No, l’Italia vera, l’Italia della gente perbene, non puo’ essere quella che vista da fuori appare in preda al furore autodistruttivo di chi le prova tutte per assecondare le smanie plebiscitarie del sultano.
di Renzo Balmelli
INGANNO. Non è questa l’Italia che immaginavo. In questi giorni turbolenti per la Repubblica si avverte un senso di profondo scoramento, quasi di sgomento, nelle parole di Ciampi e altri auterevoli “servitori” dello Stato per la deriva verso cui la destra, questa destra priva di scrupoli, sta portando il paese . No, l’Italia vera, l’Italia della gente perbene, non puo’ essere quella che vista da fuori appare in preda al furore autodistruttivo di chi le prova tutte per assecondare le smanie plebiscitarie del sultano . Nel penoso pasticcio delle liste tocca cosi’ assistere a un abberrante, inaccettabile torsione del sistema democratico che è causa di gravi inquietudini. Adesso , mentre il Pdl annaspa per uscire dai suoi guai, c’è da avere paura all’idea che strapazzando la civiltà politica e giuridica passi il principio in virtu’ del quale le regole possono essere impunemente manipolate in funzione del consenso. Col pretesto di tutelare il diritto di voto, diritto che non è mai stato minimamente in pericolo, Berlusconi, ormai sfiduciato dai sondaggi, tenta ancora le ultime carte per ingabbiare la società nella sua ragnatela iponotico-mediatica in cui farà strada soltanto il piu’ furbo, il piu’ cinico, il piu’ spregiudicato. E per beffare i cittadini il premier ha già pronta un’ altra formula, peggiore delle precedenti. D’ora in poi non si dirà piu’ “trovata la legge, fatto l’inganno”, ma “trovato l’inganno, fatta la legge”.
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AZZURRO. Non convince l’improvviso amore che La Padania , quotidiano della Lega, dimostra nei confronti di Mario Balotelli, geniale attaccante di colore e passaporto italiano, preso di mira da pesanti aggressioni xenofobe. Fino a qualche giorno fa Mario Borghezio, alfiere della purezza celtico-lombarda, aveva chiuso categoricamente le porte all'eventualità che i “negher” indossassero la maglia azzurra. Ma si sa, ci sono le elezioni in arrivo e rifarsi il trucco con una svolta “pallonara” dal volto umano potrebbe essere una mossa vincente per smarcarsi dalle frange meno presentabili. Il dietrofront del giornale ha dunque tutta l’aria di una trovata elettorale e meno di un’inversione di rotta sulla politica migratoria.
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OSSIGENATO. Se l’Olanda virtuosa premia il partito degli anti-islamici, ferocemente razzista, l’Europa ha ragione di spaventarsi. Per i travagli finanziari che affliggono l’UE, di riffa o di raffa una soluzione contabile si trova. Ma se la minaccia è la marea montante dell’intolleranza, ben poco puo’ la ragioneria contro la smobilitazione delle coscienze. Complice la crisi che ha cambiato la realtà, Goert Widders, l’Haider ossigenato dei Paesi Bassi, è diventato il leader di un pericoloso ritorno al passato, ad approcci egoisticamente nazionalisti, fuori dalla storia. Un virus che minaccia di contagiare piu’dell’influenza suina. A questo punto per l’Olanda ed i suoi partner europei la posta in palio è davvero altissima, è il primato dei lumi sull’oscurantismo.
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OSCAR. Nell’era di Barack Obama, è un segnale incoraggiante l’Oscar a The Hurt Locker di Kathryn Bigelow , una piccola opera indipendente fuori dagli schemi che racconta di come l'adrenalina della guerra impedisca ai soldati reduci dall’Iraq di tornare a una vita “normale”. Grazie al talento e alla sensibilità femminile, la pellicola alza i veli su un tema che durante l’amministrazione repubblicana era stato nascosto al paese per non risvegliare la sindrome del Vietnam. Per una felice combinazione, la concomitanza delle date ha fatto si che la cerimonia degli Award coincidesse con le elezioni in Iraq che hanno visto formarsi lunghe code ai seggi nonostante le bombe e le minacce di Al Qaeda. Anche il popolo irakeno, stanco di morti e di soprusi, ha un gran bisogno di normalità per non finire stritolato dal meccanismo perverso che ha guastato l’esistenza ai marines. Tra gli abitanti dello sventurato paese la voglia di cambiare il proprio destino ha avuto il sopravvento sulla paura. Che nell'ottica del film e nella storia degli Oscar la statuetta sia stata la prima vinta da una donna per la miglior regia è un valore aggiunto, è un messaggio di incoraggiamento che va al di la delle parole e della retorica.
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ITALIANO. Non è passata inosservata la vignetta del Tages Anzeiger di Zurigo sullo studio dell’italiano che nei licei e nelle università svizzere perde posizioni a favore del russo e dello spagnolo. Vi è raffigurato un professore che esorta la classe a mostrare maggiore interesse per la lingua di Dante e Petrarca. “Ma anche di Berlusconi!” – replica uno studente. Senza nulla togliere all’ironia del disegnatore, è giusto riconoscere che i motivi della disaffezione sono senz’altro piu’ complessi di quanto non indichi la battuta. E’ pero’ un vero peccato che lo scarso prestigio del governo si insinui nel tempio del sapere e agisca da freno nella scelta dell’italiano che invece resta ancora, nonostante la concorrenza, uno degli idiomi piu’ amati agli studenti stranieri. Ma a Roma l’esecutivo in carica ha altro per la testa, e si vede.