Accade che mentre nel sottofondo di molte case italiane si diffondono verità e documenti che mai più rivedremo, come 10 milioni di euro per una buona, ottima uscita dalla Rai, e Vendola ancora a chiedere dialoghi aperti alla Chiesa, ricevo su Facebook un'accorata segnalazione, la riporto testuale:”Me ne infischio di Sant'Oro e dei suoi deliri. A Milano, al campo nomadi Triboniano, una bimba è rimasta ferita e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata. Il campo è stato chiuso e circondato dalla polizia: nessuno può entrare, nessuno può uscire. PER FAVORE, FATE GIRARE”. Aggiungo il video Triboniano Milano e il link in chiaro
Ed ora veniamo ai Fatti, raccontati dal Corriere della Sera, potete ascoltare i Fatti, mentre leggete, su Onda Rossa:MILANO – Scene di guerriglia urbana in via Barzaghi a Milano, vicino al campo rom di via Triboniano. I nomadi si sono scontrati con le forze di polizia in assetto anti-sommossa e hanno lanciato sassi e bastoni contro gli agenti. Le violenze sono cominciate quando è partita una cosiddetta “azione di contentimento” contro 150 rom che volevano improvvisare una manifestazione che si sarebbe conclusa con un presidio in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, sede dell'amministrazione comunale dove alle 18 doveva tenersi una riunione per discutere dello sgombero del campo, previsto entro il 30 giugno.LO SCONTRO – Gli agenti hanno spiegato che la manifestazione non era autorizzata e che comunque una delegazione avrebbe potuto raggiungere la sede del Comune. A quel punto circa 150 persone sono uscite dal campo e sono state indirizzate dagli agenti in via Barzaghi per l'operazione di contenimento. Qui è cominciato il lancio di sassi e altri oggetti, mentre alcuni rom hanno messo in strada le proprie masserizie: sono state appiccate le fiamme a un furgone e un'auto portate dagli stessi manifestati. La manifestazione era stata indetta dall'assemblea di via Triboniano e sostenuta dal Comitato antirazzista. In serata la situazione è tornata alla normalità. Nel campo vivono circa cento nuclei familiari.FERITI – Ci sono dei feriti: quattro agenti secondo il 118 (non gravi, sono stati portati in ambulanza agli ospedali Sacco e Galeazzi), quindici secondo il vicesindaco De Corato che afferma: «La sommossa organizzata da un centinaio di rom di Triboniano, che hanno lanciato pietre contro le forze dell'ordine ferendo una quindicina di agenti, tra cui anche un vigile, dimostra che gli occupanti sono ancora lontani da una reale volontà di integrazione». Tra i rom ci sarebbero tre feriti. Uno di loro, un bambino, compare in un video girato da testimoni mentre viene portato via in braccio. I nomadi riferiscono che il bambino aveva il volto irritato dal gas lacrimogeno. Un'altra è una bambina di 7 anni che ha una fasciatura al braccio destro: sarebbe stata colpita con una manganellata. Nel video si vede anche un uomo che perde sangue dalla testa, raggiunto anche lui da una manganellata. Dijana Pavlovic, vicepresidente della federazione Rom e Sinti Insieme e testimone diretta degli scontri, ha affermato che «una bimba è rimasta ferita e probabilmente ha un braccio rotto per una manganellata. Il campo è stato chiuso e circondato dalla polizia: nessuno può entrare, nessuno può uscire». Dopo le azioni di alleggerimento per impedire ai rom di via Triboniano di raggiungere piazza Scala le forze dell'ordine avrebbero spinto i nomadi a rientrare nel campo, chiudendone poi tutti gli accessi. Anche agli operatori della Casa della Carità, che svolgono un quotidiano servizio di assistenza in via Triboniano, è stato impedito di entrare nell'accampamento. Secondo alcuni testimoni, gli unici mezzi ammessi sono le ambulanze.LEGA: SGOMBERO – Duro il commento del leghista Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, che chiede «l'immediato e definitivo sgombero» del campo di via Triboniano. «Dopo la guerriglia che si è scatenata – afferma -, credo che il tempo del dialogo con chi non ha alcuna intenzione di integrarsi e conosce solo il linguaggio della violenza sia finito».
Ma questo lo leggerete tutto domani, mentre ce ne sta un altro appena battuto in un blog, che titola: Triboniano. Per evitare il presidio pacifico dei Rom, le forze dell'ordine perdono il controllo e pestano a sangue bambini, donne e uomini Di Fabrizio del Gruppo EveryOne
L'obiettivo del presidio era semplicemente quello di comunicare alle autorità cittadine la piattaforma rivendicativa degli abitanti (qui allegata). Una proposta di accordo che, se accettata avrebbe significato l'abbandono volontario del campo sotto sgombero. Ma percorsi neanche 200 metri uno sbarramento di Polizia bloccava la strada e con fare arrogante intimava ai rom di tornare indietro perché la manifestazione non era autorizzata (falso! dato che erano stati presi accordi precisi con la DIGOS) e spingendo affinché i rom facessero una delegazione di sette persone per andare ad incontrare l'assessore Mojoli. I rom rifiutano la proposta e al primo accenno di proseguire vero il capolinea del 14 parte la prima carica. Come al solito le donne in prima fila, come al solito le vittime non possono combattere: una bambina di due anni ne esce con la faccia segnata dal manganello e parecchie caviglie risultano gonfiate dai calci
Ore 17: dopo un lungo e inutile parlamentare, i rom decidono di tornare indietro, agguerriti più che mai e improvvisano barricate in mezzo alla strada. la manifestazione, nei fatti, si concentra in via Triboniano. La richiesta è sempre la stessa: una risposta alle rivendicazioni unitarie di tutti e quattro i campi sotto sgombero. Anche la risposta è sempre la stessa. Decine di cellulari scaricano agenti, che con ampi cordoni in antisommossa bloccano entrambi gli accessi al campo anche a chi ovviamente stava accedendo dal presidio ormai saltato in centro città
Ore 18,30: Scatta l'ordine di attacco. I cordoni si muovono contro i rom che cominciano ad opporre una forte resistenza. Diverse cariche violente vengono affrontate dagli abitanti del campo. Per ben tre volte l'esercito anti-rom è costretto ad arretrare perché i rom contrattaccano. Ma alla fine numeri e soprattutto violenza armata prevalgono. Lacrimogeni e manganelli costringono i rom all'interno dei campi che continuano a cercare di resistere e contrattaccare.
Da qui in poi non è dato sapere cosa stia davvero accadendo. I solidali che sopraggiungono trovano la strada sbarrata.
Non resta che lanciare un accorato appello ad accorrere verso Triboniano. La resistenza dei rom ha assunto davvero tratti eroici e se oggi la battaglia antifascista riveste un qualche significato e valore universale questo è il momento di dimostrarlo. Il fascismo, sempre di più, è quello dello stato. La resistenza che sgorga dalle viscere della società, è l'unica vera risposta all'altezza della situazione.
Parole al vento? A forza di essere vento… Mai servi nè padroni: si sappia.Niente piega l'Amore e Qualcuno lo canta e lo canterà sempre come quello per Khorakhanè.
Doriana Goracci
p.s. l'articolo è stato scritto con la partecipazione di più mani, grazie.