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Una legge per essere più uguali degli altri

Con la 31esima fiducia la maggioranza approva la legge sul legittimo impedimento: premier e ministri immuni da processi. Finocchiaro: “E' un governo autoritario e senza regole”.

31 voti di fiducia, 0 processi a cui presenziare, 2 leggi su misura (di persona o di lista, dipende dal caso) nel giro di 5 giorni. Sono questi i numeri di Silvio Berlusconi, che oggi, con il beneplacito della sua maggioranza, ha messo nero su bianco una delle pagine più vergognose della sua legislatura, la legge sul legittimo impedimento. Si tratta dello “scudo” che permette al presidente del Consiglio e ai ministri di sottrarsi alle convocazioni in sede giudiziaria, privilegiando gli impegni governativi “autocertificati”. Dopo due voti di fiducia, l'Aula del Senato ha dato il via libera definitivo al ddl con 169 voti favorevoli, 126 contrari e tre astenuti. Il ddl era stato approvato alla Camera lo scorso 3 febbraio.

La Procura di Milano però non ci sta e annuncia che solleverà eccezione di incostituzionalità della norma, chiedendo che gli atti dei processi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi siano inviati alla Corte costituzionale per decidere se la norma contrasta con la Carta.

Cosa abbia sollevato le perplessità dei giudici milanesi non è difficile da intuire. Nella norma, composta di due articoli, si indicano nel dettaglio leggi e regolamenti che disciplinano le attività del premier e dei suoi ministri e che dunque possono essere considerate legittimo impedimento. L’elenco minuzioso sembrerebbe finalizzato a impedire abusi da parte del premier e dei suoi ministri, evitando che qualsiasi occupazione anche lontanamente legata alla funzione pubblica diventi un’ottima scusa per non presentarsi in tribunale. Ovviamente non è così, i riferimenti normativi sono seguiti da una precisazione: saranno considerati legittimi impedimenti anche tutte quelle attività “coessenziali” alle funzioni di governo.

Tralasciando l’impiego del termine “coessenziale”, inesistente nella lingua italiana, desta qualche perplessità anche il fatto che a certificare l’esistenza di un impedimento “continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni”, sarà la Presidenza del Consiglio. In questo caso il giudice rinvia il processo “ad udienza successiva al periodo indicato che non può essere superiore a sei mesi”. Come ovvio, La normativa si applica anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado alla data di entrata in vigore della legge.

Durante le dichiarazioni di voto, i senatori del Pd hanno inscenato una protesta: mentre parlava, a nome del gruppo, il senatore Nicola Latorre, gli altri hanno sventolato una copia della Costituzione. Boato dai banchi della maggioranza.

Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, parlando con i giornalisti a Palazzo Madama ha dichiarato: “Oggi la maggioranza approva in Senato il legittimo impedimento, senza una parola da parte del governo, che pone il voto di fiducia su un testo parlamentare, quindi non solo si attribuisce la responsabilità di questo provvedimento, ma mette in gioco per esso la stessa durata dell'Esecutivo e considera questo un punto essenziale del programma. In un momento come questo il Presidente del Consiglio non viene e il ministro Alfano tace. Siamo davvero alla rottura delle regole, oltre che delle relazioni tra governo, maggioranza e opposizioni. Io credo che la protesta in nome della Costituzione, ma soprattutto delle regole uguali per tutti, sia una protesta sacrosanta. Poi ciascuno la fa nei modi e con le forme di manifestazione che gli sono più congeniali, e che è uso a praticare. Ma il dato certo è che questo provvedimento e la discussione su questo provvedimento segnano un punto di non ritorno, è proprio il vaso che trabocca. Siamo davvero alla rottura continua della regola e alla creazione della regola fatta apposta per il potente. Questa è una riflessione sulla quale gli italiani dovrebbero appassionarsi per i propri destini personali. Il Paese è in gravissima crisi economica sono tanti i lavoratori, le lavoratrici, le disoccupate e disoccupati, le ragazze e i ragazzi del Mezzogiorno, le famiglie in gravissima difficoltà. Sono tante le fabbriche e le imprese che chiudono, piccole, piccolissime e medie, mentre la grande industria è in sofferenza. Siamo di fronte a un Paese che svela, diciamolo, anche un marciume che spaventa e impaurisce gli italiani, li fa dubitare e rende il Palazzo sempre più distante dalle fatiche della quotidianità di milioni di italiane e italiani. Di fronte a tutto questo, quando bisognerebbe occuparsi di cose serie per restituire la dignità del vivere ai cittadini italiani, il governo mette come punto essenziale del proprio programma, tanto da porre la questione di fiducia, il legittimo impedimento. Io mi chiedo se gli italiani si rendano conto fino in fondo della gravità di tutto questo. E' davvero un agire di stampo autoritario che non tiene in alcun conto nessuna regola. Io non ho mai adoperato parole forti ma credo che sia il caso di cominciare ad usarle. Una maggioranza parlamentare schiacciata sotto il tacco del premier che vota senza aprir bocca e che tacendo ubbidisce è un altro dei segnali della gravità della situazione. Di fronte al disprezzo per le regole e per la Costituzione che viene mostrato dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dalla sua maggioranza ha sempre più senso esibire la Costituzione nell'Aula del Senato”.

