regionale, è venuto a Madrid Mario Pietracupa, ospite del “Centro Studi Terra Molisana” presieduto da Giuseppe Di Claudio.

Il politico molisano, giá presidente dell'assemblea del Consiglio regionale, ha partecipato a diversi incontri preparatori di eventi che si svolgeranno nel corso del 2010.

Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia” . Come è già stato reso noto, l'edizione 2010 del premio dedicato alla penna più importante del giornalismo molisano si svolgerà a San Paolo del Brasile con una serie di eventi legati al mondo della carta stampata. La novità è rappresentata da un'originale esposizione di “prime pagine” di giornali italiani pubblicati all'estero dal 1700 ad oggi. Il premio “Scardocchia” sarà arricchito da una manifestazione eno-gastronomica di eccellenze italiane coordinata dai molisani all'estero e da u cortometraggio su “Gaetano Scardocchia, un molisano per le vie del mondo”.
Il presidente Pietracupa ha riconfermato al comitato organizzatore il suo impegno perché il premio internazionale “Gaetano Scardocchia” contribuisca alla valorizzazione della realtà molisana nel mondo.

Durante la visita a Madrid il presidente Pietracupa ha avuto modo di visitare lo studio dell'artista italo-argentina Natalia Sisto alla quale il Centro Studi Terra Molisana ha commissionato un'opera in bronzo che ricordi il ruolo della donna nell'emigrazione italiana. Il presidente ha avuto modo di visionare il bozzetto ed ha offerto alcuni contributi per meglio inquadrare il tema che si vuole imortalare nel monumento. Pietracupa ha anche assicurato che l'opera sarà ospitata in Molise, in una realtà locale da individuare che ha offerto contributi umani significativi all'emigrazione italiana all'estero.

Sul ruolo della donna nell'emigrazione italiana, il presidente Pietracupa ha avuto modo di discutere con Almerino Furlan, presidente dell'Intercomites Spagna e coordinatore nazionale Spagna del PdL. Il presidente Furlan ha assicurato la collaborazione del Comites di Madrid per la celebrazione di un evento da tenersi in Molise, sul ruolo della donna nell'emigrazione italiana, un aspetto del fenomeno migratorio, a lungo sottovalutato dagli studiosi di storia contemporanea e sicuramente ruolo preminente rivestito dalle donne durante la cosiddetta “Grande Emigrazione”

Come è noto, si era a lungo pensato che la necessità di emigrare avesse riguardato quasi esclusivamente l’universo maschile con le donne costrette a rimanere a casa ad aspettare. In realtà le cose non andarono proprio in questi termini. Le statistiche sui flussi migratori dei primi del ‘900 ci dicono che su 14 milioni di espatri le donne rappresentarono una percentuale che poteva variare dal 20 al 40 % delle partenze, a seconda delle fasi storiche e delle necessità contingenti, ma per avere un panorama più adeguato alle realtà dell’emigrazione femminile, non si deve, tuttavia, dimenticare che una grossa fetta di emigrazione maschile aveva un carattere temporaneo, con ripetuti periodi di lavoro all’estero a cui seguivano lunghi rientri in patria.

Questo comportamento, se considerato nella giusta prospettiva, fa comprendere come, in realtà, l’emigrazione femminile avesse una consistenza ben maggiore: una donna che lasciava il proprio focolare spesso, molto spesso, lo faceva per raggiungere gli uomini al di la dell’oceano (padri, mariti, fratelli, figli) e restare accanto a loro in maniera definitiva. Oltre al ruolo nell’emigrazione attiva, le donne furono protagoniste, loro malgrado, anche quando rimasero al paese ad aspettare. In questo caso il loro compito non fu affatto secondario: bisognava, in primo luogo mandare avanti, da sole, la famiglia, la casa, la terra, occupazioni usuali per una donna, ma si aggiungeva a gravare ancor più, la raccolta della legna (Mieli 2005)l’amministrazione dei pochi beni rimasti in seguito all’acquisto del biglietto del piroscafo e, soprattutto, la gestione del denaro delle rimesse.

L’improvvisa disponibilità economica, unita ai nuovi ruoli sociali ereditati in seguito alla partenza degli uomini, consentì alle donne di acquisire un certo livello di emancipazione impensabile in precedenza. Le mogli e le madri degli emigranti presero, infatti, a frequentare botteghe, uffici postali, banche ed enti pubblici portando una ventata di novità nella ristretta società rurale dell’epoca (e sovente, anche scandalo e maldicenze). Le donne che, invece, vissero in prima persona l’esperienza migratoria, spesso andarono incontro a una vita non molto dissimile a quella che avevano lasciato in patria: la maggior parte di loro raggiunse i propri uomini per continuare a rivestire il solito ruolo di madre, di moglie, di amante. In questo caso l’emancipazione fu più difficile ma non impossibile.

Di questa tematica si è fatto carico il Centro Studi Terra Molisana di Madrid al quale il presidente Pietracupa ed il presidente dell'Intercomites Spagna Almerino Furlan hanno assicurato la collaborazione necessaria perché l'evento si celebri in Molise in tempi brevi.

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