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DISCORSO CHIARO SUL PIEMONTE

Domenica si vota per l’elezione di 13 consigli regionali tra cui quello del Piemonte e credo sia fondamentale un ribaltamento della situazione attuale perché – conti alla mano – l’esperienza della presidente Bresso per me è stata del tutto insufficiente.

Chiunque abbia buona memoria può confrontare gli interventi regionali nella nostra zona nel decennio precedente (giunta di centro-destra) con quelli di questi cinque anni, nonostante la presenza di ben tre consiglieri regionali del VCO tutti espressione della attuale maggioranza di sinistra.

Nel civile rispetto delle diverse opinioni, credo sinceramente che avremmo tutti da guadagnare eleggendo il novarese Roberto Cota a presidente anche per non avere più una presidente torinese come Mercedes Bresso che (come nel recente passato) è stata del tutto accentratrice per la propria zona di provenienza: fatti ed investimenti parlano chiaro.

C’è poi un altro motivo di grande debolezza della presidente Bresso: per tentare di vincere ha messo insieme un numero sterminato di liste che vanno dall’UDC e i Moderati, all’Italia dei Valori del giustizialista Di Pietro a Rifondazione Comunista ai Comunisti italiani ai Radicali che tra loro sono del tutto antitetiche nei programmi, nei valori e nei principi: sembra la fotocopia del defunto governo Prodi. Le polemiche non servono, ma so che molti amici cattolici e dell’UDC si sentono in coscienza molto perplessi (anche dopo le recenti sottolineature dellla CEI) ad appoggiare una presidenza che in passato non ha mai fatto mistero delle sue convinzioni in ordine alla sacralità della vita, all’aborto, alle malattie terminali. Visto che la salute è di primaria competenza regionale sono cose che contano.

Qualcuno non vuole votare Roberto Cota perché è della Lega Nord e a ben pensare questo refrain contro la Lega è stato l’unico ritornello unificante che dall’UDC al PD si è sentito ogni giorno. Ma perché “contro”? Io non sono della Lega Nord, ma proprio perché da tanti anni faccio il deputato a Roma credo che quando il centro-destra (molto più unito della sinistra) vuole un federalismo vero ed una autonomia fiscale credibile non ci sia nulla di male a chiederlo e a lavorare seriamente per ottenerlo. Roberto Cota conosce bene la regione: è stato per cinque anni presidente del Consiglio regionale, da sempre si occupa dei problemi piemontesi. Ecco perché va allargato il consenso elettorale per Cota, ma soprattutto va fatto al di fuori degli attuali elettori di centro-destra e soprattutto chiamando a votare chi ha poca voglia di farlo. Per votare Cota si votano le liste a lui collegate e sottolineo – soprattutto nel VCO – che se la Lega recuperasse voti ma ai danni del PDL rischiamo seriamente, però, di perdere la possibilità di eleggere un consigliere regionale del territorio perché per conquistare un seggio pieno da noi ci vuole il 33,34% dei voti, percentuale superata dal PDL l’anno scorso alle provinciali (34%) ed alle concomitanti elezioni europee (37%) mentre la Lega prese rispettivamente il 17 ed il 20%. Ricordiamoci che Forza Italia cinque anni fa non conquistò alcun seggio pur superando il 27% dei voti: questi sono numeri e non opinioni, ma che dimostrano che per far rappresentare a Torino la nostra provincia bisogna conoscere anche questi dettagli.

Per questo io voterò per il PDL ricordando che i candidati locali sono due (VALERIO CATTANEO e LUIGI SONGA) ma che si può scrivere un solo voto di preferenza. Sono tutti e due degli amici e quindi gli auguri li faccio ad entrambi.

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