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Basta ai viaggi dei politici con mogli e compagne

Sentenza Cassazione 18071/2010 della quinta sezione penale: stop al malcostume di alcuni politici di

approfittare di benefici legati agli incarichi ricoperti.

La Cassazione ha detto basta ai furbetti della politica e mette in chiaro che le trasferte vanno fatte solo per ragioni istituzionali e non per fare viaggi con le proprie consorti e compagne. Un tour nelle capitali europee o un week end nelle città d’arte. Viaggi personali con moglie e compagne…pagate però dallo Stato. I politici devono mettere un freno alle trasferte effettuate con le mogli, soprattutto per questioni non istituzionali. Per i “furbetti” si parla di truffe aggravate e falsi ideologici contestati.
Il monito arriva dopo che la Corte si è dovuta occupare di una serie di casi di truffe aggravate e falsi ideologici contestati al sindaco di San Giovanni Rotondo ed ad alcuni suoi assessori, bacchettati dalla Cassazione che con una certa frequenza se ne andavano in viaggio con moglie e compagne a spese del Comune. Gli illeciti, ricostruisce la sentenza 18071 della V Sezione penale, venivano giustificati presentando tabelle di missione in cui indicavano spese sostenute per motivi istituzionali dei diversi tour in svariate città d'Italia tra cui Roma, Milano, Napoli, Firenze, Rimini e Ischia. Sindaco e assessori ottenevano anche il rimborso delle spese dello loro compagne di cui non dichiaravano la presenza limitandosi a presentare fatture maggiorate in relazione al costo di viaggio e soggiorno.
Secondo Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV è una sentenza che costituisce un primo giro di vite contro il malcostume di alcuni politici di approfittare di benefici legati agli incarichi ricoperti.

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