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DEREGULATION EDILIZIA

Un emendamento, ieri approvato da due commissioni parlamentari, riscrive e semplifica il Piano casa.Mani libere alle Regioni per ampliare gli interventi che non necessitano della dichiarazione di inizio attività

Piano casa tutto da rifare. anzi da sbolognare. Come avvenuto per una folta serie di provvedimenti, ultimo quello relativo alla iberalizzazione della caccia, il Governo si lava le mani da questioni spinose e rigira alle singole regioni l’eventualità di impicci e scannamenti
vari. L’ambito stavolta è quello della costruzione di edi- fici, affrontato nell’articolo 5 del decreto incentivi, contenente unemendamento, presentato da Cosimo Ventucci (pdl) e ieri approvato, che riscrive, semplificandole ulteriormente, le regole dell’attività edilizia libera. Commissioni finanze e attività produttive della Camera hanno dato il via libera alle disposizioni che lunedì passeranno all’esame dell’aula. In sostanza, si dà la possibilità alle regioni di ampliare quegli interventi in campo edilizio che non richiedono titolo abitativo (manutenzione ordinaria, eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra legati all’agricoltura) o che, per essere realizzati, necessitano soltanto di una comunicazione di inizio lavori (interventi di manutenzione straordinaria, apertura di porte e spostamento di pareti interni, opere dirette a soddisfare esigenze contingenti e che possono essere rimosse, pavimentazione di spazi esterni, pannelli solari, aree ludiche). solo per gli interventi di manutenzione straordinaria verrebbe richiesta la presentazione in Comune della relazione tecnica e le regioni avrebbero facoltà di estendere questa disciplina a interventi edilizi ulteriori o individuare altri interventi per i quali richiedere la relazione tecnica. Mani libere dunque ai governi locali e deregulation in vista, proprio a una manciata di giorni dalla scelta di fermare le ruspe in tutta la Campania e dalla naturale amarezza di chi si è battutoper anni contro l’abusivismo e la speculazione, in nome della legalità. «Con tutti gli immobili sfitti e vuoti, si pensa ancora a cementificare – osserva il geologo riccardo Caniparoli, consulente e componente di numerose commissioni ambientali -. Invece di recuperare l’esistente, si continuano a moltiplicare gli edifici. è una follia. siamo prossimi al collasso: l’urbanizzazione selvaggia viene preferita al ripopolamento dei tanti paesi esistenti svuotati, dal Molise all’Umbria, passando per la Calabria e le zone vesuviane a rischio idrogeologico e vulcanico ». spostandoci verso il Nord dello stivale, si capisce che non sono solo i territori appena citati, normalmente nell’occhio del ciclone per scarsa pianificazone e malaffari, a fare notizia. è il caso della regione autonoma della Valle d’aosta, che ha da poco messo sul tavolo quello che Legambiente locale ha chiamato un “piano residence”. Il disegno di legge proposto di recente dalla Giunta in materia di disposizioni legate a strutture, imprese e operatori turistici, si presenta come un vero pacco regalo ai costruttori, liberi di agire senza frontiere. «travestiti da incentivi allo sviluppo turistico, sostegno alle famiglie numerose, interventi anticrisi e via dicendo – è il commento dell’associazione ambientalista -, tutti i provvedimenti in questione rappresentano una progressiva esautorazione delle autonomie comunali ». Utile esempio per capire come l’autonomia locale possa talvolta giocare brutti scherzi.

Diego Carmignani
TERRA

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