«Che roba da chiodi», sussurra con tono melenso a chi da lui si reca nel dopo pranzo. Mostra la prima pagina de “Il Fatto Quotidiano”, e con brusca alzata di voce soggiunge: «Non si capisce nemmeno quale sarebbe il reato».
Dal Palazzo intanto i suoi approvano e confermano tutto: “Santoro dev’essere chiuso, ma subito lasciano intendere: “La trasmissione”. Quell’uomo è un comunista e da tanto pensiero a lui che ama l’Italia… e poi, che la trasmissione deve essere abolita lui lo ripete da tempo nei suoi comizi, perciò, figuriamoci se non lo afferma in privato. Dunque, che l’abbia asserito al telefono che reato sarebbe?
In ogni modo, lascia capire il comunicato di Palazzo, tutto è solo chiacchiera, una vicenda pre elettorale che presto sarà cancellata. Questa la reazione all’accusa, quella che è data come ufficiale in materia.
Però, in realtà, la “faccenda” è più macchinosa perché: “Lui riferiva/imponeva al telefono, a Giancarlo Innocenzi che è commissario AGCOM, e all’amico/dipendente Augusto Minzolini che è direttore del TG1, che orientassero l’opinione pubblica lontana da Santoro e dalla sua corte”.
Ma tutta la vicenda ha il colore della nebbia, perché questa notizia non esiste, perché…
Certi investigatori indagando per fatti di Puglia, per caso, fanno sapere, ascoltano telefonate dei tre personaggi sopra citati, e, dai fascicoli sollecitato, il Procuratore di Trani sentì una voce dall’alto che gli diceva: “Su, datti da fare, chiama all’allerta i colleghi e discuti quali possibili reati si ravvisano nelle discussioni intercettate”.
Poi, d’improvviso, con verbali ancora secretati, tra il lusco e il brusco un giornale riporta la notizia sui tre cospiratori, e tutti siamo posti a conoscenza del malfare.
Però, mai nulla sapremo dell’identità di chi trasmise la notizia al giornale, per questo, a volte, nonostante lui è un brutto arnese qualche ragione è dalla sua, ma, bisogna aggiungere non solo per par conditio: “Gli Altri non sono migliori di lui”!
E, sul tanto peggio che perseguita il Paese così possiamo continuare.
Patria e Libertà sono concetti che nessun Governo ha diritto di porre in crisi.
Eppure i governanti della comunità ytalya, asserviti partigiani dell’altrui prestigio, implacabili distruggono il Paese conducendolo ad una più immediata e probabile alba di sanguinoso riscatto popolare, così ch’essi in trepidazione da qualche tempo alla stampa confidano dubbi per la propria incolumità!
Si deve perciò fare a costoro capire che per non temere per sé è necessario che mostrino di conoscere, ma questo comune sentire essi nascondono, che il Buon Governo è nell’arte d’appianare divergenze sociali, non di crearle con i loro ingiusti appetiti.
E intanto già sulla stampa anche è apparso che la Digos teme attentatati specie per chi nella la casta, dispotico, detiene il Potere, però egualmente lo protegge pur meglio di noi a conoscenza degli abusi che compie.
Ma Destri o Sinistri, ahimé, solo prepotentemente amministrano, così che i cittadini, in Patria, sono estranei ai quei beni cui tutti hanno diritto.
Il Governare, scorda la casta, è arte maggiore che sta nel “minima lex, minima iniuria”, solo così la patria è Patria di tutti.
E invece per maligna gestione, con il Paese in ruderi ridotto, avviene che solo e sempre salariati e pensionati sono nell’obbligo di risanarlo mentre le classi dirigenti, Destri e Sinistri immemori, mostrano a gara di perseguire un malaccorto diritto di setta.
I Destri s’adoprano, con spudorato latrocinio, a che beni erariali siano svenduti a sconosciuti privati dietro cui nascondon se stessi. I Sinistri, accecati da maligno furore per loro infelice comunista idea, con quelli gareggiano affinché ci sia un mondo appiattito in cui ognuno è asservito a leggi incombenti, spada di Damocle che spartisce il pane con la livella sovvertendo ogni umano valore.
E non capiscono:
La Patria, o miseri, è l’avito suolo natio!
E’ terra per l’uomo civile
E’ terra d'un popol valente
Ma se ad esso in volgare maniera
son tolti quei beni, che vita poi avrà?
Ma attraverso l’inganno lanciato dalla complice stampa il Potere sostiene per agio: “Questa è la nostra Patria, la Patria di noi tutti natii, ma tiene per sé ogni frutto intanto che il popolo soffre”.
E allora verrà la nemesi storica che trascinerà con sé l’antico canto:
“Libertà va cercando ch'è si cara
come sa che per lei vita rifiuta…” [Alighieri]
E un’altra voce esclamerà:
“…Chi ha un ferro l'affili
chi un sopruso patì sel ricordi
Via da noi questo branco d'ingordi!
Giù l'orgoglio del fulvo lor sir…” [Berchet]
E anche il gobbo irato canterà:
“…Cortigiani vil razza dannata
Per qual prezzo vendeste il mio bene?
A voi nulla per l’oro sconviene,
Ma mia figlia è impagabil tesor.
La rendete . . . o, se pur disarmata,
Questa man per voi fora cruenta,
Nulla in terra più l’uomo paventa,
Se dei figli difende l’onor.
Quella porta, assassini,m'aprite…”[F. M. Piave – Verdi]
E in quel mentre una voce realista rivolta alla Patria esclamerà:
Nessun pugna per te? Non ti difende
Nessun de' tuoi? L'armi, qua l'armi: “Io solo
Combatterò, procomberò sol io!” [G. Leopardi]
kiriosomega