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IL VOTO EQUIPARATO ALL’ESTERO E’ VITALE E SACROCANTO

Cara Onorevola Garavini che i plichi vengano stampati in Italia o all’estero, anche se spediti con raccomandata non risolverebbero il divario politico che si e’ venuto a creare tra la Madre Patria e gli italiani all’estero. Occorre invece che il voto per gli italiani all’estero vada esteso a tutte le tornate elettorali e gestito interamente dai comuni in Italia. Un metodo gia’ espesso in altre occasioni per il Pie (Partito degli Italliani dall'estero) su questo giornale di:
usare il registro elettorale, gia’ in uso per le elezioni locale e gestito attualmente dai comuni. Ad ogni tornata elettorale il comune (d’ultima residennza del’elettore all’estero) tre mesi prima manda un formulario al concittadino all’estero per chiederne lo status, indirizzo, contatto telematico (per un futuro voto elettronico), figli maggiorenni a carico e via dicendo. Un mese primo delle elezioni il comune manda il plico con raccomandata e ricevuta di ritorno, l’ elettore dovra’ mostrando un documento di riconoscimento al postino (una volta si faceva) per evitare che il plico non vada in mano a terzi, il voto sigillato viene poi spedito al comune e da questo scrutinato contemporaneamente nei seggi istituiti. Ecco Onorevola Garavini faccia questa di proposta e fara’ la storia!

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