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Berlusconi commette un gravissimo errore se non abbozza con il Presidente della Camera

L’errore che commette Silvio Berlusconi nel redarguire senza appelli l’on. Fini a rinunciare ai gruppi autonomi è gravissimo.
La logica del Premier non riesce a distaccarsi dalla comune dialettica di ogni giorno. Egli non si rende conto che quello non è il giovanotto leader di AN con il quale ha costruito il PDL ma il Presidente della Camera dei Deputati. Quella carica è una investitura solenne al di sopra degli accordi precostituiti per gli interessi delle maggioranze di governo. Un Presidente della Camera dei Deputati ha il dovere di guardare al paese, ai suoi interessi, mille Berlusconi non valgono tutto questo.
La carica di Gianfranco Fini definita Alta per antonomasia, non può che muoversi per il bene supremo del paese. La presidenza del Consiglio non è una carica altrettanto alta.
Parimenti il Cavaliere non si rende conto che non è in grado di poter licenziare il presidente della Camera, non ne ha la facoltà, la forza, il potere. Non potrebbe riuscirci mai ma neanche avrebbe dovuto minacciare una tale eventualità. L’errore politico è grave perché tratta Fini come un suo dipendente ma è ovvio che non può essere così.
Lo so che è difficile da comprendere come qualsiasi Pinco Pallo anonimo, divenuto Presidente della Camera, smetta di essere quello che era sempre stato per diventare qualcosa che non avrebbe mai scelto di essere. Ma è così. Funziona proprio così. E’ un bagno nel quale si immerge tutta la persona e dal quale prende una patina che lo investe e colora smacchiandolo e lucidandolo.
Queste cariche “Alte”, sono alte proprio per questo perché guardano dall’alto in basso alle miserie degli uomini singoli ed ai loro interessi di parte.
Se il Presidente del Consiglio vuole ancora governare, lasci stare e non perseveri negli out-out, non gli conviene perché Gianfranco Fini interpreta ai massimi livelli il copione in suo possesso.

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