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Afghanistan, Frattini: liberi i tre operatori di Emergency

I tre operatori italiani di Emergency, Marco Gratti, Matteo dell'Aria e Matteo Pagani, arrestati sabato scorso dalle autorità afghane sono tornati in libertà, e partiranno per l'Italia nelle prossime ore. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, quando i tre, nel primo pomeriggio, si stavano già dirigendo verso l'ambasciata a Kabul dove attualmente si trovano. “Abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioé la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afghane e la coalizione internazionale”, ha spiegato il titolare della Farnesina. Già questa mattina si aveva sentore che la vicenda stesse andando verso la soluzione. “Sono su di morale, forte, sto bene e vi saluto tutti”, ha detto Matteo Dell'Aira, al telefono da Kabul, alla compagna Paola, a Milano. Felicità e sollievo anche da parte dei familiari degli altri operatori liberati, allertati in mattinata e prontamente informati della liberazione dei loro cari.”Intensa azione diplomatica” – Il rilascio dei tre cooperanti di Emergency a Kabul, ha aggiunto, “é il risultato dell'intensa azione condotta dalla diplomazia italiana che ha agito con straordinaria professionalità e discrezione, nel rispetto delle istituzioni afghane che l'Italia e la comunità internazionale stanno aiutando a crescere”. Poi, nel corso di una conferenza stampa, ha detto “grazie” a tutti coloro che hanno collaborato alla liberazione dei tre operatori di Emergency per aver “lavorato tutti davvero come una squadra”. In particolare Frattini si è rivolto al suo staff a Roma e Kabul, all'ambasciatore in Afghanistan Claudio Glaentzer ed al suo inviato ambasciatore Massimo Iannucci. E' stato un lavoro, ha sottolineato Frattini, portato avanti con “contatti discreti” con l'intelligence afghana nel “rispetto” delle autorità di Kabul. “Ma non per questo meno determinanti”, ha rilevato a sua volta Letta aggiungendo che “questo del resto era lo spirito della lettera di Berlusconi a Karzai”.Emergency: speriamo che siano liberi anche dalle accuse – “Sappiamo solo che sono liberi e, ovviamente, siamo felici”. Sono queste le prime parole del responsabile Comunicazione di Emergency, Maso Notarianni, dopo la notizia della liberazione dei tre italiani. “I nostri rappresentanti stanno andando all' ambasciata italiana a Kabul – ha proseguito – sappiamo che i tre sono lì.”. “Speriamo – ha concluso Notarianni – che siano liberi sia fisicamente sia dalle accuse”. “Siamo molto, molto felici che i nostri tre operatori siano stati finalmente liberati e che abbiano potuto contattare le loro famiglie dopo otto giorni di angoscia”: è il commento 'a caldo' di Cecilia Strada, presidente di Emergency e figlia di Gino Strada. “Non avevamo dubbi sul fatto che tutto si sarebbe risolto bene – ha detto Cecilia Strada – perché abbiamo sempre saputo che sono innocenti, così come lo sapevano le centinaia di migliaia di cittadini italiani che ci hanno sostenuto in questi giorni”. I tre operatori, ha detto, stanno bene e sono felici di essere liberi. Una liberazione che secondo Emergency è stata possibile “grazie al lavoro di tutti coloro che si sono adoperati in questi giorni”. Non sa ancora, Cecilia Strada, se e quando i tre operatori potranno tornare in Italia: “Ora è il momento della gioia, poi si ragionerà su cosa fare”.Sul web: nessuna notizia degli afghani – Sollievo per la liberazione di Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani Guazzugli Bonaiuti, viene espresso da Emergency, che però nel dare la notizia sul proprio sito, sottolinea come invece non si abbiano ancora notizie sui collaboratori afgani “ancora trattenuti dai servizi di sicurezza”. Sotto il titolo in maiuscolo “Sono liberi!!!”, la Ong fa presente che i tre italiani “fino a oggi detenuti in una struttura dei servizi di sicurezza afgani, sono stati liberati, non essendo stato possibile formulare alcuna accusa nei loro confronti”.”Finalmente, dopo una settimana d'angoscia, e senza aver potuto beneficiare delle garanzie previste dalla costituzione e dalla legge afgane vigenti, potranno contattare le loro famiglie e i loro colleghi”, scrive ancora Emergency.. Nel ringraziare “tutti coloro che hanno lavorato insieme a Emergency per il rilascio, in Italia, in Afganistan e nel mondo”, la Ong assicura che i propri avvocati “continuano a seguire la situazione dei collaboratori afgani ancora trattenuti dai servizi di sicurezza, dei quali non abbiamo notizie né in merito alle loro condizioni di salute, né alla loro condizione giuridica, ne al luogo presso il quale sono tuttora trattenuti”.http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/04/18/emergency_liberi_italiani.html

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