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POLITICI NON STATISTI

L’anno da poco iniziato potrebbe ancora riservarci delle sorprese. Ora, se queste siano positive o meno dipende dal quadro politico che si andrà a delineare dopo le elezioni amministrative regionali di fine mese. Il 2009 è stato l’anno della gran crisi economica mondiale; ma anche quello di una maggior presa di coscienza tra ciò che si poteva fare e non è stato fatto. I mesi che ci separano dal 2011 potrebbero, almeno, servire per sciogliere i principali nodi sul fronte economico/sociale di casa nostra. Non neghiamo però che, di là da ogni ragionevole ottimismo, non abbiamo ancora rilevato i segnali indispensabili per garantire tempi migliori. In politica, si sa, tutto è possibile. In economia tutto resta, al massimo, probabile. Quindi, pur con una certa stabilità di governo, neppure scossa più di tanto, dai consueti “scandali” di Palazzo, la situazione italiana è troppo complessa perché consenta analisi attendibili anche a breve scadenza. La ripresa, quando ci sarà, non potrà che essere lunga e diversificata. L’economia nazionale dovrà recuperare le occasioni perdute; anche se gradualmente. Del resto, il 2010, lo rammentiamo ancora, non sarà l’anno della ripresa. Semmai, potrà essere quello di transizione per offrire al 2011 le premesse per un rilancio del nostro sistema produttivo non prima del 2012. Ancora una volta, politica ed economia viaggiano su scartamenti differenti. L’auspicabile incontro resta, almeno per ora, impossibile. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è sempre in negativo e l’inflazione, per il bimestre gennaio/febbraio, ha registrato un’impennata del +3% rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno a crisi economica palesemente in atto. Da noi, a ben osservare, è venuta meno la competitività e ci si è adagiati sui frutti di un’iperproduzione che non è stata integralmente assorbita. Né dal mercato interno, né da quello internazionale. Il Governo e l’Opposizione hanno ora il dovere d’affrontare, pur se con diverse strategie, il “gap” che è sotto gli occhi di tutti. Finito il 2009, scandali e truffe permettendolo, ci siamo chiesti se, per garantire la “stabilità, ” sia stata favorita la “staticità”. Se questa non è sola una nostra sensazione, i tempi che si prospettano potrebbero essere fatali per coloro che hanno puntato sulla ripresa del Bel Paese. Sul fronte delle questioni irrisolte restano l’emergenza occupazione, quella della casa ed i problemi, che non sono pochi, correlati all’immigrazione. Anche sotto questo profilo, non sentiamo interventi chiarificatori dai nostri politici. Per ritrovare la strada della ripresa, sarebbe indispensabile comprendere che mete siano possibili raggiungere. Invece, come per il passato, si preferisce raggirare l’ostacolo, magari ridimensionando il problema. Se la storia recente può essere d’aiuto, meglio sarebbe dare un’occhiata alla situazione della Grecia e della Spagna. Due realtà tanto diverse dalla nostra; ma con un problema in comune: la “recessione”. Insomma, per evitare guai maggiori, l’Italia non può più accontentarsi dei soliti politici. Sono gli statisti che mancano.

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