"QUALCUNO MI HA TRADITO, MA NON LASCERO’"

Bertolaso, buone azioni da punire

Da La Nazione, a firma di Franco Cangini – “Buone azioni da punire”

Nessuna buona azione resterà impunita, frase citata spesso come motto di spirito. La tegola giudiziaria che si è abbattuta sulla testa di Bertolaso ne smonta l’assurdità apparente, presentandola in tutt’altra luce. Il capo della Protezione civile ne aveva combinate troppe, di buone azioni perché potesse farla franca. I suoi interventi nelle situazioni di emergenza – dall’immondizia napoletana al terremoto aquilano – hanno portato alla luce un segreto della Repubblica: non è poi inevitabile arrendersi a un destino avverso che ci vorrebbe incapaci di venire a capo dei problemi in tempi ragionevoli e con risultati accettabili. Bertolaso non è una sorta di santo che fa miracoli. E’ un pubblico funzionario, provvisto di un alto senso di responsabilità e non di comuni capacità organizzative. Uno che i problemi li risolve, non li lascia affondare nelle sabbie mobili di una burocrazia pelandrona. Ma se un Bertolaso ce la può fare, significa che altri non sono all’altezza. Il suo attivismo costituisce un’imperdonabile mancanza di tatto nei confronti dei pelandroni, che sono tanti e ben trincerati. S’è guadagnato la tegola giudiziaria che da un pezzo gli pendeva sul capo, e infine lo ha colpito. Riesce molto difficile dar credito all’abbinamento Bertolaso-corruzione. Difficile quanto prender sul serio Ciancimino figlio, quando rende testimonianza della matrice mafiosa del processo democratico che ha portato ai governi Berlusconi. O quando inchinarsi alle ragioni del modo di amministrare la giustizia che mette un Bertolaso alla gogna e un Ciancimino in cattedra. Salvo concludere dopo quindici o vent’anni, com’è stato per l’ex ministro Mannino, che il fatto non sussiste e giustizia è fatta. Il lungo, caloroso applauso che ha accompagnato ieri nel Consiglio dei ministri, l’annuncio della decisione di respingere le dimissioni del capo della Protezione civile ha un doppio significato: di stima per Bertolaso, certo, ma implicitamente anche di contestazione di un certo modo di fare giustizia. Governo e procure sono in rotta di collisione. Si deve sperare sia ancora possibile scongiurare in extremis un impatto disastroso che certificherebbe la crisi dello stato, dopo centocinquant’anni di storia unitaria.

“Se l’indagine risultasse una montatura”

Le principale testate italiane, con editoriali in prima pagina, fondi e commenti, difendono l'uomo Bertolaso e il suo operato. “Diteci che non è vero” è il titolo dell’editoriale de La Stampa, che in un’eventuale, molto eventuale colpevolezza di Bertolaso vede la fine delle speranze per il paese. Se l’indagine risultasse una “montatura”, nota però il quotidiano torinese”vuol dire che ha ragione chi parla da anni di uso politico della giustizia”. Bertolaso non e' un insulto' e' il titolo del commento de Il Sole 24 Ore, che paragona Bertolaso ''per quella sua maglietta blu'' al ''centravanti della nazionale'' e si augura che ''l'italico istinto piazzaloretista'' lasci ''lavorare in fretta la magistratura'' per chiarire la vicenda. Su Il Giornale Feltri sottolinea che ''di per se' un avviso di garanzia non significa nulla'' e che per ora e' il caso di ''resistere alla tentazione di un commento passionale''. Anche perche', volendo ''credere nello Stato'', si augura che ''non si tratti di una iniziativa avventata''. Anche Feltri rileva che quando si agisce nella velocita' e si saltano le procedure ''si apre lo spiraglio ad abusi''. Che la Protezione Civile sia ''una ottima macchina'' ma non ''la bacchetta magica'' e' il punto di vista espresso anche dall'Avvenire. Per il quotidiano dei vescovi ''a molti ha fatto comodo lo stato di emergenza, invece dell'ordinaria amministrazione''. E cosi' ''la bacchetta magica'', che per ''tanti Bertolaso è'', ha iniziato ''a essere strausata, sfruttata, anche a sproposito''. Maurizio Gasparri ha trovato ''singolare'' la tempistica che ha portato l’avviso di garanzia. Ospite di Maurizio Belpietro nel programma ''la telefonata'', Gasparri ha detto che Bertolaso e' conosciuto ''per l'efficienza dei suoi interventi''. E ha citato il caso dell'Abruzzo dove ''senza mettere tasse, le case, case vere, sono state consegnate alla popolazione. Ed anche in tutte le altre vicende in cui Bertolaso e' intervenuto ci sono stati sempre risultati efficienti''. Gasparri ha poi osservato che Bertolaso si e' messo a disposizione della magistratura, alla quale ha fornito ogni documentazione. ''Ora, pero', credo che si debba fare un accertamento rapido, che sia compatibile – ha concluso l'esponente PdL – anche con le necessita' della nostra Protezione civile, che non puo' rimanere sulla graticola a lungo. Si farebbe un danno alla sicurezza del Paese''.

Balducci: Il Fatto omette la nomina fatta da Di Pietro

Nel ricostruire stile di vita e carriera di Angelo Balducci, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici arrestato ieri nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per il G8 della Maddalena, Il Fatto quotidiano sembra non tralasciare proprio nulla su quello che definisce il “gran visir” dei lavori pubblici. Dalle macchine di famiglia alle ristrutturazioni delle sue abitazioni, fino ai cellulari. Il quotidiano di Padellaro e Travaglio cita la “svolta” del 2000, quando Balducci collaboro' con Bertolaso per il Giubileo, ricorda che fu nominato capo del Dipartimento del turismo dall'allora vicepresidente del Consiglio Rutelli, e scrive che nel 2008, caduto il governo Prodi, “resta in sella” aggrappato al “carro di superBertolaso”. Anche se Balducci in realta' fu rimosso da capo della struttura di missione nei lavori preparatori per il G8 con ordinanza del presidente del Consiglio Berlusconi, appena insediatosi a Palazzo Chigi a giugno del 2008. Un altro piccolo particolare sembra inoltre sfuggito a Il Fatto quotidiano: Balducci infatti sale ai vertici dei lavori pubblici grazie ad Antonio Di Pietro. Il Consiglio dei Ministri n. 13 del 31 agosto 2006, infatti, proprio su proposta dell'allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, come recita il comunicato ufficiale, nomina il dirigente di 1ma fascia ing. Angelo Balducci a Capo del Dipartimento per le infrastrutture statali, l'edilizia e la regolazione dei lavori pubblici.

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