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Accogliamo con piacevole soddisfazione le nuove linee guida del Governo sul voto all’estero

Accogliamo con piacevole soddisfazione le nuove linee guida del Governo sul voto all’estero presentate dal Sottosegretario Affari Esteri, Alfredo Mantica, alle commissioni riunite Affari Costituzionali e Affari Esteri del Senato oggi 11 marzo 2010. Mantenendo fermo il diritto di voto degli italiani all’estero, si sta ragionando attentamente sulle debolezze delle procedure di voto e come migliorarle per evitare al massimo ogni possibilita’ di violazioni, in attesa di una riforma costituzionale di piu’ ampio respiro che mi auguro vedra’ la rappresentanza degli italiani all’estero in Parlamento degna della stesse condizioni previste per coloro che risiedono in Patria. Molto di quanto discusso e’ in linea con cio’ che propongo.
La prima questione riguarda la composizione del corpo elettorale e la necessita’ di ripensare anche il legame di cittadinanza ‘sostanziale’ dalla quale deriva l’interesse per la partecipazione al voto. Molte generazioni di cittadini per discendenza, non si sentono spontaneamente coinvolti nell’esercizio del voto data la prevalenza della loro integrazione con il Paese estero che li ha visti nascere e crescere e nella cui lingua si esprimono. Questo rende la consultazione elettorale particolarmente inefficiente, sia dal punto di vista degli inutili costi di gestione sia per la constatazione di una mancanza di interesse effettivo. Il voto all’estero ha evidenziato una situazione un po’ anacronistica rispetto al principio dello ius sanguinis con cui si e’ trasmessa la cittadinanza finora, ovverosia per discendenza, senza che si fossero mai posti dei limiti ragionevoli. E’ quindi lecito aspettarsi una revisione della legge sulla cittadinanza che tenga conto anche di un maggior rispetto di chi dobbiamo considerare cittadino. Sono dell’idea che non si debba andare oltre la prima generazione di italiani nati all’estero da genitori nati in Italia, lasciando percorsi preferenziali per le generazioni successive per una futura eventuale naturalizzazione qualora dovesse nascere il desiderio in quei discendenti di riallacciare stabilmente i propri rapporti con l’Italia. Nello stesso tempo, consentire il riacquisto immediato a tutti coloro che nati in Italia da genitori italiani hanno dovuto per diverse circostanze rinunciare formalmente alla cittadinanza italiana e questo indipendentemente se si tratti di uomini o donne, prima o dopo l’entrata in vigore della costituzione repubblicana del 48. Una volta censito di nuovo tutto il bacino di italianita’ sulla base di questi criteri, si dovra’ procedere all’iscrizione ad una nuova lista elettorale, tramite Consolati e Comites (quando si deve anche regolarizzare lo stato civile, accertare la cittadinanza, iscriversi all’AIRE per la prima volta, o per gli anziani che non hanno dimestichezza o accesso ad internet) o direttamente per via elettronica accedendo ad un nuovo sito elettorale gestito dal Ministero dell’Interno (qualora si sia gia’ in regola con la situazione anagrafica e si sia in possesso di un passaporto italiano di validita’ corrente e del numero di codice elettorale). Sara’ poi lo stesso Viminale a trasmettere i dati ai Comuni italiani (cio’ che potra’ finalmente eliminare anche quell’enorme altro spreco di cartoline elettorali per le elezioni amministrative a destinatari che non hanno una reale corrispondenza con gli elenchi di tali comuni e l’inutile e dispendioso lavoro di tentare l’allineamento di dati anagrafici da cui derivava l’iscrizione alle liste elettorali- per ovvie ragioni di impossibilita’ di coercizione nel territorio estero – affidato negli anni passati ai dipendenti della rete consolare) Quindi viene ribaltata la logica dei rapporti tra l’amministrazione Italiana e i cittadini residenti all’estero, non e’ lo Stato che deve andare in cerca dei suoi cittadini per votare e sollecitarli ad aggiornare il loro stato civile e le variazioni di residenza, ma e’ il cittadino che deve rivolgersi alle rappresentanze istituzionali presenti sul territorio straniero, affermando cosi’ questo nuovo criterio di cittadinanza ‘sostanziale’, per il quale conta concretamente come il cittadino vive il sentimento di appartenenza all’Italia quando si trova nella condizione di espatriato. La volonta’ espressa dell’esercizio del diritto di voto e’ un ottimo modo per misurare anche la consistenza della sfera di interessi individuali alla base del legame con la madrepatria.
