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Riforma MAE: Narducci interviene all’audizione del Ministro Frattini sostenendo l’importanza di una Direzione generale autonoma per la promozione culturale

Il Ministro degli affari esteri Franco Frattini ha illustrato oggi alla Commissione affari esteri della Camera dei Deputati lo schema di regolamento relativo alla riorganizzazione dell'amministrazione centrale del Ministro degli affari esteri, facendo propri alcuni aspetti innovativi sperimentati recentemente da altri importanti Paesi come la Francia. Una riorganizzazione che, venendo ad un'analisi sintetica, è finalizzata in particolare alla rideterminazione delle strutture di primo livello, alla definizione del numero delle strutture di secondo livello e alla riorganizzazione delle Direzioni generali, che da un criterio prevalentemente geografico risponderanno a criteri esclusivamente tematici in linea con le sfide globali della realtà contemporanea.

In un quadro di riclassificazione delle competenze da una ripartizione geografica, con la riduzione delle direzioni da 13 a 8, si passa all’individuazione di due grandi direzioni tematiche, costituite dalla Direzione generale per gli Affari politici e di sicurezza, con competenze principalmente politiche, e la Direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali, con competenze prevalentemente economiche. Nel dibattito che ha fatto seguito all'ampia illustrazione del Ministro Frattini, l'On. Franco Narducci (vice presidente della Commissione affari esteri) ha affrontato il tema scottante della promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo, a partire dalla scomparsa della Direzione generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, che verrebbe incorporata nella Direzione relativa al Sistema Paese. “Pur nella convinzione che sia necessario un ripensamento qualitativo e di efficienza delle modalità con cui il nostro Paese promuove la propria cultura all'estero – ha sottolineato Narducci – vedo nella perdita di una Direzione generale autonoma un grave pericolo che potrebbe incidere negativamente sulla promozione della cultura italiana nel mondo, con conseguenze pesanti per il turismo culturale, uno dei flussi più importanti che pesa non poco nella bilancia turistica italiana. Non possiamo permettercelo – ha proseguito il parlamentare eletto all'estero – poiché si aggraverebbe ulteriormente il bilancio turistico complessivo”.

L'Italia detiene il più grande patrimonio artistico e culturale, come certifica l'UNESCO, ed evidentemente vi è un deficit di politiche ben fatte per la valorizzazione di tale patrimonio se in campo turistico negli ultimi anni abbiamo perso posizioni. “Da anni – ha sostenuto Narducci – chiediamo riforme che dovrebbero incidere sulla qualità della nostra azione in campo culturale e il Ministro lo sa perché il CGIE le ha sollecitate innumerevoli volte, trovando per altro sempre ascolto dal Ministro Frattini, ma inspiegabilmente non si riesce a mettere mano alla riforma della legge 153, risalente al 1971 mentre il mondo è cambiato radicalmente, e non si vede neanche la volontà di mettere mano alla riforma degli Istituti Italiani di Cultura, nonostante l'esempio che ci viene dalla Francia che sta procedendo ad una riconversione totale dei propri istituti allo scopo di adeguare e rendere competitiva la propria proposta culturale con quanto stanno facendo inglesi, tedeschi e spagnoli”. Narducci ha poi aggiunto: “non vorremmo che la con scomparsa della Direzione delle Culturali la cultura italiana diventi servente e “strumentale” soprattutto alle attività di promozione commerciali, e che la Direzione che in futuro si occuperà di cultura italiana nel mondo e della diffusione della nostra lingua, così come i nostri Istituti di Cultura, finiscano per occuparsi di fiere commerciali e di valutazione del commercio di armamenti”.

Dopo avere espresso il proprio plauso e quello del PD per il mantenimento della Direzione generale per gli italiani all'estero, Narducci ha rimarcato che “le comunità italiane all'estero non possono essere pensate come qualcosa di disgiunto dall'Italia e nemmeno come un corpo a se stante, visti i processi d'integrazione molto avanzati che con diverse gradualità le caratterizzano. Esse devono far parte di un progetto più grande di Sistema Paese che non si esaurisce entro i confini nazionali”. Concludendo i suo intervento, Narducci ha ribadito l'esigenza espressa in tante occasioni che per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo occorre assolutamente un centro unico di coordinamento, in grado di raccordare e di raccordarsi con le politiche culturali attivate anche da altri ministeri e autonomie locali. “E' un'esigenza alta postulata allo storico convegno di Montecatini, organizzato con il grande sostegno del MAE”.

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