Un’altra Italia inizia da “una bella parola italiana che si chiama ‘mezzogiorno’”. Così Pier Luigi Bersani ha aperto di fatto la campagna elettorale per il Pd in Campania, durante una manifestazione che si è tenuta alla Città della Scienza di Bagnoli. Il segretario ha chiamato a raccolta i Democratici con un discorso a tutto campo incentrato sui temi del Sud, richiamando l'attenzione sul rischio che “se la destra vincesse le elezioni regionali in Italia prenderebbe piede una sponda regressiva in tema di unità nazionale. Falcone e Borsellino cesserebbero di essere eroi nazionali e si celebrerebbero solo in alcune parti del paese”. Secondo Bersani, invece, il sud deve continuare ad essere questione nazionale, non deve essere ridotta a questione locale. Le nostre nuove proposte, allora, devono essere utili al sud e comprese bene al nord, devono essere reciproche. Io quando parlo di sud – ha concluso il leader del Pd – parlo dell'Italia, io voglio che i miei figli si sentano italiani”.
“L'occupazione è la priorità nel Mezzogiorno, ma da queste parti se ne parla troppo poco”. Bersani mette di da giorni l'accento sulle emergenze nascoste dalal comunicazione del governo, e oltre al lavoro che non si genera c'è “il lavoro che va via. È il caso della Fiat e delle sue tre vertenze meridionali: Pratola Serra, Pomigliano e Termini Imerese. C'è una questione generale, la Fiat è stata lasciata andare troppo facilmente. E' andata così nel caso siciliano, mi auguro che non accada anche per i motori in Campania”.
Secondo punto, il lavoro lo si crea non con l'assistenzialismo ma facendo ripartire l'economia, cercando di mettere in moto il tessuto produttivo. Le proposte del PD prevedono di creare meccanismi automatici di fiscalità di vantaggio per i nuovi investimenti delle imprese, accompagnate da un piano specifico per l'occupazione incentivata dei giovani scolarizzati. Il leader del PD denuncia: “Nel Mezzogiorno ce ne sono tanti, e assistiamo a una nuova migrazione. La possiamo fermare con queste misure, praticabilissime”.
In relazione alle parole pronunciate ieri da Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, Bersani ha stigmatizzato i giudizi sbrigativi sul Mezzogiorno, “testimoniano una mentalità da leghismo strisciante”.
Tremonti con una pessima battuta ha detto che “da un certo punto dell'Italia in giù, quando incontri un assessore non sai se incontri un assessore o un camorrista”.
“Io son rimasto basito – ha commentato il segretario del Pd – quelli della destra non sanno quanta gente del mezzogiorno lotta per rispondere a bisogni impellenti dei cittadini, spesso in condizioni difficili”. Secondo Bersani, la frase del titolare di via XX settembre dimostra come il “federalismo è stato tirato fino ad essere una confederazione di fatto, un'Italia organizzata a pezzi, di un leghismo che da locale diventa nazionale è già avanti coi lavori. Gli esponenti del centrodestra hanno giudizi sbrigativi, giudizi che corrono troppo”.
Il segretario democratico ha anche affrontato il tema della ricostruzione in Abruzzo, dicendo che “il governo aveva impostato l'opera di soccorso per la serie 'faccio il record mondiale della ricostruzione. ma dieci giorni fa han detto 'arrivederci, e' finito il compito della Protezione civile'! E adesso ci sono 4 milioni e mezzo di macerie da trattare secondo le norme europee. Non ci sono posti in Italia per mettere i rifiuti – ha puntualizzato Bersani – come fa il povero sindaco Cialente? Intanto loro sono andati a fare miracoli da un'altra parte. Prendono su e portano il carro da un'altra parte..”.
Sulla scelta dei candidati Pd, il leader democratico ha messo in evidenza che “molti candidati del Pdl sono la risulta di un meccanismo di equilibrio: per la riscossa del Sud si deve parlare di rinnovamento e di risorse che siano lì sul territorio, di persone che guardano negli occhi la gente. Non abbiamo nulla da imparare dal centrodestra, dai rifiuti alla sanità, in qualsiasi regione, dove sono questi esempi virtuosi? Noi nel bene e nel male abbiamo sempre concepito che il Sud dovesse mettere in campo le sue forze. Non mettiamo uomini di paglia, non mettiamo valvassori e valvassini decisi ad Arcore”.
Ed è cronaca di queste ore la decisione della Corte di giustizia europea che ha condannato l'Italia per la violazione della direttiva Ue sui rifiuti in Campania. Per il segretario del Partito democratico rappresenta “un ammonimento valido per tutti. La sentenza mette il dito su un problema molto, molto serio, dal quale bisogna uscire e dal quale, nonostante i miracoli vari (che provano a venderci Berlusocni e Bertolaso NdR), non siamo ancora usciti. Dobbiamo riprendere il filo di una politica su questo tema che abbia caratteri europei. Bisogna governare il ciclo dei rifiuti – ha concluso Bersani – in modo diverso”.
In merito all’ipotesi-decreto per per le liste escluse alle Regionali, Bersani ha ribadito che “qualsiasi intervento d'urgenza in materia elettorale in corso d'opera sarebbe totalmente inaccettabile. Abbiamo cinque gradi di giudizio, lasciamoli lavorare. Non si permettano di fare minacce, perché se la sono cercata da soli”.
Da Vincenzo De Luca, candidato alla presidenza della regione Campania, è arrivata l'esortazione a non fidarsi di un Pdl che “non parlerà mai del Sud e dei suoi problemi ma di escort, di veline e di processi brevi. Noi parliamo di progetti seri, di lavoro, di mezzogiorno. La mia intenzione, in caso di vittoria – ha ribadito De Luca – è di cambiare tutto. Sul piano pratico ho intenzione di rendere competitiva la macchina burocratica della regione rispettando il personale. Sul piano politico metterò fine alla contrattazione permanente ed assillante di notabili politici che con il loro metodo hanno premuto in modo eccessivo”.
Si scaldano i motori per la campagna elettorale anche in Calabria, dove il candidato del centrosinistra e governatore uscente Agazio Loiero – che è intervenuto alla manifestazione di Bagnoli – presenterà domani le linee programmatiche della sua campagna elettorale: “Si tratta, ormai, di parlare di proposte concrete, spiegando ai calabresi cosa intendiamo fare. Partiamo da un bilancio molto positivo, soprattutto nella spesa dei fondi comunitari, destinati al sociale, alle famiglie, per le infrastrutture e su tutto questo innesteremo nuovi, concreti e raggiungibili obiettivi”.
Per Vito De Filippo, governatore della Basilicata, è preoccupante “il modo di operare del governo sulla questione del nucleare: basta leggere il provvedimento che hanno approvato. Mentre la Germania si appresta ad abbandonare questa tecnologia noi ci entriamo. Bersani, quando era ministro, aveva chiamato le Regioni a discutere sul nucleare di quarta generazione. Questi signori, quando ormai l'uranio nel mondo si esaurirà entro 40 anni, vogliono costruire delle centrali che inizieranno il loro ciclo di vita non prima di 20 anni. E poi vogliono costruire questi oggettini senza consultare il territorio”.