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La Grecia approva la legge sullo status degli emigranti

La Grecia approva la legge sullo status degli emigranti

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Il parlamento greco ha approvato la proposta di legge sulla concessione della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Grecia, o che frequentano da 6 anni le scuole greche, oltre al diritto di voto per i loro genitori residenti legalmente da 5 anni sul territorio. La legge toccherà in particolar modo di migliaia di figli di immigrati albanesi di seconda generazione. Il governo di Pasok si è detto deciso a seguire le politiche liberali per l’immigrazione, riconoscendo così il ruolo dei cittadini extra-comunitari nella risoluzione dei problemi interni della Grecia.

Il parlamento greco ha approvato la proposta di legge sulla concessione della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Grecia, o che frequentano da 6 anni le scuole greche, oltre al diritto di voto per i loro genitori residenti legalmente da 5 anni sul territorio. Si tratta in particolar modo di migliaia di figli di immigrati albanesi di seconda generazione. La dichiarazione è stata rilasciata dal Ministro della Difesa greco, Mihalis Krisohoidhis, durante un incontro con il Ministro degli Interni albanese, Lulzim Basha, dove è stato ribadito il supporto della Grecia nella liberalizzazione dei visti albanesi. Secondo Basha, tra i due paesi è stato sottoscritto anche un accordo sulla sicurezza delle frontiere terresti. Il Parlamento greco, nonostante il periodo di crisi, ha mantenuto le promesse fatte durante la campagna elettorale di PASOK, votando a favore della nuova legge “Papandreu” sullo status degli immigrati, che ha però acceso aspri dibattiti politici e pubblici. Sono 170 i deputati della maggioranza e della sinistra (Sirima) che hanno votato a favore, contrari 87 voti dell’opposizione di destra e nazionalista. Mentre in Parlamento si stava votando la legge, circa 200 estremisti di destra hanno avviato una protesta fuori le porte del Parlamento, attaccando la macchina del Vice Capo del governo Pangallos.

Il governo di Pasok si è detto deciso a seguire le politiche liberali per l’immigrazione, riconoscendo così il ruolo dei cittadini extra-comunitari nella risoluzione dei problemi interni della Grecia. Reazioni negative alla legge Papandreu per il diritto di cittadinanza e il diritto di voto sono venute dal Partito Nuova Democrazia, secondo il quale la coalizione al governo non possiede una strategia sulla questione immigrazione. “Il PASOK, con la sua superficialità, confonde l’integrazione sociale degli immigrati con la concessione della cittadinanza e dei diritti politici”, hanno dichiarato dal PND. Accuse giungono anche dall’altro partito di destra, Laos. Forti critiche sulla legge vengono anche dall’estrema sinistra, il Partito Comunista accusa il governo di aver favoreggiato una categoria limitata di immigrati, mantenendo una politica di rigore con la maggioranza di loro. Durante la campagna elettorale per le elezioni anticipate in Grecia, il capo del PASOK, Jorgos Papandreu, presentò questo pacchetto come parte del programma politico, assieme ad altri progetti di altri partiti, che richiedevano la formalizzazione dei requisiti per l’allontanamento dalla Grecia.

Il Premier greco ha promesso agli immigrati anche una serie di miglioramenti, tra cui la revisione totale del sistema per il rilascio del permesso di soggiorno, il pagamento delle assicurazioni sociali e sanitarie, l’accordo con i loro paesi d`origine per il riconoscimento delle assicurazioni, il riconoscimento delle patenti di guida rilasciate dall’Albania per coloro che vivono e lavorano in Grecia. “Tutti i figli di immigrati che sono nati in Grecia, e hanno frequentato almeno sei anni di scuola pubblica, hanno il diritto di diventare cittadini greci”, si legge nella proposta di legge. Una condizione basilare è che uno dei genitori abbia avuto un soggiorno legale in Grecia di cinque anni continuativi. Tale pacchetto legislativo prevede anche alcuni cambiamenti sul Codice della Cittadinanza, che da ora in poi potrà concedere il diritto di cittadinanza a qualsiasi immigrato che raggiunge i 5 anni di soggiorno legale in Grecia. L’idea della maggioranza è quella di favorire l’integrazione sociale degli immigrati, attraverso l’integrazione politica. Cosi, qualsiasi immigrato regolare, dopo 5 anni, potrà esercitare il diritto di candidarsi e di eleggere un rappresentante negli organi di potere locale. La condizione prevista dalla legge, coinvolge solo gli immigrati con permessi di soggiorno a lungo termine, si stima siano circa 1/3 del numero totale degli immigrati di maggiore età. La questione sulla possibilità di eleggere ed essere eletti nelle elezioni amministrative, non è ancora stata esaminata dal Parlamento greco.

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