Questo Paese bisogna amarlo davvero per cambiarlo. I proclami d’affetto gridati da un palco politico servono solo per imbonire e vendere un prodotto avariato rifilandolo per fresco. Il partito dell’amore? Sì, per il potere, per la “cricca”, per i soldi, per le case.
Dopo le comiche, la tragedia. Nonostante i ridicoli tentativi del capo del Governo di tranquillizzarci affermando che tutto è a posto, è evidente il profondo baratro d’immoralità in cui l’Italia sprofonda e l’instabilità politica a cui andiamo incontro. Una cloaca di putridi miasmi fatta di intrecci perversi politico-affarisitici che ha governato e governa il sistema economico pubblico per trarne profitti privati aggredendo e spolpando le finanze statali, ovvero le tasche dei cittadini. Lo spettro della Grecia, corrosa da una buona dose di corruzione, aleggia anche su di noi . Scandali che declassano ad una categoria inferiore quelli che funestarono la prima Repubblica e ai quali pensavamo di non dover mai più sottostare. Stanno venendo alla luce episodi che dimostrano quanto siano radicati e profondi i sensi di immoralità e impunità di molti amministratori pubblici. Al bene comune si preferisce quello Proprio e della “famiglia”. Mentre i bisogni dei cittadini vengono ignorati.
Il caso Scajola è emblematico per comprendere quanto il sistema sia Collaudato e oliato. Non c’è ancora alcun atto d’accusa formale emesso dalla Procura di Perugia, ma come non ritenere politicamente gravissime le dichiarazioni di un ministro della Repubblica che dice di non sapere chi ha pagato 900 mila euro per contribuire all’acquisto di una sua casa, altrimenti pagata un prezzo irrisorio rispetto alle valutazioni di mercato? I cittadini sono trattati come degli imbecilli ai quali raccontare qualsiasi cosa senza alcun ritegno.
Grave, al pari della pagliacciata messa in scena da molti esponenti dell’Esecutivo e della maggioranza che, già dalle prime ore dalla notizia, con un collaudato copione dettato e ampiamente utilizzato dal “regista”, hanno tentato di coprire ciò che a tutti era chiarissimo con espressioni di solidarietà umana e politica per il ministro dello Sviluppo Economico. Le tardive dimissioni dall’incarico di quest’ultimo hanno peraltro prodotto un altro bel capolavoro politico: Berlusconi ha preso ad interim le deleghe del dicastero lasciato da Scajola nelle quali vi sono anche quelle che riguardano il settore delle telecomunicazioni così caro al proprietario di Mediaset, controllore dell’informazione privata e di quella pubblica. Lo stesso che dichiara, dopo la vicenda ignobile del suo ministro:”in Italia c’è troppa libertà di stampa!” e che vorrebbe far tacere la satira a lui non gradita.
Per non parlare del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, il quale continua a ritenere di non doversi dimettere nonostante risulti indagato in una vicenda d’affari illeciti in merito a investimenti che imprenditori “amici” avrebbero dovuto fare nel settore Eolico in Sardegna. Verdini, nel presunto affaire, sarebbe stato in bella compagnia: Marcello Dell’Utri (condannato per concorso esterno in associazione mafiosa a 9 anni ); Flavio Carboni ( già indagato per collegamenti con esponenti della mafia siciliana e per l’omicidio del banchiere Roberto calvi); del presidente della Regione Sarda, Ugo Cappellacci. E’ solo l’inizio di uno scenario che prese l’avvio dallo scandalo “Grandi Eventi-G8”, e ora si allarga a macchia d’olio, investendo altri nomi eccellenti del Governo Berlusconi e che sta toccando le coste d’Oltre Tevere.
Il presidente del Consiglio, rilancia la tesi del complotto giudiziario-giornalistico come ha fatto tante altre volte. Siamo ormai di fronte ad un clown che non riesce più a far ridere; di un barzellettiere a cui manca la battuta finale. Al cospetto di una maschera di cerone che si decompone
giorno dopo giorno. Oscenità di proporzioni incredibili, quanto prevedibili, dati gli attori che recitano in palcoscenico.
Per arginare la fuoriuscita del petrolio al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, che ha già distrutto un luogo incantevole, si sta tentando una disperata operazione. Una cupola metallica sarà calata sul fondo del mare, così da coprire il foro della trivellazione e bloccare la grande quantità di greggio che ancora si riversa nelle acque. Ci auguriamo tutti che si riesca a porre fine ad una tragedia ambientale di proporzioni inaudite.
In Italia, invece, la “cupola” dobbiamo toglierla ora, se vogliamo fermare la grande “marea nera” che ci sta soffocando e sperare di poter respirare un pò d’aria pulita. Lo si deve ai tanti cittadini onesti.