“Siamo realmente un popolo unito? A questo quesito potrei rispondere semplicemente con secco no, e affermare che dopo quasi 150 anni di presunta unita’ nazionale, siamo tornati ad un periodo presorgimentale e ci metterei un punto”
Quanto parliamo (noi italiani) di titolo V ci riferiamo dialetticamente al’ordinamento istituzionale delle Regioni, province, comuni e dopo l’ultima modifica dello stesso di Citta’ metropolitane. La separazione dell’Italia era gia’ intrinseca nella Carta e nello specifico nel titolo V e la sua attuazione iniziata con la istituzione dei parlamenti regionali negli anni settanta, bastavano a mio parere i consigli provinciali e comunali per la “devolution” o una forma di essa. Con tutto il rispetto per i nostri padri costituenti credo che il titolo V fu immesso nella Carta dai separatisti i cosidetti “padani embrionali” e fu un errore perche’ mino’ l’identita’ patriottica. La patria, cari 23 lettori si indentifica nella Carta dei diritti e doveri e qui non mi sento di criticare i leghisti piu’ di quanto non abbia fatto in passato, hanno perfettamente ragione quando parlano di Padania libera e indipendente lo prevede il titolo V
e adesso dico un’eresia “la separazione e’ un loro diritto”. Noi (veri) italiani dobbiamo iniziare a pensare non piu’ ad un unita’ nazionale ma avviarci verso un nuovo pensiero, quello dell’Identita’, d’appartenenza ad una cultura socio-politica ed oggi questa realta’, non esiste piu’, abbiamo istituito venti “staterelli”, con identita’ proprie! Uniamoci nella diversita’ ma con la stessa innentita’ nazionale, siamo in primis italiani e poi padani o terroni! Adesso invito sempre i miei 23 lettori (forse con questo articolo ne perdero’ una decina) di visitare il link sotto e leggersi dettagliatamente il titolo V e carpire lo scempio che l’apatia istituzionale che dal 1970 ha arrecato alla nostra Costituzione. Credo altresi’ che una forma di federalismo poteva essere attuato anche con le province. Buona liberazione a tutti!
