di Dario Caselli
Senatore, martedì il ministro Alfano interverrà in Aula su ddl per la riforma forense e la maggioranza punta ad approvare il provvedimento. Un'occasione per qualche ripensamento?
“Il dialogo tra Parlamento e Governo è essenziale. Da parte nostra abbiamo accettato di buon grado di terminare la discussione martedì. Dobbiamo rivendicare la bontà di questo disegno di legge, che difende e promuove la qualità dell'avvocato moderno, l'affidabilità nei confronti dei clienti ed il ruolo costituzionale della difesa che è una cosa seria e non può essere svilito come alcuni settore del parlamento ci chiedono di fare”.
Quella che varerete è una riforma attesa da decenni, alla quale guardano con fretta e favore gli ordini più importanti come i penalisti e parte dell'avvocatura. Dall'opposizione però giunge l'accusa di non aver tutelato i giovani avvocati sul fronte del tirocinio…
“Come presidente di un ordine forense sono sensibile su questi temi, ma tuttavia dobbiamo dire che ci siamo fatti carico del problema. I giovani più responsabili sanno però che la selezione vera per i meritevoli è la prima garanzia per la prospettiva della loro professione e dell'affidabilità dei clienti. La legge professionale ha resistito per molti decenni per due motivi: si trattava di una legge fatta bene, robusta per i suoi tempi e che sapeva guardare al futuro; e poi il fatto che non si è riusciti nel corso dei decenni a consolidare un ampio consenso per una riforma. Ora che questo ampio consenso si è formato e che il governo e questa maggioranza hanno consentito una piena partecipazione alla redazione del provvedimento , senza contare gli scioperi per sollecitarci a fare questa legge, non farla o perdere tempo mi sembrerebbe assurdo. Credo che anche il ministro Alfano ci incoraggerà in questa direzione”.
Nessuna possibilità, quindi, di pensare ad una modifica? Nemmeno piccoli interventi di natura tecnica, come ha fatto intendere il relatore. E sull'ipotesi di un compenso durante il tirocinio?
“Sugli aspetti fondamentali credo che non si tornerà indietro, perchè il passo che stiamo tenendo è avanzato e ci siamo già fatti carico di quei buoni emendamenti migliorativi che erano stati indicati dai vari settori sia professionali che politici. Quindi non saranno fatti passi indietro. Invece per quanto riguarda gli aggiustamenti tecnici su punti particolare è possibile che saranno presi in considerazione interventi di modifica. Sulla retribuzione del lavoro del praticante, debbo chiarire che la questione è stata lungamente approfondita, ed alla fine si è optato per non prevedere alcun compenso. Si è trattato di una scelta alla luce della considerazione che sarebbe stata contraria al percorso della formazione professionale. Questo non significa però che tenteremo di esaminare forme che non trasformino l'accesso alla professione un diritto di censo, ma rappresenti la sede di un'effettiva selezione dei meritevoli. Questo è nell'interesse dei nostri giovani migliori, dell'esercizio della professione, degli ordini forensi ma anche dei clienti che ad essi si devono rivolgere”.