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LOUSIANA, DANNI INCALCOLABILI

La Bp prova ad installare una supercupola di 98 tonnellate per tentare di arginare l’enorme fuoriuscita di petrolio. Ma le probabilità di successo sono assai limitate. E ora il greggio minaccia gli atolli

Una catastrofe che non accenna a placarsi. Oltre 208 per 112 chilometri è la superficie stimata, per ora, della marea nera che minaccia il Golfo del Messico, la Lousiana, la Florida e tutta la costa meridionale degli stati Uniti. per ora, i soccorritori, approfittando delle buone condizioni metereologiche, stanno tentando di innescare il maggior numero di esplosioni per bruciare il petrolio riversatosi in acqua, mentre la bp punta alla supercupola di 98 tonnellate, alta 12 metri e profonda un chilometro e mezzo che dovrebbe servire per intrappolare la chiazza. Gli inglesi si affidano a questa imponente struttura metallica per un’operazione che, ogni ora che passa, sembra sempre più impossibile: limitare i danni. La supercupola, infatti, dovrebbe incanalare il flusso di petrolio fuoriuscito dal fondo del mare fino a una imbarcazione in superficie; ma l’esito di questa operazione non è certo. per Doug suttles, direttore delle operazioni per la bp, l’obiettivo di bloccare il disastro in atto è prioritario. Nonostante la compagnia inglese abbia, infatti, messo da parte ingenti risorse al fine di assicurarsi contro simili infortuni, la gravità del disastro è tale che i futuri indennizzi potrebbero comunque ridurre la bp in ginocchio. Non a caso, la compagnia britannica ha appena stanziato anche 100 miliardi dollari per quattro stati: Louisiana, alabama, Mississippi e Florida. Questa enorme cifra non rappresenta un anticipo di futuri indennizzi, ma dovrebbe aiutare gli stati americani a sostenere le operazioni di riduzione dei danni ambientali. La chiazza, infatti, sta avvelenando dei paradisi come le Iso-le Chandeleur. Da questo punto di vista, la stima del danno sarà anche più facile rispetto al caso della exxon Valdez in alaska. Lì, infatti, si dovette contabilizzare un danno ambientale tout court, senza che quel patrimonio naturalistico avesse un vero e proprio utilizzo di tipo economico. Mentre, in questo caso, sarà molto più facile monetizzare danni alla pesca, al turismo e alle attività economiche. Intanto, la bp, attraverso dei robot sottomarini, è riuscita a tappare una delle tre falle dalle quali sgorga il petrolio dai fondali; nonostante ciò, il flusso di idrocarburi continua al ritmo di 795.000 litri di veleno in mare. al giorno. Ma il problema è che, mentre i soccorritori fanno il loro dovere, la chiazza continua a muoversi. Il greggio, ora, sta andando alla deriva verso sud, in direzione della “Corrente Loop”, e verso le Keys d ella Florida. Dove passa il blob nero affiorano pesci morti in superficie e i bianchi litorali delle Chandeleur sono coperti di catrame. Gli atolli, area di sosta preferita di molti uccelli migratori, sono in pericolo. Intanto, negli Usa impazza il dibattito sulla responsabilità ambientale delle aziende del comparto petrolifero. Il Congresso ha appena votato un emendamento per correggere la norma che limitava la responsabilità di bp aumentando
la soglia da 75 milioni a 10 miliardi di dollari, e ha cancellato una serie di eccezioni che il servizio per la gestione mineraria americano
(Mms) garantiva proprio a bp in forza della lunga presenza dei britannici nel settore petrolifero.

Alessio Postiglione
TERRA

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