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QUAGLIARIELLO: La riforma fondamentale l’hanno fatta i cittadini

“Per evitare una girandola inutile di opinioni e di velleita’ che allontanino anziche’ avvicinare i cittadini al tema delle riforme istituzionali, ci vorrebbe quantomeno un po’ di precisione e di rispetto per le posizioni degli interlocutori”.

Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.
“Per quel che mi riguarda credo che la riforma fondamentale delle nostre istituzioni sia stata fatta dai cittadini, in quanto dal ’94 a oggi siamo passati da una democrazia fondata sulla centralita’ dei partiti a una democrazia che vede al centro gli elettori. Questa conquista di modernita’ puo’ ora essere formalizzata rafforzando gli strumenti in capo all’esecutivo per rispettare gli impegni assunti con gli elettori, garantendo maggiori poteri di controllo al Parlamento e delineando un bicameralismo piu’ snello e piu’ efficace. In questo contesto, le formule – presidenzialismo, semipresidenzialismo, premierato – sono come le intendenze: seguono gli obiettivi e non li precedono. Esattamente come le leggi elettorali. Solo in Italia, infatti si ritiene di poter riformare lo Stato cambiando la legge elettorale, che invece rappresenta una scelta empirica e approssimativa che si codifica a seconda delle circostanze storiche.

Per questo motivo, ad esempio, la Quinta Repubblica francese ha potuto convivere con sistemi elettorali differenti, senza che fosse mai stata ritenuta obbligatoria l’adozione del secondo turno. Parlare di modifiche e perfezionamenti di una legge elettorale a fine legislatura non e’ certamente una bestemmia. Ma caricare tutto sul sistema di voto utilizzando formule ad effetto come fa il senatore Zanda e’ a dir poco strumentale. Consigliamo ai tanti denigratori dell’attuale legge elettorale di ricordare cosa si diceva quando era in vigore il Mattarellum, e di guardare in direzione della rossa Toscana, dove un sistema di elezione regionale analogo a quello vigente per le Camere non ha nemmeno il pregio di sposarsi con l’alternanza delle forze politiche al governo”.

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