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Scajola si dimette: "Per difendermi non posso continuare a fare il ministro"

Il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato le sue dimissioni nel corso della conferenza stampa convocata per le 11.30 al ministero. Scajola è rientrato lunedì sera a Roma da una missione in Tunisia e in mattinata avrebbe avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.Anche Feltri contro Scajola – “Chiarisca o si dimetta”, la voce dell’opposizione era stata unanime, ma oggi si era unita anche quella del Giornale al coro di chi chiedeva al Ministro dello Sviluppo Economico di rendere conto del sospetto acquisto di un appartamento romano. Il ministro era rimasto sempre più isolato e, mentre il centrodestra si produceva in affermazioni di circostanza esprimendo solidarietà umana al ministro, in realtà si defilava. Sarebbe stato lo stesso premier a decidere la sorte del ministro.Dai pm di Perugia il 14 – Scajola, lunedì aveva detto di ritenere di essere “sottoposto di fatto ad un vero e proprio processo mediatico che si basa su dichiarazioni rese da terzi”. Le sue ragioni le chiarirà la prossima settimana ai pm di Perugia. Il 14 maggio Scajola dovrebbe essere sentito come persona informata nell'ambito dell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi.Le circostanze da chiarire – Dagli accertamenti condotti nel capoluogo umbro è emerso che una casa a Roma a lui intestata è stata acquistata ricorrendo anche ad assegni circolari emessi su richiesta dell'architetto Angelo Zampolini. Denaro in relazione al quale quest'ultimo è indagato per riciclaggio. Per Zampolini, per il commercialista Stefano Gazzani e per l'ex commissario dei mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi la procura perugina ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Istanza che però non è stata accolta dal gip che non si è ritenuto competente a decidere. Contro il suo provvedimento i pm – Federico Centrone, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi – hanno proposto appello e questo sarà esaminato dal tribunale del riesame di Perugia l'11 maggio prossimo. Il giorno successivo è invece in programma l'udienza davanti al gip per decidere in merito alla richiesta di commissariamento delle aziende del gruppo di Diego Anemone. E' probabile quindi che Scajola, il quale ha sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento, venga sentito dopo tale data.Le prove che incastrano Scajola – Il ministro sostiene di avere acquistato l'appartamento accendendo un mutuo per 600mila euro ma il valore dell’immobile superava, già all’epoca dell’acquisto, il milione di euro. Inoltre ci sarebbero nuovi documenti bancari a smentire la versione di Scajola e sarebbero stati consegnati alla Guardia di Finanza dalle sorelle Beatrice e Barbara Papa, proprietarie dell'appartamento con vista sul Colosseo venduto il 6 luglio 2004. Si stratta di estratti conto e altri certificati finanziari che dimostrerebbero come le due sorelle non abbiamo mentito sul prezzo, né sulle modalità di consegna del denaro. Dichiarazioni conformi a quelle dell'architetto Angelo Zampolini, l'uomo di fiducia del costruttore Diego Anemone, che afferma di aver consegnato personalmente a Scajola gli 80 assegni circolari per un totale di 900.000 euro ha aggiunto.La trattativa – Beatrice Papa era stata convocata dalle Fiamme Gialle il 25 aprile scorso, in quell’occasione aveva affermato di aver venduto una casa di 180 metri quadri con vista sul Colosseo al ministro Claudio Scajola. La cifra indicata era di 610.000 euro, ma la signora ammise subito che non si trattava del costo reale. Il resto sarebbe stato pagato con 80 assegni circolari, 40 intestati a Beatrice Papa e 40 a Barbara Papa per rispettivi 450.000 euro ciascuna. Gli assegni, però, fanno capo a uno dei depositi intestati a Zampolini e ciò che insospettì gli inquirenti fu il fatto che – come sottolineano i pubblici ministeri – “da visure effettuate presso le banche dati finanziarie, non è emerso alcun rapporto giuridico tra lui e le beneficiarie dei titoli”. La spiegazione dell’arcano la diede la signora Papa, la quale una settimana dopo, il 30 marzo, portò la documentazione bancaria che serviva da controprova sia per il versamento dei titoli, sia per quello di 200mila euro in contanti ricevuti da Scajola a titolo di acconto avvenuto tempo prima (100mila per una sorella e 100mila per l’altra). Una versione confermata da Barbara Papa ma che Scajola ha negato con decisione affermando che “non ci fu alcun preliminare”.Striscione di protesta sotto la casa di Scajola a Roma – “Cerchi casa? Chiedi a Scajola!”. E' questo lo slogan su uno striscione esposto su un cavalcavia di fronte al Colosseo e sotto l'appartamento romano del ministro Claudio Scajola. Gli autori della “iniziativa provocatoria” sono alcuni giovani dell'associazione Semplicerivoluzione.com. “Scajola si dimetta e apra un'agenzia immobiliare”, ha spiegato un attivista riferendosi “alla modica cifra sull'acquisto dell'appartamento del ministro”. “Sarebbero queste – ha proseguito il giovane definendosi un militante di centrosinistra – le politiche del governo per i 30 mila cittadini romani che non hanno casa e i tanti studenti fuori sede?”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/05/04/scaloja-verso-dimissioni.html

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