A ben osservare, con la buona stagione, si è evidenziata la concreta volontà di realizzare, in tempi politicamente attendibili, le attese riforme fiscali ed istituzionali di questa Seconda Repubblica. Il tandem Berlusconi/Bossi sembra correre veloce verso le mete di programma che il Capo dell’Esecutivo ha presentato in Parlamento al momento della sua nomina. Dopo più di due anni di Governo, complicato anche da una crisi economica che ancora imperversa, il Cavaliere intende affrontare quanto promesso in campagna elettorale entro l’anno o, al massimo, dopo il varo della Legge Finanziaria per il 2011. Del resto, Berlusconi ha definito il suo Governo di “programma” e sembrerebbe intenzionato a raggiungere le mete che si era prefisso. Le riforme, finalmente, si faranno. Già da subito, il piano d’interventi è assai ampio; ma su alcune posizioni, anche l’Opposizione sembra pronta a collaborare. Ci sono, ovviamente, dei distinguo, ma la linea dell’esecutivo appare percorribile.Il PdL, lasciato il ruolo di spirito guida dell’alleanza con Bossi, ha aperto alle responsabilità di governo in modo assai più incisivo che per il passato. Berlusconi si è reso conto, a parte le solite polemiche da botteghino, che per non essere emarginato c’è da ritrovarsi in un gran partito europeo che possa essere condiviso dalla maggioranza del popolo italiano. La governabilità, con i recenti provvedimenti firmati dal Colle, sembra definitivamente garantita per gli altri canonici tre anni. Sembra, ma non riteniamo che sia solo una nostra impressione, che i politici intendano impegnarsi meglio per il futuro della penisola. Noi, per costituzione mentale, restiamo assai cauti sui “tempi migliori” che dovrebbero venire prima della naturale fine della Legislatura. L’importante è aver ritrovato una meta comune. Se il varo delle riforme resta, almeno in questa prima fase, dietro l’angolo, la Maggioranza dovrà affrontare, da subito, meccanismi per risolvere complessi problemi economici e sociali che stanno travagliando la penisola. Insomma, ci s’attivi per dare nuove prospettive alla produttività. La Legge Finanziaria per il corrente anno resta un palliativo per le emergenze nazionali. Ma non si poteva proporre nulla di meglio. Disoccupazione, inflazione, riforma fiscale ed elettorale sono i nodi da sciogliere in meno di 36 mesi. Se questo 2010 vedrà, almeno in parte, concretizzarsi le realizzazioni che la squadra PdL/Lega ha in animo, possiamo, già da ora, affermare, con la coerenza di chi attentamente osserva il fronte politico nazionale, che l’Italia inizierà il suo cambiamento. Sarà un cammino tutto in salita; ma lo sforzo sarà, finalmente, compensato dai risultati.