Ex-An in ordine sparso, Meloni: “La scissione è un suicidio”, Tremaglia: “La fusione nel Pdl fu un errore”. Mentre il Pdl aspetta di vedere se lo strappo tra Fini e Berlusoni si trasformerà in una rottura definitiva o nella nascita di una corrente interna, tra gli ex-An c’è fermento e la preoccupazione è più forte fra coloro che oggi hanno incarichi di governo come Giorgia Meloni. La “disgregazione del partito” che per ora sembra “scongiurata” sarebbe “un autentico suicidio per un'intera storia”. Si esprime così sul Corriere della Sera la ministra della gioventù che si dice “amareggiata” e “avvilita” per la situazione del Pdl ma “al lavoro, perché si trovi un accordo forte”.Meloni : se Fini esce dal partito non lo seguo – “Troppi politici, giornalisti, esponenti dei poteri forti – spiega – si muovono in questi giorni per tenere lontani Fini e Berlusconi”, lei invece parla “con Fini” e “con Berlusconi” per mediare. Non è ancora stata “invitata” alla riunione dei finiani di oggi, ma “se si tratta di una conta – sottolinea – non credo che sia opportuna”. In ogni caso “la direzione di giovedì aiuterà molto a risolvere i problemi”. Pur “contraria ad ogni disgregazione”, Meloni vede necessario “far valere di più la storia fatta di An, destra, giovani, conservatorismo etico, nel partito. Per esempio chiedendo che si discuta di più”. Se Fini vorrà fare una minoranza, comunque, “non sarà un dramma”, ma se dovesse uscire dal partito, Meloni non lo seguirà perché si dice “fedele più a qualcosa che a qualcuno”.Tremaglia: la fusione nel Pdl fu un errore – “La fusione era un errore, adesso voltiamo pagina”. In un'intervista a Repubblica, Mirko Tremaglia si schiera con Gianfranco Fini “per rispetto al mio mezzo secolo di storia politica” e perché “la sua svolta è in linea con la battaglia contro la partitocrazia che da sempre la destra italiana ha portato avanti”. “Noi con la nostra tradizione politica – aggiunge – la nostra storia, non diremmo mai che siamo i migliori mai visti negli ultimi 150 anni”. “Il consiglio che ho dato a Gianfranco – dice – è quello di evitare la scissione, non è necessaria. Ma è necessaria la nascita di un gruppo parlamentare autonomo o di una componente comunque alleata, federata che resti dentro la maggioranza” con “piena autonomia”.Fisichella: Fini fai un gesto di rottura – “Fini si rafforza solo se fa vedere che non rimane all'interno del meccanismo. Ma se all'interno del Pdl si limiterà a fare solo guerriglia, non arrivando mai alla guerra aperta, l'elettorato di centrodestra lo valuterà come un sabotatore”. E' l'analisi di Domenico Fisichella, cofondatore di An nel 1995, secondo il quale “questo è il momento del coraggio strategico, e sarebbe la prima volta che Fini ne dà prova, perché tutte le altre mosse potrebbero indebolirlo”. Per il politologo “tutto dipende dalla consapevolezza che Fini ha della gravissima crisi etico-civile e istituzionale, persino più grave di quella economica, alla quale l'Italia è stata portata oltre che dalla Lega anche dai suoi alleati all'interno del Pdl, a cominciare da Berlusconi e Tremonti”. Se Fini è consapevole in pieno, è il ragionamento di Fisichella, “arriverà a un gesto di rottura”, altrimenti “l'esito rispetto all'obiettivo politico e alla gravità dei problemi italiani sarebbe inevitabilmente modesto”, perché su sistema elettorale, riforma istituzionale, federalismo e presidenzialismo, Fini “sa già che dall'interno combatterebbe una battaglia persa”. La competitività tra Fini e i suoi ex “colonnelli”, Fisichella la spiega con il fatto che “ognuno di loro si ritiene in grado di occupare la posizione più alta, questa è la ragione della loro ostilità”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/04/20/ex-an-meloni-tremaglia-fisichella.html