di Elisabetta Ligori
Presidente D'Alì, avete presentato una mozione che ridimensiona fortemente l'allarme sul global warming e che è stata approvata. Una posizione che le opposizioni hanno fortemente criticato…
“Noi non siamo scienziati, ma politici. Prendiamo atto dell'incertezza del mondo scientifico sulle dinamiche del cambiamento climatico e sulla possibilità dell'uomo di incidere sulla temperatura del globo. Invitiamo il nostro governo e i governi degli altri paesi ad andare più sul concreto, con specifici interventi in materia ambientale, dalla deforestazione all'inquinamento chimico. Tutte quelle che sono le vere emergenze planetarie”.
Ma così l'Italia non rischia di trovarsi isolata da contesto internazionale?
“No. Anzi, il contesto internazionale entrerebbe nel vivo del dibattito proponendo iniziative concrete. Soprattutto in questa fase dopo l'intervento del presidente Obama che ha ricondotto la sua politica di green economy a una concretezza insolita”.
Il senatore Rutelli con uno stratagemma ha cercato di mettere in difficoltà governo e maggioranza riproponendo nella sua mozione delle vere e proprie citazioni dal documento finale del G8. Come giudica questa iniziativa?
“Lo stratagemma è stato intercettato e poi confessato dallo stesso protagonista. Abbiamo approfittato per votare una parte di quella mozione che convalida la buona politica del governo in tema di energia nucleare. Abbiamo detto al senatore Rutelli che siamo preoccupati da ciò che stato fatto dai governi precedenti, ma siamo ancora più preoccupati di pensare a quello che si potrà fare. La nostra mozione aveva un senso di indirizzo, mentre tutti gli altri gruppi hanno inteso confondere la nostra iniziativa con una serie di proposizioni che lasciano il tempo che trovano”.
