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Liegi scende in piazza la rabbia degli italiani

Laura Garavini con gli italiani di Liegi per dire No alla chiusura del Consolato

“Ma il sottosegretario Mantica sa che il sindaco di Liegi e il presidente della regione hanno offerto una loro sede per ospitare il Consolato italiano?” “Come è possibile che a 70 mila italiani venga rubato il loro Consolato?” “Chi mi paga la giornata di ferie che dovrò prendere per andare a ritirare il mio passaporto a cento kilometri di distanza?” Queste alcune delle proteste degli italiani scesi in piazza davanti al Consolato di Liegi per dire No alla annunciata chiusura.

Anche l’on. Laura Garavini (PD), eletta dagli italiani in Europa, si è unita ai manifestanti per denunciare il fatto che “quello del Governo non è un piano di razionalizzazione bensì di smantellamento della rete consolare all’estero”. Preannunciando il suo intervento in aula sulla questione, la Garavini si è vista consegnare la valigia con la quale vent’anni fa un connazionale era arrivato a Liegi, una valigia “piena delle speranze degli italiani a Liegi per il mantenimento del loro Consolato”.

“Discriminare gli italiani all’estero in modo così palese significa dimenticare la storia, i sacrifici e i contributi che le nostre famiglie hanno dato per l’economia e lo sviluppo del nostro Paese fin dal dopoguerra”, così i manifestanti. “Ci aspettiamo che il Governo si assuma le proprie responsabilità e dia risposte a tutti quegli italiani che chiedono di non cancellare i loro punti di riferimento fondamentali”.

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