I rifiuti sotto il Vesuvio, le bugie di Bertolaso

Autore Francesco Barbato

Un anno fa Bertolaso dichiarava alla stampa estera: “Se ci sono i gabbiani su una discarica questa è fatta male“. In questo servizio viene a galla la situazione di Cava Sari e Cava Vitiello (a Terzigno). Due discariche. Due scempi ambientali. Due posti come tanti, in Campania.
In quest'angolo d'Italia, oggi, il confine che divide lo Stato dall'anti-Stato è così sottile che non si vede più.
C'è una Regione in ginocchio, una terra che i clan stanno cannibalizzando.
C'è una società civile che non riesce a reagire, messa in un angolo dalla forza della camorra.
Le forze di Polizia, in certi posti, sono il nemico numero uno. Il sistema camorristico ha già vinto. Le imprese dei clan costruiscono palazzoni su terreni bombardati dai rifiuti tossici. La gente si ammala di cancro e affolla gli ospedali del Nord. Parte, disperata.
E' necessario uno scatto di orgoglio. I campani devono riprendersi la propria terra. Prima che diventi appannaggio esclusivo delle organizzazioni criminali. Prima che anche l'ultima briciola di dignità umana venga sepolta. Prima che sia troppo tardi.

Di seguito il testo del videoservizio realizzato dal nostro inviato.

Testo del video intervento

Un giorno qualsiasi, lontano dall'emergenza rifiuti che molti hanno dimenticato. Ambientalisti, geologi e docenti universitari denunciano da tempo ormai l'intenzione del Governo di realizzare una grande discarica alle pendici del Vesuvio.
E così siamo andati a vedere cosa vogliono fare proprio nel bel mezzo di un Parco Nazionale.
In località Pozzelle, nel comune di Terzigno esiste già una discarica che si chiama Cava Sari.
Qui le ruspe sono al lavoro per spingere ancora verso il basso una montagna di rifiuti indifferenziati e mai controllati.
Ma adesso, con l'ordinanza di Protezione Civile numero 48 del 2009, si vuole di più.
Questa è la Cava Vitiello. Secondo le previsioni questo terreno sarà il deposito di 3,5 milioni di tonnellate di immondizia.
Ma questa è un'area protetta. Lo vedete? Lo dice anche un vecchio cartello. Qui non devono essere depositati rifiuti di alcun genere.
In barba a tutte le norme in materia ambientale e paesaggistica questi sono stati dichiarati siti di interesse strategico nazionale e quindi militarizzati. Anche se non c'è traccia di soldati armi in pugno. L'area nel 2002 era dichiarata dal Ministero dell'Ambiente “Sito di interesse nazionale per l'alto rischio ambientale. E Zona Altamente critica dalla Regione Campania nel 2007.
Grazie alla legge 123 del 2008 scritta dal Governo Berlusconi potranno essere stoccati rifiuti di ogni genere. Secondo alcune testimonianze le ceneri dell'inceneritore di Acerra verrebbero già sparse quotidianamente sui rifiuti in diverse discariche. Lo smaltimento regolare, costa troppo.
Una discarica fatta male e pericolosa. Lo dice Bertolaso. Non ci credete?
Questi sono gabbiani. Sovrastano l'intera area. Sentite cosa ne pensa Bertolaso.

“Voi sapete, forse, che uno degli indicatori principali per capire se una discarica funziona o meno, sono i gabbiani. Quando ci sono i gabbiani significa che c'è del materiale organico che non è stato nascosto, depositato o sversato nel modo giusto. Non è solo un problema dell'odore. L'odore ci può essere o non ci può essere dipende anche dalle condizioni meteorologiche, da come tira il vento. La presenza dei gabbiani è il segnale preciso se una discarica funziona o se è una discarica organizzata alla bell'e meglio. E da queste immagini, è ovvio che è difficile vederlo, non mi sembra di aver visto parecchi gabbiani. Come non ne vedo quando vado a fare i sopralluoghi all'improvviso nelle discariche. Andiamo avanti.”

Questa era una conferenza stampa rivolta ai giornalisti della stampa estera che si è svolta a Roma nel 2009. Gabbiani uguale discarica fatta male. Proprio come questa.

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