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A Pordenone perde il lavoro e si uccide

Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti: “L'ennesimo suicidio dettato dalla disperazione che ci deve indurre a riflettere sull'indifferenza delle istituzioni”
“Questo tragico episodio ci deve far riflettere. Aumentano i lavoratori che dopo esser stati licenziati o aver perso casa, presi dalla disperazione compiono un gesto così estremo”. Questo è il commento del vicepresidente dell'Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che ha coinvolto un uomo di 46 anni, padre di tre figlie e impiegato presso un mobilificio in provincia di Pordenone che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, si è tolto la vita. “Il dramma ha indubbiamente le sue radici nella crisi economica – continua l'esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sempre più spesso queste persone sono lasciate sole al loro destino e non ricevono il giusto ausilio dalle nostre istituzioni. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema – conclude Soldà – dobbiamo impegnarci seriamente per interrompere quanto prima questa 'strage' di innocenti”.

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