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Giudici talebani: l’ultimo capitolo del "Silvio furioso"

Berlusconi dimentica il partito dell'amore e va all'attacco contro i “magistrati talebani”: “Mills prescritto? Volevo l'assoluzione”. Bersani ribatte: “Allora si faccia processare. Basta parlare dei problemi suoi”.

In principio erano i comunisti per antonomasia, poi si scoprì che erano anche squilibrati mentali, senza dimenticare la volta in cui apparve nitida la somiglianza fra la categoria in questione e una cloaca. Se pensavate di averle sentite tutte sui giudici, Silvio Berlusconi, presidente del consiglio, esponente di spicco del Partito dell’amore e capo supremo dei “paladini del bene” ha ancora un asso nella manica: “Siamo nelle mani di una banda di talebani”, ha detto ieri a Torino durante una conferenza stampa. A scatenare l’ira del benevolo premier la sentenza emessa solo due giorni fa dalla Corte di Cassazione in merito al caso di David Mills, avvocato inglese accusato di essere stato corrotto dallo stesso Berlusconi.

Il verdetto è: colpevole. Ma la condanna non potrà avere luogo a causa dell’intervento della prescrizione. Insomma, Mills e il suo amico italiano devono ringraziare lo scorrere inesorabile del tempo e non la tanto pubblicizzata estraneità ai fatti. Il premier è amareggiato, lui puntava all’”assoluzione piena” e non ad una volgare prescrizione del reato. È solo questo il problema? Berlusconi è talmente convinto della sua innocenza da volerla suggellare con una sentenza? Se è così, cosa glielo impedisce?

Per chi non ne fosse al corrente, premier compreso, la prescrizione è rinunciabile. L’imputato può decidere di andare avanti nel processo e di arrivare ad una sentenza. È ovvio, il rischio è che il verdetto sia una condanna, che a quel punto sarebbe pienamente valida ed eseguibile, come se i tempi di prescrizione non fossero mai trascorsi. Se il premier vuole affrontare un processo e difendere la sua innocenza la strada è semplice e già tracciata. Perché non lo fa? Possibile che si senta già miracolato e agiti una plateale indignazione solo come ultimo atto della farsa “made in Arcore”?

Duro il segretario del Pd Pierluigi Bersani. ” La gente perbene confida nelle assoluzioni, non nelle prescrizioni. Voglio credere che il nostro presidente del Consiglio possa confidare in una assoluzione. E possa andare a cercarsela là dove le assoluzioni vengono date, nella sede giusta. Io spero questo. Penso quello che pensa una persona normale. Ormai siamo alle sparate, si sragiona. E' preoccupante, sono frasi inaccettabili. Dire che ormai ci siamo abituati, no , perché restano inaccettabili. Credo che veramente gli italiani debbano cominciare a pensare come andare oltre questa fase. Noi non possiamo essere tutti i giorni dentro a questa vicenda. Abbiamo un sacco di problemi, siamo davanti a fabbriche che chiudono. Non possiamo parlare sempre di Berlusconi e delle sue beghe coi magistrati. E questa è una responsabilità che lui porta: mettere sempre al centro se stesso e le sue questioni”. Bersani ha ricordato che “c'è un appuntamento elettorale. Non chiedo che il governo venga mandato a casa, ma chiedo che i cittadini mandino una letterina al governo per dire basta, cerchiamo di occuparci dei problemi nostri”.

La presidente dei senatori PD, Anna Finocchiaro, ha dichiarato: “È insultante per gli italiani il delirio di parole di Silvio Berlusconi. Si tratta di affermazioni irresponsabili pronunciate contro la magistratura e contro l’opposizione, che servono solo a nascondere le tristi verità che circondano il premier e la sua maggioranza e l’incapacità del governo di guidare il Paese. Domani i giornali saranno pieni dei suoi deliri, ma purtroppo l’Italia rimarrà con tutti i problemi irrisolti e con un Parlamento costretto a discutere di misure che servono solo a tutelare gli interessi del premier. Altro che magistrati talebani. Se Berlusconi vuole giustizia, se vuole l’assoluzione, si faccia processare. È l’unica strada. Per parte nostra continueremo a mantenere un atteggiamento responsabile a difesa delle istituzioni, per evitare che la campagna elettorale si trasformi in una corrida. Dopo aver appreso la gravità delle dichiarazioni rese dal Presidente Berlusconi sui giudici italiani, chiederò alla conferenza dei capigruppo del Senato di martedì prossimo, a nome del Pd, che il premier venga nell’aula di Palazzo Madama a rispondere in merito alle motivazioni per le quali ha ritenuto di dover usare tali parole nei confronti della magistratura”.

Anche Andrea Orlando, responsabile del forum Giustizia del PD: “Il presidente del partito dell’amore non dovrebbe minacciare riforme contro qualcuno, ma lavorare a progetti che siano per tutti. Né dovrebbe compiere gesti di cattivo gusto, come quello di etichettare i magistrati come ‘talebani’ nel giorno dell’uccisione di un nostro connazionale in Afghanistan. In ogni caso, prendiamo in parola il presidente del Consiglio, che afferma di volere una ‘assoluzione piena’. Per coerenza, adesso rinunci al legittimo impedimento e al processo breve e si renda disponibile, non allungando i tempi in cerca di prescrizione. Si faccia processare, saranno i magistrati a trovare il modo di non creare ostacoli alla sua attività di governo”

Iv.Gia

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