di Sandro Trento
Abbiamo scoperto che dopo 18 anni siamo di nuovo dentro una grande Tangentopoli. Abbiamo scoperto fenomeni di corruzione diffusa in molti settori, un fondo gelatinoso di personaggi avidi e senza scrupoli pronti alla corruzione, e abbiamo scoperto un grande giro di appalti inquinati da tangenti. Siamo di nuovo in un Paese in mano ai corruttori e ai corrotti.
Transparency International, un istituzione internazionale che fa periodicamente delle classifiche dei Paesi in base alla percezione che hanno gli investitori sulla corruzione, colloca tra i Paesi meno corrotti la Danimarca, la Svezia, la Germania e la Francia. L'Italia è al 63° posto, dietro la Turchia, Taiwan e l'Uruguay .
La corruzione è un fatto molto grave per ragioni etiche, ovviamente, e per ragioni politiche, perché molti politici si arricchiscono tramite la corruzione, finanziano la propria campagna con i proventi delle bustarelle e ostacolano il ricambio generazionale della classe dirigente. E' difficile diventare dirigenti politici se sono presenti personaggi che hanno a disposizione molte risorse di provenienza criminale. Oltre alle ragioni etiche e politiche ci sono le ragioni economiche per le quali la corruzione è un fenomeno molto grave.
La corruzione falsifica le regole del mercato, non è più il più efficiente e colui che ha più merito a vincere gli appalti e le commesse pubbliche, ma quelle imprese e quelle società che pagano le tangenti e corrompono i politici. Questo si applica a tanti settori, come i posti di lavoro nei concorsi pubblici, l'assegnazione delle case popolari, le licenze commerciali e altro ancora. Chi corrompe rischia di passare davanti a chi ha diritto e merito, creando una rottura delle regole di mercato e della meritocrazia.
C'è un problema relativo allo spreco delle risorse pubbliche. Il costo della tangente viene spesso trasferito sui conti pubblici: gli appalti costeranno di più per incorporare anche i costi della tangente. La qualità degli edifici, delle strade e degli aeroporti che vengono costruiti a seguito di tangenti è spesso più scadente rispetto a infrastrutture che non sono state macchiate dalla corruzione. C'è un rischio che le imprese migliori, escluse sistematicamente dalle commesse pubbliche, rischiano di fallire.
La percezione di una corruzione diffusa scoraggia gli investitori stranieri. Le imprese straniere, che devono decidere in quale Paese investire per aprire nuovi impianti per dare nuovi posti di lavoro, si terranno alla larga da un Paese come l'Italia che viene generalmente come un Paese corrotto, dove gli amministratori locali e nazionali chiedono delle tangenti per dare le licenze per aprire gli stabilimenti.
La questione morale è una questione centrale in questo momento, per ragioni politiche e di sviluppo economico. E' importante porre come discrimine, nella campagna elettorale di queste settimane, il discrimine dell'onestà. E' indispensabile che si faccia una lotta senza timore a quei partiti e a quelle organizzazioni che candidano personaggi corrotti.
Va ricordato che molte delle politiche messe in atto dal governo Berlusconi non fanno altro che incoraggiare comportamenti non onesti, come lo scudo fiscale che ha consentito ,con il pagamento di una piccola somma, di riportare in Italia soldi, anche portati all'estero illecitamente. In questa maniera il messaggio che viene mandato ai corrotti e corruttori è che non bisogna preoccuparsi, perché ogni tanto ci sarà il provvedimento di un governo che perdonerà tutto.
Quello che noi riteniamo è che parlare oggi di lotta alla corruzione non è soltanto una questione da “moralisti”, ma è una questione rilevante per ragioni di sviluppo economico e di correttezza politica.