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COMUNITARIA: SANTINI, VIA LIBERA DEFINITIVO A LEGGE

di Carla Isabella Elena Cace

Il Senato, con l'approvazione di ieri, ha detto l'ultima parola sulla legge Comunitaria 2009. Palazzo Madama ha posto fine ad un iter delicato, in particolare a causa della questione relativa alla proroga del calendario venatorio, che ha sollevato non poche polemiche al momento dell'ultimo passaggio a Montecitorio. Il testo della legge comunitaria, composto da 56 articoli, contiene innumerevoli norme Ue da recepire, alcune delle quali con ricadute importanti sulla vita quotidiana dei cittadini. Ascoltiamo in merito il senatore Giacomo Santini, vicepresidente della Commissione Politiche Unione Europee.

Quali sono i contenuti di questa legge, senatore Santini?
“Il testo esamina varie materie: dall'educazione del consumatore al credito alle norme per evitare le frodi commerciali, il cosiddetto “furto di identità”, ma anche quella delle energie rinnovabili, non solo come utopia per il futuro ma come strumento per integrare le riserve di energie tradizionali. Soprattutto per ridurre i costi al consumatore, aumentare le scorte e la sicurezza, nonché garantire la concorrenza sul libero mercato. Per quel che concerne poi il delicato tema della caccia, la questione è stata definita con un compromesso che, come accade sempre, accontenta tutti senza soddisfare nessuno. Il problema è stato risolto nel modo che a me, in veste di vecchio deputato europeo, sta più a cuore: abbiamo evitato le infrazioni comunitarie. Questo è il risultato imminente. Cacciatori e ambientalisti avranno modo di confrontarsi in merito nelle sedi opportune per risolvere i loro problemi”.

Quindi non ci sarà più la “deregulation”?
“No, non ci sarà più. Abbiamo richiamato le Regioni affinché siano più attente alle deleghe per regolamentare questo settore: sia per quanto riguarda i periodi che le modalità di caccia. Non si può, ogni volta che una regione si muove da sola, incorrere in una infrazione comunitaria”.

Come è stato risolto l'altro tema delicato, quello del tetto agli stipendi dei manager?
“Al Senato questo tema è passato con voto quasi unanime in prima lettura. Tutti noi siamo d'accordo sul principio, sul richiamo morale, sul fatto che occorre intervenire. E' stato osservato che in un paese libero tutti hanno la facoltà di remunerare come vogliono ma, proprio perché siamo in democrazia, si può anche criticare e dire, senza demagogia, che c'è gente che muore di fame mentre alcuni manager guadagnano 15 o 20 milioni di euro all'anno. Ieri non è stato approvato l'emendamento solo per il fatto che, in accordo con l'opposizione, si era preventivamente deciso di non presentare modifiche di alcun tipo, altrimenti ci sarebbe stata un'altra lettura alla Camera. Dopo un anno non era possibile continuare con questo “ping pong” tra Camere. Dunque, solo per ragioni pratiche non è stato approvato”.

Cosa cambierà per la Comunitaria con la riforma della legge Buttiglione?
“La legge 11 del 2005, detta “legge Buttiglione”, sarà modificata nei tempi e nelle modalità di passaggio. Vogliamo prevedere meno passaggi e più agilità. Innanzitutto, prevediamo di sganciare la Comunitaria dalla legge sulla appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. Questa comunione di dibattiti rallenta di molto la Comunitaria, che è la legge operativa. Noi ieri abbiamo esaminato una situazione ferma al 2008. Non è assolutamente immaginabile che, con l'Europa che cambia tutti i giorni, noi dibattiamo accoratamente su situazioni già superate”.

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