Nuova produzione teatrale della Cooperativa massafrese “Teatro Le Forche”. E’ lo spettacolo “La fiaba di Biancaneve” che domenica 23 maggio sarà rappresentato in anteprima nazionale al Teatro Kismet OperA di Bari.
Lo spettacolo, con regia di Carlo Formigoni, sarà portato in scena nell’ambito dello storico festival “Maggio all’Infanzia”, diretto dal Kismet e organizzato dalla Fondazione Città Bambino con spettacoli, laboratori, cinema ed eventi in piazza a Bari, Taranto, Ruvo di Puglia e Ceglie Messapica.
La Compagnia del “Teatro Le Forche”, per la prima volta, partecipa all’importante festival, offrendo agli spettatori l’anteprima della sua nuova produzione “La fiaba di Biancaneve” con Cilla Palazzo, Ermelinda Nasuto, Giancarlo Luce, Silvio Gioia e Salvatore Laghezza. Scene e costumi di Mariella Putignano. Maschere in cartapesta di Lisa Serio, Daniela Giummo e Mariella Putignano. Maschere e pupazzi in gommapiuma di Cinzia De Nisco. Luci Giuseppe Panetti.
Dopo il rodaggio estivo, il nuovo spettacolo sarà portato in scena al Teatro Comunale di Massafra nei giorni 2 e il 3 ottobre 2010.
«Nell’intento di dare ai bambini qualcosa che li possa aiutare nel superamento di tanti complessi che li possono angustiare – spiega il regista Carlo Formigoni – abbiamo scelto una delle fiabe più amate: “Biancaneve”. Come già per altri nostri allestimenti, ci siamo avvalsi dell’analisi che Bruno Bettelheim fa nel suo prezioso libro “Il mondo incantato” (ed. Feltrinelli). Il problema di fondo di questa fiaba risulta essere il narcisismo sia della bambina che della Regina, ma siamo ben consapevoli che questa problematica deve rimanere riservata a noi interpreti e agli adulti che si occupano dell’infanzia, mentre si lascia che la storia parli, con il suo linguaggio simbolico e consolatorio, alla sensibile psiche del bambino».
“…In genere le fiabe 8contina il regista in una sua nota) iniziano quando la vita del bambino è giunta in un certo modo ad un punto morto. In Biancaneve non è una difficoltà esterna come la povertà, ma il rapporto tra la fanciulla e i suoi genitori a determinare la situazione problematica. In Biancaneve gli anni che la fanciulla trascorre coi nani rappresentano il suo periodo di avversità, di problemi da superare, il suo periodo di sviluppo. Poche fiabe aiutano l’ascoltatore a distinguere fra le principali fasi dello sviluppo infantile così nettamente come Biancaneve…. I precedenti anni, completamente dipendenti, sono appena menzionati, la storia tratta essenzialmente dei conflitti edipici fra madre e figlia, dell’infanzia e per finire dell’adolescenza, dando maggior risalto a ciò che costituisce una buona infanzia e a ciò che serve per uscirne…. È il genitore narcisistico quello che si sente maggiormente minacciato dalla crescita del proprio figlio, poiché essa significa che il genitore invecchia. Fintanto che il bambino è totalmente dipendente, rimane, per così dire, parte del genitore, non minaccia il narcisismo del genitore. Ma quando comincia a maturarsi e ad aspirare all’indipendenza, viene avvertito come una minaccia, come succede alla regina in Biancaneve….
Se un bambino non può permettersi di essere geloso di un genitore (cosa che rappresenta una grave minaccia alla sua sicurezza), proietta i suoi sentimenti su questo genitore. In tal caso, l’idea “io sono gelosa di tutti i vantaggi e le prerogative della mamma”, si trasforma nel pensiero dettato dal desiderio “la mia mamma è gelosa di me”. Il senso d’inferiorità, viene difensivamente tramutato in senso di superiorità…. Allora, con un rovesciamento che elimina il senso di colpa, anche questo desiderio viene proiettato sul genitore. Così, nelle fiabe ci sono genitori che cercano di sbarazzarsi del loro figlio, come avviene in Biancaneve”.
Non è possibile liberarsi dell’impatto con i propri genitori e con i propri sentimenti nei loro confronti fuggendo da casa, anche se questa sembra la più facile via d’uscita. Si può (conclude la sua nota il regista) riuscire ad ottenere l’indipendenza soltanto risolvendo i propri conflitti interiori…”