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L’infanzia negata. Negare l’infanzia è uccidere la speranza per il futuro

Su questo argomento ci sarebbe da scrivere migliaia di pagine, ma poi ad ogni rigo che scriverei, la rabbia e lo sdegno mi porterebbe a urlare cose che darebbero molto fastidio e a farmi dei danni, e allora cercherò di non dilungarmi troppo.

La prima cosa che va detta e sottolineata nell’affermazione dell’infanzia negata e l’uso spropositato dell’aborto nelle sue forme chirurgiche o attraverso metodi diversi come la pillola abortiva.
E quindi, va prima di tutto salvaguardato il diritto di nascere del bambino.

“Voglio nascere” disse il bambino “perché voglio giocare con le stelle e sorridere al sole che sorge. Voglio prendere per mano tutti per volare su nel cielo, in alto e vedere dove va a finire la luna quando va a dormire. Mi accompagni anche tu?”

Ora parliamo dei nati, e basta solo pensare, da un censimento quasi preciso, purtroppo in difetto, che sono circa 250 milioni i bambini nel mondo senza futuro. E se questi bambini non hanno futuro l'umanità stessa ne è decapitata.

L'infanzia è un'esperienza brutale per la metà dei bambini del mondo”. Con questa frase l'Unicef (United Nations Children's Fund – Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) presentò il Rapporto 2005 sulla condizione dei bambini nel mondo. E nulla è cambiato da allora, ma, anzi con la crisi economica mondiale la situazione è peggiorata.

La malnutrizione è alla base del 50% delle principali cause di morte per i bambini (infezioni respiratorie, diarrea, malaria, polmonite), inoltre si valuta che un terzo circa del carico totale di malattie presenti nella popolazione mondiale grava sui bambini.

“Quasi tutti i problemi riguardanti la negazione dei diritti all'infanzia, sembrano avere un'unica radice comune: sono le punizioni del reato della povertà”. Quasi, perché purtroppo ci sono altre componenti aberranti che negano l’infanzia, o la condizionano negativamente, che sono lo sfruttamento e l’abuso sui minori. Dunque, allora, uno dei primi problemi da risolvere è la povertà.

L'articolo 12 della “Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia” afferma che i bambini ed i ragazzi hanno il diritto di essere gli attori della propria vita e di partecipare alle decisioni che li riguardano, mettendo in discussione in modo profondo e radicale gli atteggiamenti che danno per scontato che i bambini e i ragazzi debbano essere visti ma non ascoltati.

Una delle cose più riprovevoli per la coscienza umana è l’abuso su chi è più debole. Voglio partire gradualmente su quello che sembra meno devastante, ma ripeto sembra, e cioè lo sfruttamento, inteso come lavoro minorile.

Nelle aree più povere del pianeta, Il fenomeno del lavoro minorile è in quanto sottoprodotto della povertà, ma non mancano casi di bambini lavoratori anche nelle aree dei cosiddetti paesi ricchi e sviluppati..

Spesso la scuola, in questo ultimo caso citato, non riesce a tenere a bada i giovani che la abbandonano perché desiderano avere un certo status sociale, per avere, un motorino o una macchina. E quindi anche per questo motivo i bambini incontrano presto il lavoro.

Ma tra le peggiori forme di lavoro minorile vi è il lavoro di strada, cioè l'impiego di tutti quei bambini che, cercano di sopravvivere raccogliendo rifiuti da riciclare o vendendo cibo e bevande, in particolare nelle città asiatiche, latino-americane e africane. Altra tipologia di lavoro minorile è il lavoro domestico e familiare, in cui sono impiegate soprattutto le bambine e spesso esso diventa una vera e propria forma di schiavitù, che le costringe a vivere nell'incubo della violenza e dell'abuso.
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Ma a negare l'infanzia, ci sono anche eserciti di stati autoritari che per combattere reclutano bambini, e questi bambini se escono vivi dalla guerra, una volta adulti saranno quasi sicuramente persi.

Negli ultimi 10 anni è documentata la partecipazione a conflitti armati di bambini dai 10 ai 16 anni in 25 Paesi. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati come “portatori” di munizioni, vettovaglie ecc. e la loro vita non è meno dura e a rischio dei primi.

Sono reclutate anche le donne, ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette allo stupro e a violenze sessuali.

Altra negazione dell’infanzia è legata al turismo sessuale, che è quello legato alla prostituzione minorile. Sono oltre 2 milioni i minori al di sotto dei 15 anni costretti a prostituirsi, soprattutto in estremo oriente e nel sud-est asiatico e in particolare le più colpite sono le bambine tra gli otto e i sedici anni, ma in molte regioni l’età scende fino a quattro anni. Sono colpiti in maniera sconcertante, come dicevo, in particolare i paesi asiatici, a partire dalla Birmania, la Tailandia, la Cambogia etc. In maniera molto minore i paesi industrializzati e sviluppati come l’Italia.
Quasi sempre le famiglie vendono i bambini che non riescono a sfamare, in cambio di qualche migliaio di dollari e con la speranza di avviarli verso un futuro migliore.
Questo orribile commercio avviene quasi sempre con la complicità delle autorità. Il perché è presto detto: il turismo sessuale, aumentando il numero di turisti, diventa uno strumento di introito di valuta straniera.
Per non parlare poi ultimamente lo scandalo dei preti pedofili, che hanno messo l’amara ciliegina sulla torta.
È la legge della natura e della vita: il futuro è nelle mani dei bambini, perché Il bambino di oggi è l’uomo di domani e quindi la qualità della nostra vita futura sarà determinata da coloro che oggi sono bambini e il futuro è determinato anche dalle scelte che facciamo oggi noi per loro.
Quindi una delle nostre priorità, specie se genitori, è di lavorare in nome dei bambini per far sentire la loro voce e fare in modo che i loro diritti siano rispettati in famiglia, al di fuori della famiglia, a livello nazionale e internazionale.

I bambini devono essere osservati, conosciuti, ascoltati con intelligenza e poi protetti, ma soprattutto aiutati durante la crescita a diventare autonomi. Dobbiamo tutti, nelle nostre possibilità dare il nostro contributo per salvaguardare il diritto all’infanzia, a partire dai nostri figli, fino ai figli di nessuno sperduti in chissà quale parte del mondo, sostenendoli anche a distanza, facendo sentire la nostra voce ai governanti. Tutti sono figli di Dio, bianchi, gialli, rossi, neri, down, e nessun bambino è figlio di un dio minore.

Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com

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