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“La statuaria della passione nell’Antica Chiesa Madre di Massafra”

In occasione della riapertura del 10 aprile 2010 dell’Oratorio dell’Arconfraternita SS.mo Sacramento di Massafra / Puglia (ubicato tra l’Antica Chiesa Madre di San Lorenzo e la Chiesa del Purgatorio, realizzato su strutture preesistenti versosimilmente del secolo XVI), è stata stampata a cura della Confraternita SS. Sacramento, Comune di Massafra e Antica Chiesa Madre S. Lorenzo Martire, una magnifica cartella artistica dal titolo “Itinerario della Passione” con 8 tavole grafiche del noto artista Nicola Andreace, i cui disegni sono divenuti soggetti di altrettante tele pittoriche di cm. 50X70 donate dall’artista all’Arciconfraternita, che le ha affisse alle pareti dell’oratorio, e vi resteranno in permanenza, per scandirne gli spazi insieme con altri oggetti dell’antica Chiesa Madre. Le composizioni raffigurano le statue in cartapesta, di scuola leccese, la maggior parte settecentesche, che, ogni anno, da sempre, sfilando in processione il venerdì santo, tra fede e passione, nel solco della devozione, celebrano un suggestivo itinerario visivo di drammatico vigore.
Oltre alle apprezzate grafiche, la cartella contiene una introduzione del sindaco di Massafra dott. Martino Tamburrano, l’ intervento di Pietro Carone (Priore dell’Arcicnfraternita del SS.mo Sacramento), un importantissimo saggio di Mons. Cosimo Damiano Fonseca (L'«Atletica penitenziale”: alle origini della religiosità e della ritualità barocca in Puglia) e le schede di Francesco Resta, membro dell’Arciconfraternita. Schede dal titolo “La statuaria della passione nell’Antica Chiesa Madre di Massafra” in cui parla, appunto, della Processione dei Misteri a Massafra.
Nel complimentarci con l’autore, riportiamo quanto da lui scritto.
“Il venerdì è il giorno della Processione dei Misteri, uno dei momenti più alti della religiosità.
La processione, curata dalla cinquecentesca Arciconfraternita del SS. Sacramento, ha come quinta naturale il Centro Storico, ingrediente indispensabile per valorizzare i motivi sociali, spirituali e religiosi che furono alle origini di questo cammino penitenziale. L'ambiente rende quanto mai vicino il passato, con il tempo impresso sui muri, nonostante il biancore della calce smorzi la sua voracità.
Garantito il necessario spirito di raccoglimento che si traduce in meditazione.
II cammino penitenziale, espressione di fede e preghiera, prende il via dall'antica Chiesa Madre, nella parte a sud della Città, per snodarsi sulla ripida Via Muro, in una sequela di abitazioni messe l'una contro l'altra senza il respiro di strade o piazze. E' l'antico che si arrampica al nuovo.
La processione trova nei vicoli e nelle piazzette dell'antica Massafra gli stessi scenari della Palestina, dove circa duemila anni fa si consumò la drammatica passione di Cristo. Le otto statue, la maggior parte settecentesche, tutte in cartapesta, di scuola leccese, con la caratteristica barba biforcuta del Cristo, sono unite dal filo della fede, accompagnate dai segni della devozione, capaci di ipnotizzare una Città, di far calare il silenzio e la meditazione, di custodire fascino e di regalare antiche e sempre vive emozioni.
Alla processione partecipano i confratelli, le consorelle e i portatori vestiti di nero che, come lascia intendere il loro nome, portano le statue tranne quella della Addolorata, privilegio esclusivo riservato alle donne, anch'esse vestite di nero. I portatori, i cosiddetti “muschieri”, dondolano con un sincronismo specifico definito “nazzicata”. Il movimento si fa risalire alla profonda partecipazione al martirio di Cristo. Molto particolari sono le “paranze”, coppie di confratelli, con cappuccio calato sul volto, che si intercalano tra una statua e l'altra. Sono anche chiamati “pupiranni” o”perdoni”. Nelle ancestrali tradizioni dovrebbero rappresentare i soldati che accompagnarono Cristo al Calvario, gli stessi poi, diventati penitenti. Simboleggiano il perdono che viene chiesto a Cristo per il suo martirio, in favore dell'umanità. Possono anche rappresentare gli antichi pellegrini che andavano a Roma chiedendo, come riscatto, il perdono dei propri peccati. Sotto ogni cappuccio, dove il tempo si ferma, c'è un volto, una colpa da consumare, una richiesta da esaudire, una preghiera, una speranza.
Le statue della Processione:
“Gesù all'Orto”, il primo momento della Passione di Cristo. realizzata da Nicola Galeone, un artista di Francavilla. vissuto per molti anni nella Città di Massafra. “Gesù alla Colonna” (vedere foto) è la statua più recente. Realizzata nel 1983, ha sostituito la vecchia che rappresentava Cristo piegato in avanti con una nodosa corda attorno al collo. “Gesù con Pilato” o “Ecce Homo”, con molta probabilità, fu acquistata nel 1783 dalla Confraternita del SS. Sacramento a Lecce presso la bottega del maestro cartapestaio Pasquale Ingrosso. Di ciò vi è traccia nei documenti storici dell'Arciconfraternita. La quarta statua è l'incontro di “Gesù con la Veronica”. Essa è quasi mai rappresentata nelle processioni dei Misteri di nostra conoscenza. Una autentica rarità. “Gesù che cade sotto la Croce” è il simbolo delle tre cadute sulla via del calvario. E' grande l'espressione di sofferenza del Cristo, con in primo piano la sua biforcuta barba. La sesta statua è la più grande ed anche la più pesante: “Gesù in Croce” o “Calvario”. Esiste traccia d'acquisto effettuato nel 1870. “Gesù Morto”. Dalla bara su cui è disteso il corpo di Gesù, con chiodi e corona di spine, partono sei “cordoni” di velluto viola che sono retti da sei uomini, chiamati “I Cavalieri di scorta a Gesù Morto”. Questo onore viene concesso dalla Confraternita del SS. Sacramento ad autorità e personalità cittadine. Una fila di donne, comunemente detta “teoria”, con al centro alcune paranze di confratelli, seguiti dal Padre Spirituale della Confraternita, precede la statua della “Madonna Addolorata”. Questa è tra le più antiche. E' di fattura leccese e fu ordinata nel 1783. Il volto sofferente della Madonna e il suo cuore trafitto, complice la fine della Processione, provocano forte emozione e profonde meditazioni.

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