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Liberate i nostri tre connazionali

Autore Fabio Evangelisti

La notizia è di quelle rassicuranti: i tre operatori umanitari di Emergency arrestati hanno finalmente ricevuto la visita dell’inviato della Farnesina e del nostro ambasciatore a Kabul. Stanno bene e all’interno di una struttura di nuova costruzione. Bene! Ciò non toglie che non ci è piaciuto come si è mosso il nostro governo, e il suo titolare della politica estera. Siamo stati, infatti, profondamente insoddisfatti dell’audizione del ministro Frattini, tenuta nelle commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, il quale non ha sentito il dovere di esprimere neanche una parola di solidarietà alle famiglie dei tre volontari sequestrati.

La sua affermazione: “L'Italia vuole avere una risposta completa e urgente sul caso dei tre operatori arrestati lo scorso sabato nell'ospedale della Ong a Lashkar Gah… il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al presidente afgano Hamid Karzai” fa sembrare questa drammatica vicenda una semplice formalità da trattare con grande diplomazia.

I toni usati in questi giorni non nascondono il sospetto del capo della Farnesina che i tre operatori di Emergency possano essere coinvolti in questa vicenda. Il Ministro Frattini era già scivolato nella palude della demagogia propagandistica, attaccando Gino Strada colpevole di avere dato una lettura possibile , diremmo probabile, a quanto accaduto in quel magazzino del Centro Chirurgico di Emergency.

Il dubbio che abbiamo è il ministro Frattini non abbia neppure preso in considerazione che i nostri tre connazionali, in quanto espressione di Emergency , siano vittime di una montatura con l’obiettivo di allontanare osservatori scomodi in una zona dove, troppo spesso, si verificano vere e proprie azioni di guerra con decine di vittime: spesso civili.

Emergency è un’organizzazione umanitaria che fa onore all’Italia nel mondo e non un covo di terroristi. In quell’ospedale sono stati curati i talebani come i mujaheddin, i poliziotti e i soldati afgani, gli sciiti e i sunniti, i bianchi e i neri, i maschi e le femmine e soprattutto i civili afghani che raccontano gli orrori che nessuno documenta.

L’aspetto che disturba di più di Emergency non è quello umanitario, ma la continua denuncia di quanto accade, senza mediazioni e filtri: raccontando quanto si è visto e sentito da vittime innocenti, martoriate da una guerra che continua in un dietro le quinte opportunamente occultato. Questo è uno degli elementi che il ministro Frattini ha escluso a priori nella valutazione di questa vicenda.

È uno dei tanti casi di doppiopesismo di questo governo, garantista sempre con i ladri e non con gli operatori umanitari.

Se protagonisti di un caso come questo fossero stati tre cooperatori americani o inglesi, il ministro Frattini e il presidente del Consiglio Berlusconi si sarebbero sentiti in dovere di esprimere solidarietà a governi e familiari.

Il Governo, anziché inviare letterine di Babbo Natale a Karzai, chieda l’immediato rilascio dei nostri tre connazionali e si impegni perché il Centro Chirurgico di Lashkar Gah possa tornare sotto il controllo di Emergency e riprendere al più presto la sua indispensabile azione di soccorso e di assistenza.

Noi stiamo con Gino Strada e con Emergency.

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