il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda aggiunge “Non può esserci nessuna esigenza politica, non ci può essere nessun leader, le cui vicende personali possono giustificare l'approvazione da parte del Parlamento di misure i cui effetti sfascino lo Stato, distruggano la Repubblica. Quando Berlusconi andrà via, perché andrà via, lascerà uno Stato scardinato nelle sue più rilevanti funzioni. E la maggioranza, votando la fiducia, non approva solo la legge incostituzionale sul legittimo impedimento, ma esprime la sua fiducia all'insieme delle politiche del Governo si assume la sua parte di responsabilità sugli effetti distruttivi di queste politiche sulle strutture fondamentali del nostro Stato. Il governo Berlusconi sta spappolando lo Stato. E l'incostituzionale legittimo impedimento è l'ultimo tassello di un processo di sradicamento della stessa idea di legalità che va ben oltre lo scandalo endemico del conflitto di interessi del presidente del Consiglio e i rischi per la nostra sicurezza derivanti dai suoi eccessi personali. Il legittimo impedimento – continua – arriva dopo le leggi vergogna fatte ad personam, dopo la legge Gasparri. Dopo il lodo Schifani e, infine, dopo il lodo Alfano. Ma lo spappolamento dello Stato non si ferma alla distruzione della legalità. C'è il mix micidiale dei decreti-legge, maxiemendamenti, voto di fiducia che sta capovolgendo il rapporto tra Governo e Parlamento. C'è l'abuso delle ordinanze di protezione civile che, fuori da ogni emergenza, hanno forza di legge. C'è lo sprezzo nei confronti delle Autorità costituzionali di garanzia e della magistratura. C'è l'abuso dello spoil system politico negli uffici dello Stato e nella televisione pubblica. C'è la legge elettorale del 2005. E infine, c'è il decreto che avrebbe dovuto salvare la lista irregolare del Pdl nel Lazio. Un decreto che neanche il Tar ha considerato legittimo”. Zanda ripercorre quindi “gli ultimi equivoci dei rapporti internazionali del presidente Berlusconi. Dalla singolare visita di Stato del colonnello Gheddafi. Al soggiorno di Berlusconi nella dacia di Putin per trattare questioni su cui ancora non ha riferito in Parlamento. Dalla visita in Bielorussia dove Lukashenko gli avrebbe consegnato incartamenti di cui in Parlamento non c'è traccia al viaggio in Turchia dove si è occupato di nuovi gasdotti in assoluto scollegamento dalle politiche energetiche dell'Unione Europea. E' abbastanza perché il Senato si chieda se questi atti siano atti della politica estera del nostro Paese oppure iniziative personali di Berlusconi”. Infine Zanda si rivolge a Schifani ricordando come giorni fa si fosse augurato “che la sostanza potesse prevalere sulla forma. Adesso, che è stato emanato il decreto legge pro lista Pdl immagino che sosterrà la forma, e cioè la forza del decreto, contro la sostanza, e cioè le irregolarità elettorali. Il Pd vorrebbe fortemente tenere fuori dalla polemica politica il Presidente Schifani. Ma lui, dovrebbe darcene la possibilità dimostrando di saper difendere i diritti dell'opposizione almeno nella stessa misura e con la stessa tenacia con le quali sostiene le esigenze del Governo”.

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