La seconda questione riguarda le garanzie sul voto per corrispondenza, che rimane sicuramente il modo piu’ economicamente ragionevole di votare. Sia per le distanze enormi che renderebbero costosissima l’organizzazione di altre forme di votazioni, sia per rispetto all’indipendenza dello Stato ospitante che potrebbe giustamente non gradire un’eccessiva ingerenza o ‘ingombro’ di questioni interne ad uno Stato straniero presso i suoi cittadini presenti nel proprio territorio. Occorre innanzitutto stabilire un termine di scadenza preciso, il 31 dicembre dell’anno precedente le elezioni, per poter essere iscritto (o riconfermare l’iscrizione e l’esattezza dei dati che la concernono) alle liste elettorali che costituiranno il corpo elettorale per quelle elezioni. Su quella base si avra’ un ampio margine di tempo per stampare le schede in Italia presso il Poligrafico dello Stato, inviarle ai destinatari, dare loro il tempo necessario per fare la propria scelta di voto e rispedirle direttamente al Ministero dell’Interno che procedera’ al primo spoglio. Per evitare i famigerati brogli del passato, occorre infatti una fase di verifica della genuinita’ dei votanti: Nella busta da rinviare in Italia, ci deve essere un modulo con i dati dell’elettore, anche presenti in un codice a barre, la fotocopia di un documento di identita’ personale con foto e il numero di tessera elettorale e un’altra busta con le indicazioni di voto all’interno. Quest’ultima busta, una volta fatta la verifica dell’elettore dagli uffici elettorali, verra’ inviata, sempre rigorosamente chiusa ed anonima, al seggio elettorale previsto per lo spoglio, che avverra’ contemporaneamente agli altri scrutini. La terza questione riguarda i candidati. Il sistema delle preferenze ha innegabilmente aperto uno spiraglio all’assoggetazione del candidato ad accordi illeciti, mentre una predeterminata posizione in lista obbligherebbe il partito che lo sostiene ad assumersi la responsabilita’ della propria scelta. Sara’ sicuramente un aspetto molto dibattuto. E’ inoltre assolutamente impensabile che si possa avere una rappresentanza genuina degli italiani all’estero quando un candidato si infila nella lista all’ultimo momento. E’ percio’ categoricamente necessario stabilire che la sua residenza nella Ripartizione estera si sia protratta in modo continuativo e abbia evidenziato una partecipazione attiva alla vita della comunita’ italiana ivi residente per almeno 5 anni, minimo tempo sufficiente a conoscerne e condividerne i problemi e le esigenze. Tale residenza dovra’ quindi essere verificabile non solo dalla data d’iscrizione all’AIRE, ma anche da referenze locali. L’urgenza della riforma delle modalita’ di voto comporta il sacrificio temporaneo di rivendicazioni piu’ che legittime, ad esempio in merito alla proporzione tra cittadini italiani censiti dall’iscrizione alla nuova lista elettorale per l’estero e il numero dei rappresentanti, con particolare attenzione anche all’area geografica che deve essere ragionevole per dimensioni ed omogenea per tematiche socio-politiche. Non dimentichiamoci infatti che viviamo in un mondo in continuo movimento, non solo riguardo l’aspetto geopolitico (ad esempio eventuali evoluzioni dell’integrazione europea o una riforma della Costituzione Italiana che vedra’ molto probabilmente i rappresentanti dall’estero destinati ad un Senato delle Regioni) ma anche socioeconomico (relativo alla mobilita’ della migrazione italiana da, per e tra le aree del mondo e la sua potenziale peculiarita’ di valore economico nei suoi rapporti con il paese ospitante). Per concludere, sul sito internet elettorale del Ministero dell’Interno dovra’ essere reso disponibile anche uno spazio per conoscere meglio i candidati sia in merito al loro percorso formativo sia alle informazioni sul loro programma, integrato dalla possibilita’ di porre loro delle domande chiarificatorie, non avendo sempre la possibilita’ di incontrarli o contattarli personalmente in precedenza. Questo piccolo ma importantissimo strumento consentirebbe almeno minimamente l’abbattimento di quell’ostacolo alla partecipazione alla vita politica che esclude troppo spesso chi non ha ingenti mezzi finanziari per affrontare una dissanguante campagna elettorale e consentirebbe all’elettore un accesso sicuro alle informazioni necessarie pr operare una scelta piu’ consapevole . Federica Polegri

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