PdL, Rivoluzione dei berlusconiani: nasce la corrente del Presidente

di Francesca Toscano

TITOLARE DELLA FARNESINA Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è alla guida dei Berluscones, insieme al ministro Gelmini: è pronta la corrente del Presidente

Gli incontri vanno avanti da diverse settimane. Ad alcuni di questi incontri hanno partecipato anche parlamentari eletti all'estero con il PdL. I ministri Frattini e Gelmini alla guida dei Berluscones doc che non vogliono cedere a Fini o alla Destra identitaria dei colonnelli. A giugno la convention per il battesimo ufficiale. Ecco tutti i dettagli, raccolti da Italiachiamaitalia.com

Roma – I berlusconiani hanno alzato la testa e cominciato ad organizzarsi. Sono stanchi delle uscite di Fini e dei suoi, infastiditi dalle prese di distanza del presidente della Camera verso il premier e delle posizioni che l’ex leader di An, in aperto contrasto con la linea politica tracciata dal Pdl, porta avanti attraverso Fare Futuro, Generazione Italia e ora anche con una corrente di deputati in Parlamento. Ma gli ex di FI non si sentono accerchiati solo dai finiani: a soffocarli, in qualche modo, c’è anche la Lega, alleato prezioso ma allo stesso tempo coinquilino invadente. Una situazione insostenibile a cui un gruppo all’interno del partito di governo ha deciso di mettere un argine.
Dopo poco più di un anno dalla fusione fra An e Fi nel Pdl, i fedelissimi del premier hanno scelto di invertire la tendenza politica all’interno del partito che rischia il tracollo a causa dei finiani e delle correnti che alimentano. Senza contare che dopo la frattura con Fini, Berlusconi rischia l'isolamento politico, “protetto” dai colonnelli di An che hanno voltato le spalle a Fini e scelto di far parte della maggioranza.

Tremonti superstar, Berlusconi sale al 56, la Lega al 15%. Governo e Pd giù.
Il Governo perde 2 punti in una settimana, mentre Berlusconi risale al 56%. Secondo un sondaggio di Crespi Ricerche. La Lega ruba al Pdl e raggiunge il risultato record del 15%. Il Pd incassa il suo minimo storico, al 25%. Buona l'idv di Di Pietro che sale all'8,5%. Bene l'Udc. Tra i ministri exploit di Tremonti, che passa dal 46% al 52 % in un mese. Anche se dietro a Brunetta e Maroni, entrambi appaiati al 54%.
Secondo le informazioni raccolte da Italiachiamaitalia.com, rumors interni al Pdl riferiscono che nel Club della Libertà romano, presieduto dall’on. Mario Valducci, ci sarebbero state diverse riunioni di “berlusconiani doc”, con un gruppo sempre crescente di partecipanti. L’ultimo incontro risale a martedì, con una quarantina fra deputati e senatori e alcuni personaggi politici di primo piano. Oltre al padrone di casa, Mario Valducci, storico berlusconiano e co-fondatore di FI, presenti il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Paolo Romani, gli onorevoli Deborah Bergamini, Isabella Bertolini, Alessio Bonciani, Roberto Tortoli, Daniele Toto, Maurizio Bernardo e Giorgio Stracquadanio. Pare che anche i ministri Frattini e Gelmini siano usciti allo scoperto e abbiano partecipato alla riunione presieduta da Valducci. Il titolare della Farnesina da tempo partecipava agli incontri, mentre la Gelmini ha debuttato martedì, inviando alle precedenti riunioni Bernardo, e ha messo a disposizione dell'iniziativa la fondazione Liberamente a lei collegata. Fra gli altri anche i senatori Romano Comincioli, Cosimo Izzo, Antonio D'Alì, e due forzisti eletti all’estero: l’onorevole Guglielmo Picchi e il senatore Raffaele Fantetti.

Il dictat è un “no” chiaro e deciso all’attuale situazione all’interno della maggioranza di governo. Basta essere subalterni alla Lega, stop alle posizioni degli aennini. Insomma, i forzisti rivendicano un ruolo attivo e partecipe non solo nelle decisioni di governo ma anche nelle strategie politiche da portare avanti insieme al loro leader. A far scattare l'azione dei “Berluscones” non è stata soltanto la recente frattura fra il Premier e il cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini, con tutto quello che ne è seguito. A quanto pare le riunioni in via Pola sono iniziate molto tempo prima, con cadenza quasi settimanale e hanno portato nel Club presieduto da Valducci una sessantina di parlamentari fra deputati e senatori. L'obiettivo? Non solo la risposta forzista a Generazione Italia, ma anche un preciso piano politico sostenuto dall'attività culturale che andrà a svolgere la Fondazione Liberamente e il rilancio sul territorio dei Club della Libertà. Dunque due le linee di sviluppo, dei sostenitori del Premier: da una parte i club sul territorio per l’azione dei militanti, dall’altra l’elaborazione politica e culturale della corrente attraverso la Fondazione targata Gelmini e il Predellino di Stracquadanio, destinato a diventare l’organo ufficiale del movimento, anche se i berlusconiani ci tengono a precisare che “non si tratta di una corrente – spiega un senatore storico di FI- poiché ci riconosciamo nel Pdl e nell’operato politico del presidente”. Stando ai bene informati presto, probabilmente prima dell'estete, ci sarà il lancio ufficiale, con una convention nazionale a cui ne seguiranno altre regionali e probabilmente anche all'estero.

Una presenza quella del titolare della Farnesina, impegnato nel progetto in prima linea, che rende la dimensione della portata e dello spessore politico dell’iniziativa, sostenuta anche dal ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini.

Per gli aennini non c’è da stare per nulla tranquilli. I motori e le menti non sono dei principianti. Non si tratta di un manipolo di politicanti alle prime armi, ma neanche anacronistici nostalgici che rimpiangono Forza Italia. La fusione era necessaria, ne sono tutti consapevoli, ma ad un anno dal battesimo ufficiale del Pdl, l’analisi politica che ne viene fuori è impietosa, aggravata dallo strappo con Fini in un equilibrio precario che rende solo Bossi e i centristi più forti in un’altalena politica che danneggia il partito in primis, senza risparmiare Berlusconi, che rischia l'isolamento politico appoggiato dai colonnelli di An, legati ad una destra identitaria lontana dalle ideologie forziste. Per queste ragioni nell’appartata sede del Club della Libertà romano si sono tenute le riunioni e nell'ultima è stato deciso che presto si verrà allo scoperto. Tagliati fuori dagli spazi politici, scavalcati dagli aennini e dai leghisti che portano avanti le loro battaglie, senza intermediari, gli ex di FI non sono rimasti a guardare passivamente e dopo la rottura fra il premier e Fini hanno aggiustato il tiro: al crescente malumore nei corridoi di Palazzo Madama e Montecitorio sono seguiti i fatti con un'iniziativa legata al radicamento territoriale del partito, strutturata dalla rete politica e attivistica dei Club della Libertà e all'azione culturale della fondazione vicina alla Gelmini. A garantire la necessaria copertura politica dell’idea, un uomo di immagine e dal grande peso all'interno del governo come Franco Frattini e un ministro dal folto seguito come Mariastella Gelmini, senza contare che c’è una ricca rosa di forzisti, ora in panchina, da convocare sul territorio.

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