QUESTO ARTICOLO E’ DEDICATO A QUEI LAVORATORI CHE PERDERANNO IL LAVORO
di Filippo Giannini
Nel mio precedente articolo “Simbiosi fra capitale e lavoro”, terminai con queste parole: Era iniziata la beffa ai danni dei lavoratori>.
Ed ora, caro lettore, leggi la motivazione: . Queste parole le leggerei in modo che segue: .
Mi sbaglio?
Benito Mussolini nell’ultima intervista (che passa come il suo testamento politico) rilasciata al giornalista Gian Giacomo Gabella, fra l’altro disse: . Dopo quattro giorni venne assassinato (e ancora oggi non si sa come!) e il suo corpo appeso per i piedi a Piazzale Loreto.
Pochi giorni prima, esattamente l’11 marzo, Nicola Bombacci, uno dei fondatori del Pcd’I (Partito Comunista d’Italia) parlando al Teatro Universale, di fronte alle commissioni interne degli stabilimenti industriali, fra l’altro disse: . Ma già in precedenza, a dicembre 1944, Bombacci visita la Mondatori, già socializzata traendone sorpresa ed emozione, così scrisse a Mussolini: .
Tra la fine di quell’anno e i primi mesi del successivo parla a Como, Busto Arsizio, Pavia, Venezia, Brescia, privilegiando sempre il contatto con il mondo del lavoro.
Decisamente più significativa l’assemblea tenuta il 13 marzo allo stabilimento industriale dell’Ansaldo di fronte a più di un migliaio di operai. Bombacci parla di conquiste sociali operate dal fascismo, raffronta le condizioni del lavoro italiano con quelle degli altri Paesi e continua: . Iddio non concesse a Bombacci di vivere ancora per molto: poco più di un mese dopo fu allineato a ridosso del muretto di Dongo insieme ad altri compagni di fede e fucilato dai partigiani. Poco prima della scarica, alzò il braccio nel saluto romano e gridò: .
Ora tu, operaio di Termini Imerese che fra poco non avrai più il lavoro, ringrazia Mario Berlinguer e i suoi compagni, essi ti hanno tolto la possibilità di godere della . Il testo così continua: (Il Consiglio di Gestione) decide inoltre sulla stipulazione dei contratti di lavoro aziendali con le associazioni di lavoratori e su ogni (attenzione! Questo compete a te, licenziando) altra questione inerente alla disciplina e alla tutela del lavoro nelle imprese>. In altre parole, caro lavoratore che stai per perdere il posto di lavoro, Mussolini, con la legge sulla Socializzazione, ti faceva compartecipe, insieme al dirigente e al proprietario dell’azienda, non solo alla partecipazione degli utili, ma anche alla gestione dell’azienda.
Questa Repubblica nata dalla Resistenza, nella sua Costituzione riconosce, nell’articolo 46 attesta: . È trascorso molto più di mezzo secolo da quelle enunciazioni, tu, operaio che hai perso il lavoro ne hai più sentito parlare? Perché?
Non te lo sei mai chiesto? Allora proverò a spiegartelo io e sfido chiunque a contestarmi: ripropongo quanto sopra ho scritto, e cioè: i vari .
Tu, lavoratore, potresti obiettare che quel che era valido settanta anni fa, oggi non lo è più. Riporto un pensiero dell’avvocato Manlio Sargenti: .
A te lavoratore di Termini Imerese e a tutti coloro che si trovano nelle stesse tue condizioni, desidero farti osservare un’ultima cosa: se la tua azienda fosse stata socializzata, solo tu avresti potuto considerare la chiusura, perché oltre al proprietario, anche tu saresti stato compartecipe alla proprietà dell’azienda. Ora sai chi devi ringraziare delle tue sventure: il compagno Berlinguer e tutti coloro che ti avevano promesso il paradiso rosso, tutti compagni che altro non erano se non scherani del grande capitale plutodemocratico.
Quel che ho scritto ripetutamente, lo ripeto: “Sei stato truffato”, e questa truffa si perpetua da quasi settant’anni.