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Riciclaggio per la ‘ndrangheta: arresto per Scaglia, ex ad di Fastweb, e il senatore del Pdl Di Girolamo

Un maxi riciclaggio di denaro sporco, per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro, è stato scoperto dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza: 56 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Roma, su richiesta della procura distrettuale antimafia. I dettagli dell'operazione Phunchard-Broker sono stati resi noti dal procuratore della direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo, nel corso di una conferenza stampa insieme al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Una rete che ha coinvolto anche Silvio Scaglia, ex amministratore delegato di Fastweb, e Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl eletto nella circoscrizione estera Europa: anche per lui è stato richiesto l'arresto. Silvio Scaglia si trova al momento all'estero per lavoro. L'imprenditore ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda. Scaglia, ricercato per riciclaggio, riafferma comunque – in una nota – la sua estraneità a qualunque reato e alti funzionari e amministratori di Sparkle indicata come consociata di Telecom, tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare. In pratica ai 'colletti bianchi' si contesta di non avere adottato le necessarie cautele per evitare che le società fittizie lucrassero crediti d'imposta per operazioni inesistenti relativi all'acquisto di servizi telefonici per grossi importi. Il giro di soldi è di circa 2 miliardi di euro. L'Iva lucrata veniva incassata su conti esteri e poi i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili. L'accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un articolato sistema di frodi fiscali. Alcuni indagati sono stati arrestati negli Usa, in Inghilterra e in Lussemburgo.”La consapevolezza della dirigenza di Fastweb Spa di far parte di un meccanismo fraudolento è emersa dalla copiosa documentazione sequestrata”. Questo un passaggio illustrativo dell'operazione 'Broker' diffuso durante una conferenza stampa a Piazzale Clodio, alla presenza del procuratore antimafia Piero Grasso. Ci sono le relazioni dell'audit interno di Fastweb dalle quali “si rileva come fosse nota all'interno della società la circolarità dei flussi finanziari, formalmente giustificata da contratti di finanziamento, e peraltro realizzata nella sostanza grazie anche ad un anticipo concesso dalla stessa Fastweb alle società legate al sodalizio criminale e sue clienti”.In particolare il riciclaggio ha provocato un danno allo Stato italiano di oltre 365 milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell'iva attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di un miliardo e 800 milioni di euro da parte di “primarie società di telecomunicazioni”. Le operazioni commerciali fittizie hanno riguardato la commercializzazione di schede prepagate che, tramite un codice, avrebbero dovuto consentire l'accesso a un sito internet di contenuti tutelati dal diritto di autore e in realtà inesistenti. La secondo operazione fittizia riguardava la commercializzazioni di servizi (del tipo 'contenuti per adulti'), da realizzare attraverso traffico telematico rivelatosi, anche in questo caso, inesistente.E' stato chiesto l'arresto anche per senatore Di Girolamo del Pdl. La 'Ndrangheta, tramite emissari calabresi mandati in Germania, soprattutto a Stoccarda, avrebbe messo le mani sulle schede bianche per l'elezione dei candidati al Senato votati dagli italiani residenti all'estero e le avrebbero riempite con il nome di Nicola Di Girolamo. 'Sponsor' di questa operazione di supporto nell'elezione del parlamentare, sarebbe stato l'imprenditore romano Mokbell, coinvolto anche lui dell'operazione 'Phunchard-Broker'. Mokbell, in passato, aveva fondato il movimento Alleanza Federalista del Lazio e poi un partito federalista.C'é anche un maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola in servizio presso il comando di tutela della finanza pubblica, tra i destinatari dei mandati di arresto nell'ambito dell'indagine 'Broker' della Dda di Roma. Berriola avrebbe contattato l'imprenditore campano Vito Tommasino, titolare della 'Axe techonology' (attiva a Roma nel settore degli impianti) per agevolare il rientro dall'estero di un milione e mezzo di euro dell'organizzazione criminale transnazionale sgominata oggi. In pratica le società di Tommasino avrebbero dovuto emettere false fatture per far rientrare i capitali 'sporchi'. L'imprenditore e il finanziere avrebbero dovuto guadagnare un compenso pari al 2,5% del capitale recuperato.L'organizzazione criminale transnazionale individuata dal Ros e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf riciclava centinaia di milioni di euro tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero. Enorme il giro d'affari complessivo, se si pensa che i capitali illeciti provenivano da una serie di operazioni commerciali fittizie di compra-vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Per realizzare la maxi-operazione di riciclaggio gli arrestati si sono avvalsi di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, tutte controllate dall'organizzazione stessa.

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