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DI GIROLAMO: PD SENATO, GIUNTA VADA AVANTI CON PROCEDIMENTO DI ARRESTO. LA DECADENZA DEL SENATORE SPETTA ALL’ ASSEMBLEA

CON UNA LETTERA IL PD PRECISA LA SUA POSIZIONE SUL CASO DI GIROLAMO

Lettera del capogruppo del Pd in Giunta per le elezioni e le immunita' parlamentari, Francesco Sanna, al Presidente della Giunta, Marco Follini

Caro Presidente,
l’odierna convocazione delle ore 12 dell’Ufficio di Presidenza della Giunta mi coglie stamattina in Sardegna, e nella impossibilità di rapido rientro nella Capitale.
Mi consentirai allora di affidare a questa nota la posizione dei senatori PD sulle decisioni da assumere a seguito della lettera che il Presidente del Senato Ti ha ieri inviato, chiedendoTi di promuovere l’iniziativa di riaprire, sulla base di fatti nuovi che emergerebbero dai documenti di indagine trasmessi dal Tribunale di Roma a corredo della richiesta di autorizzazione all’arresto del Senatore Nicola Di Girolamo, il procedimento sulla sua elezione contestata, del quale la Giunta aveva rassegnato le conclusioni all’Assemblea del Senato. Il voto dell’aula aveva respinto quelle conclusioni, in adesione ad un ordine del giorno presentato dal senatore De Gregorio, sostenuto nel dibattito da numerosi e autorevoli interventi di senatori del Popolo delle Libertà.
In una sua successiva dichiarazione il Presidente Schifani pone al Senato l’obiettivo di effettuare questa “rilettura” del procedimento elettorale entro la seduta di aula già fissata per il prossimo martedì pomeriggio.
Voglio rammentare che i senatori democratici in Giunta avevano proposto un calendario per l’esame della richiesta di autorizzazione all’arresto molto stretto, che tra ieri ed oggi avrebbe visto conclusa la fase di audizione del senatore Di Girolamo e presumibilmente definita la proposta di decisione per la prima seduta utile del Senato la prossima settimana.
Riteniamo ancora che la decisione sul procedimento autorizzativo debba comunque essere celere, e costituire l’occupazione prioritaria della Giunta nelle prossime ore. Il possibile revirement sul procedimento che porterebbe alla decadenza del senatore Di Girolamo, che il Presidente del Senato suggerisce di realizzare in tempi egualmente stretti, è in realtà una responsabilità dell’Assemblea, più che della Giunta. Se così non fosse, saremmo esposti ad un gravissimo rischio di dilazionare i tempi delle decisioni del Parlamento.
Difatti, se decidessimo di contestare al senatore Di Girolamo eventuali fatti nuovi, si dovrebbe riattivare prioritariamente il procedimento elettorale in Giunta, con udienza pubblica e relativi termini dilatori (non meno di 10 giorni dalla delibera della Giunta). Se non lo si facesse, la successiva decisione dell’Assemblea del Senato sarebbe esposta all’ annullamento da parte della Corte costituzionale per violazione del diritto di difesa del parlamentare.
Come è noto, a noi bastavano e bastano fatti e ragioni scrupolosamente esaminati e riscontrati dalla Giunta oltre un anno fa per ritenere che il senatore Nicola Di Girolamo sieda illegittimamente in Senato. Rimaniamo di quella opinione. Non occorrono fatti nuovi, la cui valutazione avrebbe il solo effetto di ritarderebbe l’esame da parte della Giunta della richiesta di autorizzazione all’arresto.
Ritengo che rimuovere l’ordine del giorno che ha sospeso la decisione sulla eleggibilità del senatore Di Girolamo sino al formarsi del giudicato penale è anzitutto compito dei ventitre senatori che lo hanno proposto.
Lo facciano se ne sono persuasi, dunque, e chiedano la revoca motivata di quel documento. Il Presidente del Senato proponga il tema all’Assemblea, che votando la revoca della sospensiva rimuoverà ogni ostacolo all’accoglimento di quanto la Giunta aveva saggiamente proposto nella sua relazione sin dall’ottobre 2008.
Difatti, poiché la discussione generale in Assemblea già si concluse nella seduta del 29 gennaio 2009, non sono possibili altri o nuovi ordini del giorno, ma soltanto la dichiarazione del Presidente del Senato secondo cui l’esame del Documento III, n. 2 si conclude con l’adesione alle conclusioni della Giunta, senza procedere ad alcun voto.
Se i ventitre colleghi non fossero persuasi di chiedere unanimemente la revoca del loro ordine del giorno, l’iniziativa potrebbe vedere un differente sviluppo. La sospensione del procedimento di contestazione elettorale (questa è la sostanza dell’ordine del documento) a nostro avviso impropriamente reso ammissibile al voto dell’aula il 29 gennaio 2009, era ed è in palese contrasto con l’articolo 66 della Costituzione. Non avrei alcuna remora a chiedere al Presidente Schifani, insieme agli altri capigruppo della Giunta ed disponibile alla sottoscrizione di altri senatori, di sottoporre all’Aula la necessità prima ancora dell’opportunità di annullare, in una sorta di autotutela parlamentare, l’ordine del giorno De Gregorio. Atteso che il tema è la piena reintegrazione dei poteri del Senato in materia di elezioni contestate, ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione, ad introdurlo potrebbe essere una mozione strutturata secondo lo schema utilizzato per chiedere al Presidente del Senato a sollevare conflitto di attribuzioni (vedi, da ultimo, la mozione Quagliarello sul caso Englaro).
Nel frattempo queste condizioni eventualmente si realizzino, caro Presidente, ritengo sia molto importante riaggiornare i tempi di lavoro della Giunta nel procedimento di autorizzazione all’arresto, anticipando l’audizione del senatore Di Girolamo a domani o a domenica, richiedendogli di rimanere nel territorio dello Stato e preferibilmente a Roma per le esigenze del nostro procedimento.

Gradisci i sensi della massima stima.

Francesco Sanna

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