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Rito della “Consegna delle Chiavi” alla Madonna della Scala — Principale Patrona di Massafra

Domenica, 2 maggio, tutto il popolo santo e devoto di Massafra si ritrova, come sempre, in un’intensa preghiera, riconoscendo la Madonna della Scala patrona della Città e protettrice di tutte le famiglie. Il clou della festa sono la processione e il rito della “Consegna delle chiavi della Città” alla Protettrice, da parte del sindaco dott. Martino Tamburrano, in segno di sudditanza. Il vescovo mons. Pietro Maria Fragnelli invocherà, invece, la protezione e l’amore della Madonna. Come avvengono oggi la processione e il “rito”? E come avvenivano in passato?
La processione partirà dal Santuario che, come sappiamo, sorge in mezzo ad un villaggio rupestre tra una fitta vegetazione nell’omonima gravina, detta anche “Valle delle Rose”, che una volta si raggiungeva a piedi partendo da Capo di Gravina nei pressi della Madonna di tutte le Grazie e seguendo un sentiero, oggi detto “sentiero penitenziale” che i fedeli percorrono in parte in occasione dei ”Crugefisse” (i crocifissi) nei venerdì di marzo. Nella giornata di domenica Sante Messe nella Collegiata di S. Lorenzo e al Santuario. Alla fine della Santa Messa delle ore 9.00 – presieduta dal Vescovo mons. Pietro Maria Fragnelli – la statua lignea settecentesca della Madonna, sarà portata in trionfo. La processione partirà dal piazzale del santuario salendo la scenografica scalinata di ben 125 gradini (la sua costruzione iniziò nel 1776 e terminò nel 1821) e si snoderà fino a portarsi all’incrocio con viale Marconi e via Vittorio Veneto, ove avverrà l’atteso rito della “Consegna delle chiavi della Città” alla Protettrice.
Mentre la processione si snoderà tra ali di folla per raggiungere questa località, da piazza Garibaldi partirà, guidato dal sindaco dott. Carmelo Martino Tamburrano (che ha invitato – pubblichiamo la foto dell’invito – tutta la città a parteciparvi), un corteo con assessori, consiglieri comunali, autorità civili e militari, componenti delle varie associazioni.
Corteo che, dopo aver percorso un tratto di via Vittorio Veneto, imboccherà via Scarano per fermarsi presso la Collegiata di San Lorenzo, ove vi aggregheranno il vescovo della nostra Diocesi e l’arciprete don Sario Chiarelli; il Capitolo tutto, le Confraternite del SS. Sacramento e del Carmine, il Comitato Festa e altre autorità.
Il corteo ritornerà in via Vittorio Veneto, andando incontro alla Madonna (guidata da padre Luca Scuttari, rettore del Santuario Madonna della Scala), che i portatori, arrivati al luogo stabilito, poggeranno su un apposito palco, sul quale prenderanno posto anche il vescovo e il sindaco per l’atteso rito, un intreccio di tradizione popolare, devozione e fede (c ome ci ha detto il collega Francesco Resta), al quale assisteranno migliaia di fedeli provenienti anche da altre località, come ormai si verifica da anni.
Subito dopo il rito della consegna delle “Chiavi della Città” alla Protettrice, riprenderà la processione (accompagnata da due concerti bandistici) che si concluderà nella Collegiata di San Lorenzo Martire. La statua della Madonna resterà esposta in questa chiesa fino a domenica 13 giugno quando, dopo la messa vespertina delle ore 19,00, sarà riportata in processione nella Chiesa di San Benedetto. La Madonna della Scala è uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, madre di Gesù.
