Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Esimia Cav. Presidente Laino

Esimia Cav. Presidente Laino,

la ringrazio del suo intervento a proposito dell’editoriale a firma nostra cui lei fa riferimento. Comprendo la sua irritazione perché parte dal presupposto incontrovertibile che il suo Comites funzioni bene (cosa che apparirebbe meravigliosa ma stando alle lettere di cui sono letteralmente subissato, non sembrerebbe proprio), ma la realtà dei fatti è altrove da dove lei stessa si posiziona.

Neanche l’apice demagogico cui semplicisticamente (qui sì che si può parlare con cognizione di causa di semplificazioni) si ricorre spesso nel predicare la mancata conoscenza della “storia” dell’emigrazione, delle complesse realtà ecc., servono più a supportare teorie sorpassate dai fatti.

I fallimenti in atto, la mancata organizzazione dei Comites, l’incompetenza e l’inconcludenza dei suoi componenti di spicco sono sotto gli occhi di tutti ed a nulla può valere il lamentarsi pedissequo e ridicolo di quanti cercano di convincerci del contrario.

Conosciamo la storia degli italiani all’estero e, come se questo bastasse e fosse esaustivo secondo il suo monito (non basta affatto conoscere la storia), cerca di espellerci dal campo senza aver commesso falli. Non è così che funziona né la politica né la storia degli italiani all’estero. Conosciamo ormai cosa mangiava la mummia del faraone Tutankamon, abbiamo codificato le sue malattie e saputo di cosa sia morto.

In qualità di Presidente, non lo prenda come un consiglio per carità, sarebbe auspicabile però che lei desse un afflato di responsabilità consapevole ed importante ed evitare di ricorrere ad argomentazioni infantili e prive di ogni costrutto.

La storia degli italiani all’estero è costellata di fattacci, (lei legge i giornali? Quelli di ieri e di ieri l’altro per esempio?) che stanno portando tutta la nave alla deriva. E lì la porterà!

Di partiti, cara signora, ce ne sono veramente tanti. Non ci piove. Ed allora? Vogliamo rassegnarci alla loro inerzia?
Se lo lasci dire, questa volta come constatazione, lei è troppo lontana da Roma per afferrare cosa significa fare politica nei palazzi.
Questa distanza con la realtà porterà al fallimento sicuro qualsiasi riforma, sia pure la migliore possibile, dei Comites e via discorrendo.

Non si rende conto che una noce nel sacco non fa rumore e che con la prospettata riforma costituzionale il Senato diverrà federale e lì (se si voterà ancora all’estero) saranno eletti 12 senatori per la Circoscrizione Estero. Alla Camera saranno eletti invece solo 6 deputati (dico sei) perché quello, ecco perché, sarà il ramo del parlamento che conterà veramente. Crede che sia una bella prospettiva? O piuttosto mi sarei aspettato da lei, addirittura un Presidente, una critica più costruttiva e sostanziosa piuttosto che il decalogo sui Comites detto e ridetto come una minestrina rancida perché riscaldata troppe volte?

In qualità di Presidente, oltre agli epiteti scartabellati dalla “correttezza” dell’eloquio, avrebbe fatto bene a contrapporre argomentazioni valide e condivisibili. Lei, le ricordo, ha delle responsabilità e non solo per la coccarda che le hanno appuntato al petto, ma per il dovere morale che dovrebbe avere nei riguardi della gente che è chiamata a partecipare alle riunioni da lei presiedute.

Nostro malgrado, però, nonostante la nostra proverbiale correttezza, siamo costretti a redarguirla intimandole di non farci dire (perlomeno) cose che non solo non abbiamo detto, ma che non pensiamo.

Avvisare gli italiani all’estero che occorre un partito che li rappresenti è, anzi, un esempio di una grande onestà intellettuale e politica che lei tenta invano di mascherare ammantandola di indignazione. Legga il programma del P.I.E e poi lo discuta se vuole e lo critichi sino allo spasimo (https://archivio.politicamentecorretto.com/index.php?news=11055) ma non si abbandoni alle depressioni intellettuali che indurranno tutto il suo Comites ed i rimanenti altri nella rassegnazione.

Scenda dal piedistallo dal quale sembra pretendere di impartire lezioni e di dismettere la toga per difendere l’indifendibile. Ma è al corrente di cosa sta veramente succedendo nel mondo degli italiani all’estero? Perché sembra proprio lei sia digiuna di informazioni.

Ciò che di concreto lei disperatamente cercava dall’articolo è nel programma del P.I.E e se prima di scrivere avesse studiato un po’ gli uomini e le loro reputazioni nazionali ed internazionali, avrebbe tenuto a briglia stretta la penna e forse, perché no, si sarebbe iscritta al partito che propone una grande sterzata democratica ed efficiente nel mondo di cui ci occupiamo noi e lei.

Per quanto riguarda l’allegoria ed il riferimento ad un “malaccio” accostando i Comites ed il C.G.I.E al tumore, la scelta è stata artata, voluta; a livello di comunicazione ineccepibile oltre che azzeccata.

Quando mai, senno, lei si sarebbe scomodata, addirittura il Presidente in persona del Comites di Buenos Aires, a scriverci?

Distinti saluti
Avv. Salvatore Viglia

Exit mobile version