Calderoli propone una cosa giusta con una finalità  sbagliata

di Giuseppe Valditara

Sono senz’altro d’accordo di tagliare lo stipendio di ministri e parlamentari, ma ovviamente anche di consiglieri comunali, provinciali, regionali, assessori, membri di cda di società pubbliche o affini. Sarebbe ingiusto e dannoso lasciarli fuori.
La finalità sbagliata è tuttavia quella di poter tagliare gli stipendi dei pubblici dipendenti.
E’ sbagliata per due motivi. Il primo perchè se il pubblico impiego ha un costo immotivato sta nei numeri non nelle retribuzioni. Si diceva una volta che i dipendenti pubblici italiani sono più numerosi di quelli americani, di certo, soprattutto in alcuni comparti, sono più numerosi delle medie Ocse.
D’altro canto, tra blocchi del turn over e tagli di organico è già da qualche anno che si va nella direzione di razionalizzare il numero dei dipendenti pubblici. Che restano tuttavia tra i peggio pagati d’Europa. Più in generale, proprio le recenti classifiche stilate dall’Ocse rivelano che i lavoratori dipendenti italiani, sia pubblici che privati, sono quelli con le tasse più alte e le paghe più basse. Dopo aver promesso un taglio delle tasse ora tagliargli la paga sarebbe una vera beffa.
Diverso è il discorso sull’età pensionabile, che è fra le più basse d’Europa.
Ma sono contrario per un altro motivo: se la situazione italiana è così grave, credo che prima di tutto bisogna pretendere che se ne vadano tutti coloro, politici o dirigenti pubblici, che ai vari livelli, si sono arricchiti con la politica in modo illecito o dubbiamente lecito, contribuendo a far sì che il costo degli appalti e più in generale delle spese per acquisti di beni e servizi sia spesso lievitato del doppio o del triplo, gravando il Paese, come ha denunciato la Corte dei Conti, di una tassa aggiuntiva e illecita di 60 miliardi di euro l’anno. Credo d’altro canto che, quando il costo delle infrastrutture stradali e ferroviarie – come ha denunciato il sen. Menardi in un recente convegno – ammonta in Italia a 40 milioni di euro al Km. contro i 15 della Francia e i 14 della Spagna, ci sia stata negli anni quanto meno una cattiva gestione delle risorse pubbliche. Del resto, a fronte di un costo industriale estremamente basso, da sempre in Italia i costi finali risultano esorbitanti. Sarebbe essenziale accertarne le motivazioni perchè questo fenomeno tipicamente italiano abbia fine una volta per sempre. Suggerisco la istituzione di una commissione di inchiesta senza gettoni aggiuntivi per il presidente.
Propongo inoltre che per quei politici che in cambio di qualche tangente abbiano fatto lievitare i costi degli appalti pubblici si istituisca la misura della confisca dei beni per il danno corrispondente arrecato all’erario.
Nel contempo vorrei anche che si riducessero drasticamente tutti i vari membri dei cda controllati da regioni ed enti locali, dimissionando quei furbetti senza curriculum, che politici di ogni colore vi hanno infilato dentro, a spese della collettività.

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