Ma come mai è la principale protettrice della nostra città?. Secondo la leggenda, Marco e Pietro evangelizzarono la Puglia. Giunsero anche nella Massafra, dove edificarono una cripta dedicata alla Vergine Madre di Cristo nella Valle Rosarum. I massafresi in questa cripta fecero dipingere un'immagine della Madonna, detta della Prisca. Nell'anno 324 ci fu un forte terremoto che colpì i villaggi di Massafra, Petruscio, Turio e Pasifo, e fece crollare le cripte della gravina. Tra queste fu distrutta quella della Madonna Prisca. Circa un secolo dopo, dei cacciatori s'imbatterono in una cerva. Tentarono di catturarla, ma la videro inginocchiata sopra un grosso macigno. Quegli uomini ripulirono il masso e vi trovarono il dipinto della Madonna col Bambino. Dopo averla contemplata, due di loro andarono in paese a comunicare il ritrovamento di quel sacro dipinto. I massafresi, con una solenne processione, portarono la sacra icona nella chiesa del paese, ma, all'indomani l'immagine era ritornata al primitivo sito, facendo così intendere che voleva essere custodita in quel luogo. Il popolo le costruì una chiesetta, e diede alla sacra icona il titolo di Madonna della Cerva. Un'altra leggenda, più tarda, dice che in occasione della festa si recavano spontaneamente, alla chiesa, due cerve, madre e figlia. La madre, appena giunta, scoppiava, e le sue carni venivano cotte e date ai migliaia di pellegrini moltiplicandosi miracolosamente. La figlia, invece, entrava nella chiesa e s’inginocchiava dinanzi all'icona della Vergine. Nel 1590 vi fu una Bolla di papa Clemente VII, che testimonia la devozione dei cattolici massafresi per la Madonna della Scala e San Michele Arcangelo. Il 20 febbraio 1743, alle ore 23 avvenne uno spaventoso terremoto. Molte città della Provincia di Taranto furono colpite. Massafra rimase illesa, e la devozione popolare attribuì lo scampato pericolo all'intercessione della Vergine. Fu così istituita una festa in ricordo, da svolgersi ogni anno in quel giorno e, a quell'ora, dovevano suonare le campane. Nel 1776 con la Bolla di papa Pio VI, la Madonna della Scala venne nominata patrona e protettrice di Massafra, e la sua prima solenne festa venne celebrata il 20 ottobre di quello stesso anno. Poi il vescovo di Mottola, Cesare Ortiz-Cortez pontificò che le feste in onore della Madonna fossero due: una religiosa il 20 febbraio, ed una civile la prima domenica di Maggio, mese mariano per eccellenza. Nella primavera del 1899 la Beata Vergine aiutò la popolazione massafrese, che il 5 aprile si riversò nel santuario a chiedere l'intercessione contro la siccità, come riportato anche in diversi suoi scritti dallo storico prof. Paolo Catucci. A metà della scalinata, che porta al Santuario, c’è proprio una lapide che ricorda il “Miracolo della pioggia” avvenuto nel 1889.
Ma tante e tante notizie ci sono ancora da conoscere, come la leggenda delle cerve, ad esempio. Invitiamo a leggere l’appassionante racconto “Il segreto delle cerve” dello scrittore ed Editore massafrese Antonio Dellisanti (per eventuali richieste di copie: info@antoniodellisantieditore.it).
Come ogni anno, apprezzata la pubblicazione stampata dal Comitato Festa Patronale con tante notizie sui solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Scala. Quella di quest’anno, ormai in esaurimento, riporta al centro la ristampa del saggio “La Chiesa e il Monastero delle Benedettine di Massafra” di Espedito Iacovelli, a cura di Giulio Mastrangelo, con premessa della riedizione di Roberto Caprara, stampato in collaborazione dal Comitato Festa Patronale e dall’Archeogruppo “E. Jacovelli”.
Non mancano nelle sue pagine il saluto del vescovo e del sindaco. Il vescovo mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo della Diocesi di Castellaneta, ha fra l’altro scritto ai fedeli massafresi, benedicendoli di cuore, che la festa della Madonna della Scala ravvivi in ogni famiglia massafrese la fiducia in Dio e nel cammino della Comunità massafrese. Ha scritto, anche, di essere vicino particolarmente a quanti stanno vivendo situazioni di maggiore incertezza economica e di salute ed ha concluso esortando tutti alla più ampia solidarietà, condividendo i beni materiali e spirituali che il Signore ci dona.
Il sindaco dott. Martino Tamburrano ha citato, tra l’altro, i due appuntamenti irrinunciabili per i massafresi, quello del 20 febbraio e quello della prima domenica di maggio. E ricorda l’espressione consolidata in modo ancestrale nella popolazione “Quando arriva la Madonna”. Espressione che vuole essere una speranza, un’iniezione di fiducia. Già in occasione della Festa dell’Immacolata dello scorso 8 dicembre, il sindaco ebbe a dire ch’è sua ferma intenzione dichiarare Massafra, Città Mariana. “L’atto amministravo (ha detto) servirà solo in modo formale a sottolineare la dedicazione di Massafra alla Vergine Maria, perché di fatto in ognuno di noi la Signora vestita di bianco e celeste ci accompagna da sempre nel corso del nostro viaggio”.

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