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Juan Antonio Garbarino: una formula per un futuro di successo

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Juan Antonio Garbarino: una formula per un futuro di successo
Juan Antonio Garbarino ha alle spalle un impegno trentennale nella ricerca. Il suo segreto? L’Esito è la somma di Lavoro, Perseveranza e Convincimento

Ha il cuore straziato, pensa a Valparaiso martoriata dal terremoto, ai suoi studenti. Il prof. Juan Antonio Garbarino (Santiago del Cile, 1932), è a Catania, ma il suo pensiero è sempre lì. Laureato in Chimica all’Università Cattolica del Cile e in Dottrine Scientifiche a Losanna, docente all’Università Cattolica del Cile, alla Simon Bolivar di Caracas e all’Università Santa Maria di Valparaiso, Garbarino, secondo la sua stessa definizione “ha svolto un vasto lavoro di ricerca e divulgazione scientifica in America Latina, convinto dell’importanza della conoscenza dei misteri della Scienza e della Tecnologia e nella ferrea consapevolezza che non può esistere una cultura moderna senza una Scienza vigorosa, perché essa contribuisce a formare una ideologia adeguata allo sviluppo”.
Garbarino porta con sé una profonda riconoscenza verso i genitori di origine ligure “che hanno forgiato il futuro dei figli; un futuro con radici nell’educazione e nei principi che obbediscono alla formula dell’Esito (E = L + P + C) subordinato a tre requisiti: il Lavoro, come principio inalterabile della vita; la Perseveranza nel raggiungimento dei propositi; il Convincimento, ovvero il fondamento della fedeltà nel lavoro”.
In oltre 30 anni di ricerche anche in collaborazione con scienziati italiani, come il prof. Marcello Nicoletti, il lavoro di Juan Antonio Garbarino ha portato ad isolare un centinaio di nuove molecole organiche trasformate, per via sintetica, in diverse applicazioni farmacologiche. Studi che hanno aperto, a loro volta, nuove conoscenze della chimica organica, sia per applicazioni sintetiche sia per applicazioni analitiche.
Già coordinatore della Rete Latinoamericana di Chimica dell’UNESCO, Garbarino continua oggi il suo lavoro di ricerca tra le Università di Roma e Catania. “Si tratta di progetti mirati all’isolamento di composti provenienti da specie vegetali cilene autoctone, realizzati nel Laboratorio dell’Università di Valparaiso e studiati dalle professoresse Vera Cardile e Alessandra Russo dell’Università di Catania per comprovare i loro effetti anti-cancro. Un secondo progetto si riferisce alla biotecnologia”.
Lunghissima la lista dei riconoscimenti conferiti anche dall’Italia: Due, in particolare, hanno segnato la sua carriera: nel 1993 il Premio Scienze Esatte e Tecnologia (Municipio di Valparaiso) e quello del 1998 assegnato dal Governo e dall’Accademia di Scienze, una sorta di Nobel cileno: “Il Premio Nacional de Ciencias Naturales è stato, senza dubbio, il momento più emozionante della mia carriera, il più grande stimolo personale ed accademico. La motivazione riguardava l’importanza delle mie ricerche su piante cilene, nonché l’opera di divulgazione attraverso la redazione di libri per studenti universitari in cui evidenziavo i concetti moderni della Chimica”. E’ proprio il prof. Garbarino, nel ’98, a firmare il primo testo scritto da un ricercatore in Cile, Química Orgánica.
Garbarino, pur infinitamente disponibile, freme per tornare alle sue ricerche, ma prima rubiamo un parere per arginare la fuga dei nostri cervelli. “Per evitare l’esodo dei giovani ricercatori-scienziati si dovrebbe, anzitutto, pensare a misure che offrano condizioni allettanti per chi voglia tornare, affinché ricercatori di alto livello possano creare in Italia centri di eccellenza in cui trovino spazio i giovani. Naturalmente per realizzare questo progetto è necessario un forte sostegno economico. I risultati però, andrebbero a compensare l’investimento iniziale”.

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO

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