Mi sono permesso di entrare nel sito della regione Lazio e scopro (non e’ una novita’ del resto come in tutti i rimanenti 19 consigli)
“I consiglieri regionali del Lazio sono attualmente settanta più il Presidente della Regione. Essi rappresentano la Regione esercitando le loro funzioni senza vincolo di mandato e godono dell’insindacabilità per le opinioni espresse ed i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni (immunita’ parlamentare)
Ogni consigliere regionale può presentare proposte di legge, di regolamento e di deliberazione ed anche ordini del giorno, mozioni e proposte di risoluzione per concorrere a determinare l’indirizzo politico, sociale ed economico della Regione, nonché interrogazioni ed interpellanze.( dei veri e’ propri parlamenti dove niente si crea e tutto si distrugge) Ognuno ci costa all’incirca 420 mila euro all'anno, ma non sono di meno i consigli provinciali.” (fate voi i calcoli)
Io continuo a sostenere che un federalismo fiscale stile anglosassone, e’ possibile anche in Italia, in Inglilterra i comuni godovo di tasse propie come l’ICI ( una tassa sulla persona) , donestica ed industriale nonche’ tasse relative sul territorio. Detto cio’ vorrei ricordare che in Italia dal 48 al 70 si e’ fatto a meno dei “parlamentini “ ma il debito pub blico era contenuto e le tangentopoli pressapoco assenti, oggi con un federasmo alla cieca voluto esclusivamente dalla Lega si corre il rischio di raddoppiare le anomalie, debito pubblico, evasione e tangentopoli.”Federaismo a tutti i costi”, questo e’ il solo slogan dei leghisti, poi si pensera’ ai costi sui cotribuenti. Aboliremo le province si leggeva nel programma elettorale della coalizione berlusconiana, fino adesso si e’ solo accennato, di abolire le province metropolitane (campa cavallo che l’erba cresce). Non si capisce affatto del perche’ i comuni non possono svolgere il ruolo amministrativo delle regioni e province. Prima di parlare di federaismo fiscale, bisogna ridurre l’eccessivo costo della politca amministrativa e iniziare seriamente a pensare di tagliare gli enti locali. Un ponte diretto tra Stato (o senato federale) e comuni potrebbe essere la chiave di volta (o svolta) per un federalismo costruttivo e non solo di facciata per accontentare la Lega.