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Apprezzate le recenti relazioni dell’archeologo prof. Roberto Caprara

Nuovi incontri culturali presso l’Archeogruppo di Massafra

Ogni incontro un successo all’Archeogruppo “E. Iacovelli” di Massafra. Relatori noti studiosi. E tra questi il noto archeologo internazionale prof. Roberto Caparra (*). Ultimamente ha trattato l’argomento “L’Uomo nelle gravine”, affrontando il periodo che va dall’Età del Ferro all’Alto Medioevo, allargando lo sguardo alle varie civiltà succedutesi, oltre che in Italia, anche in Europa e nel bacino mediterraneo. Ha parlato dei Celti, dei Villanoviani e, venendo alla Puglia, degli Japigi, dei Dauni, dei Peuceti e dei Messapi, soffermandosi sull’iscrizione della grotticella messapica di Corvo a Massafra. Ha intrattenuto i soci ed amici dell’Archeogruppo soffermandosi anche sulla colonizzazione greca e sulle prestigiose realizzazioni di quella civiltà nell’Italia meridionale e a Taranto in particolare, dimostrando che anche allora non si disprezzò il vivere in grotta, come rivelano i numerosi ipogei di via Cava a Taranto e dell’insediamento di Carrino San Sergio a Massafra. Successivamente ha parlato dell’età romana, alla quale ha attribuito, sulla base di dati archeologici, un primo nucleo di abitazioni nella Gravina di San Marco e dell’avvento del Cristianesimo, delle catacombe e di Dura Europos. Ha dato importanza alle migrazioni dei popoli (che noi chiamiamo invasioni barbariche) fra la tarda antichità e l’Alto medioevo, soffermandosi particolarmente sull’arrivo dei Vandali ariani in Africa settentrionale che causerà l’afflusso di profughi ortodossi che daranno il nome alla Massa Afra, scavando, secondo modelli a loro consueti, le prime “vicinanze” ed abitando nel villaggio rupestre di Gravina Madonna della Scala, dove in un’abitazione fu rinvenuto un tesoretto di monete vandale e bizantine nascosto prima del 510. Ha concluso con un ampio excursus sui Longobardi che tennero le terre del territorio per oltre un secolo e mezzo fra VII e IX secolo, del quarantennio in cui vi fu un emirato arabo, delle vicende di Taranto distrutta dagli Arabi nel 927 e riconquistata dai Bizantini nel 968. Ha concluso questa relazione con l’affresco del Cristo di Carpignano del 959 ed un’iscrizione in greco su un coccio di terracotta rinvenuta nella grotta della gravina di Leucaspide e datata al 974.
In un altro incontro, sempre sull’argomento “L’Uomo nelle gravine”, aveva parlato della preistoria e protostoria fino all’Età del Bronzo. Una conferenza in cui aveva allargato lo sguardo sulla vicenda dell’incivilimento umano dal Paleolitico all’Età del Bronzo.
 Aveva parlato, infatti, della formazione delle Gravine durante le Ere glaciali, dell’arrivo in Puglia dell’Uomo di Neanderthal circa 70.000 anni fa, del suo insediarsi nelle Gravine stesse (un sito Neanderthal è stato scoperto dal prof. Pietro Parenzan nel Riparo Manisi della Gravina di Palagianello), delle sue capacità tecniche, del suo modo di vita. Con l’arrivo, fra 30.000 e 20.000 anni fa, di una nuova ondata migratoria dall’Africa (questa volta l’Uomo di Cro Magnon, perfettamente uguale a noi) si sviluppano anche esigenze ricreative e spirituali, strumenti musicali, grotte dipinte. Poi, intorno a 12.000 anni fa, la rivoluzione Neolitica con l’invenzione della ceramica, dell’agricoltura e dell’addomesticamento del bestiame. Selci e ceramica del Neolitico finale furono scoperte a Madonna della Scala, dove, nell’Età del Bronzo iniziata 4.000 anni fa, venne ubicata una delle più grandi necropoli di tombe a grotticella esistenti in Puglia. Ancora lo stesso apprezzato relatore, aveva tenuto in un altro incontro, la relazione “Massafra alla fine del ‘400 e l’allevamento dei cavalli del Re” . Trattando questo argomento aveva messo in evidenza dati anagrafici, vita amministrativa, vita sociale, monumenti, araldica, allevamento dei cavalli del Re. E questo, tenendo conto dei dati ricavati dallo studio del codice del 1464 conservato nel Grande Archivio di Napoli intitolato “Quaterno facto et ordinato per Notaro Antonio Caricello de Massafra Regio ibidem Erario et Conservatore in anno XIII Indictionis”, che si accinge a pubblicare con ampio commento, ponendo, tra l’altro, le basi documentarie della ricostruzione di un secolo praticamente sconosciuto della storia di Massafra, per molti ancora ferma al volume del Gallo del 1916.
Ricordiamo che l'Archeogruppo di Massafra – Centro di ricerche e studi storici, artistici, archeologici ed ambientali – è nato spontaneamente nel 1972. Primo presidente è stato l’avv. Giulio Mastrangelo e dopo di lui il prof. Attilio Capra. Attualmente è presidente Antonio Capara.
(*) Nella foto il prof. Roberto Caprara.

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