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Il padre di un bambino autistico

Il padre di un bambino autistico

Una lettera di un padre sulla mancanza di aiuto ai genitori dei bambini autistici.
“Caro Beppe, mi chiamo Davide, ho 38 anni e sono della provincia di Bari, sono un Sottufficiale dell’Esercito, e mi occupo di informatica, in questo momento in missione in Libano. Sono sposato da 13 anni e papà di 2 bambini Enrico di 10 anni e Luca di 9 . Luca è un bambino autistico, questa lettera la scrivo per il problema di Luca. Da quando aveva 2 anni io e mia moglie ci siamo accorti che qualcosa non andava e consultati con alcuni medici, i quali ci comunicavano che il problema era l’autismo. Leggendo fra i vari siti e forum, le informazioni che si trovano sono pressochè le stesse, per quanto riguarda il trattamento della patologia ci sono più strade che si possono percorrere, più o meno valide, ma che non risolvono il problema. Nel danno, caro Beppe, c’è anche la beffa, è da quasi sei anni che sono in causa con lo Stato, in quanto non mi riconoscono nessuna indennità di accompagnamento, indennità per noi fondamentale visto che quasi tutte le attività terapeutiche che facciamo sono a pagamento, perchè la “grande” Regione Puglia non sovvenziona, e non solo, non organizza, non supporta …. Praticamente non esiste! Non esistono strutture adeguate per questi bambini, infatti uno dei miei tormenti è il pensiero di quando io e mia moglie non ci saremo più! Cosa succederà? Luca dove vivrà? E non posso non pensare a quella tragedia in Sicilia qualche anno fa dove un padre uccise il figlio autistico, preso dalla disperazione, anche per la totale assenza delle istituzioni. Poi c’è il capitolo delle cause, che non si conoscono ancora, oppure non vogliono farle conoscere? Un dubbio mi assale, per il mio lavoro ho dovuto “subire” molte vaccinazioni, e credimi ne ho fatte davvero tante! Ma quando chiedo se potrebbe esistere una relazione fra i vaccini e l’autismo tutti i medici che ho consultato mi hanno risposto di no, ma io so benissimo che non è così, ma non so come dimostrarlo, una volta ho pensato di fare causa allo Stato, ma non posso dimostrare niente e poi non posso permettermi dei legali che possano intreprendere questo percorso con me. Poi c’è sempre il discorso delle strutture ospedaliere e universitarie estere, leggo che in Inghilterra, e negli Stati Uniti, sono sempre 20 anni avanti a noi! Ma non so se poi è vero. Un giorno su Discovery channel ho visto una trasmissione che trattava lo studio dei disturbi mentali a Sidney, ho contattato l’università in questione e mi hanno risposto che loro trattano anche problematiche inerenti all’autismo ed hanno ottenuto ottimi risultati, è impensabile per me potermi recare in Australia, per l’elevato costo che ne comporterebbe. Tu adesso ti chiederai perché ti sto scrivendo una lettera? Ci sono molti motivi per i quali mi rivolgo a te, principalmente perché spero che tu possa portare all’attenzione di tutti la problematica dell’autismo, delle famiglie che vivono questi disagi e della assenza dello Stato, e poi per fare il reale punto della situazione su questa problematica, coinvolgento i medici i legali e tutti quelli che riterrai opportuno per dare informazioni reali. Spero che questa mia lettera non venga cestinata, anche perché non abbiamo nessuna ancora di salvezza alla quale aggrapparci!.” Davide C.

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