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L’on. Narducci all’Accademia di Romania di Roma per parlare dell’area danubiana

Ieri, 11 febbraio 2010, l’on. Franco Narducci, Vice Presidente Commissione affari esteri, ha partecipato al Convegno “BUN VENI – BENVENUTO. Viaggio nella Romania occidentale e lungo il corso del Danubio, tra storia, natura e cultura dell’accoglienza” tenutosi, a Roma, presso l’Accademia di Romania alla presenza dell’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Razvan Rusu.
L’on. Narducci, dopo i saluti ufficiali, ha tenuto una relazione dal titolo “La promozione turistico-culturale dell’area danubiana” che riportiamo integralmente di seguito.

“Il Danubio, con il suo corso di 3000 km che si snoda attraverso dieci paesi europei, è stato al centro dell’attenzione dei lavori del Consiglio Europeo del 18-19 giugno 2009 che ha invitato la Commissione a elaborare, entro il 2011, una strategia dell'UE per la regione danubiana, una regione tra le aree più importanti nell’intera Europa.
Un strategia che può contare su precedenti storici di cooperazione sperimentati nella regione. Ricordo a tal proposito la Commissione europea del Danubio, fondata il 30 marzo 1856, con sede originaria a Galati (Romania), mentre ora si trova a Budapest. Tale organismo lo si può considerare tra le prime istituzioni di portata europea in assoluto.
L’Unione europea è intenzionata ad avviare un progetto serio in tal senso e per questo ha lanciato una consultazione pubblica il 2 febbraio scorso cercando di coinvolgere tutti gli interessati, dagli Stati alle organizzazioni non governative fino agli attori socioeconomici. Tale consultazione, che invito a considerare, servirà a consolidare ed integrare i programmi già esistenti in loco ma rinnovandoli sotto la prospettiva di una vera e propria strategia europea ad hoc e non sarebbe male in tal senso ricollegarsi alla Strategia europea per il Baltico.
Certamente nel quadro di questa Strategia sarà fondamentale la capacità di individuare le caratteristiche turistiche danubiane con un approccio coerente e nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile che sappia valorizzare i collegamenti ed il
rispetto delle aree naturali protette. Si tratta di attivare percorsi di turismo sostenibile e scambi culturali e scientifici orientati anche ad implementare una strategia di sviluppo locale. Il turismo in una logica di tutela ambientale può e deve portare nuove e diffuse possibilità di occupazione per i giovani, trattenendo la popolazione residente, sia nelle zone a vocazione turistica consolidata ma necessitanti di adeguamenti a standard internazionali che in aree più deboli dove possono proporsi nuove possibilità di lavoro con la definizione e la realizzazione di aree protette. Il turismo come valvola di sviluppo socio-economico è strettamente legato alla qualità dell’ambiente e secondo tutte le previsioni mondiali rappresenta l’industria globale numero uno nel terzo millennio.
Sono infatti convinto che il turismo contribuisce in maniera essenziale alla crescita, all’occupazione e alle nuove tecnologie di comunicazione e di informazione e come tale è uno dei settori con maggiore potenzialità di sviluppo se si affrontano in maniera opportuna le questioni relative alla formazione e alle competenze professionali degli operatori, settori in cui l’Italia potrebbe avviare una ottima collaborazione con la Romania grazie alla grande tradizione turistica del nostro Paese. Bisogna assicurare una qualità dei servizi adeguata alle nuove tendenze ed alle esigenze della domanda. In questo l’Ue può venire incontro con una efficace regolamentazione dei servizi turistici.
In questo quadro il Parlamento europeo sin dalla precedente legislatura si è interessato alla regione danubiana, sostenendo la necessità dell’elaborazione di una apposita strategia dell'UE ed inviando, nel 2008, una delegazione della commissione TRAN nella regione del Danubio per valorizzare il bacino del Danubio ed arrivando, in seguito, anche ad istituire l’intergruppo Danubio del Parlamento europeo.
Un interesse che mostra anche il Parlamento italiano e ne è prova la presenza qui dell’on. Guido Melis, presidente del gruppo di amicizia parlamentare Italia-Romania, e della Commissione esteri che rappresento di persona.
Dal 1° gennaio 2007, con l’ingresso della Romania nell'Unione europea, si è registrato un netto miglioramento nella situazione economica del Paese, e conseguentemente, vi è stata un'ondata di investimenti esteri, rallentati poi dalla crisi finanziaria che ha colpito, ahinoi, tanti Paesi incluso il nostro, investimenti che fanno registrare una florida presenza italiana, inoltre con l’ingresso di Bucarest nell'Unione europea vi è stato un grande incremento della presenza di cittadini rumeni nel nostro paese, tanto che essi rappresentano oggi la prima comunità. E nonostante alcune incomprensioni del passato si respira un clima di leale collaborazione che sicuramente porterà ottimi frutti per lo sviluppo dei due Paesi. Nella Romania occidentale e nella Regione del Danubio ci sono migliaia di imprese industriali italiane, aperte nella zona di Timisoara a partire dagli anni Novanta e molto attive anche un questo periodo di crisi economica- finanziaria mondiale. Inoltre L’ENEL ha acquisito qualche anno fa la rete di distribuzione elettrica dell’intera regione Banato della Romania occidentale. Quindi l’Italia è fortemente interessata ad implementare percorsi di sviluppo dell’area danubiana che avrebbero ricadute anche sulle imprese italiane.
Non dimentichiamo, inoltre, l’Iniziativa Centro Europea (INCE) , con sede a Trieste, promossa venti anni fa dall’Italia e a cui aderiscono i paesi dell’area danubiana, tra cui naturalmente la Romania, può essere un importante punto di incontro per discutere e definire le strategie di sviluppo di quell’area in rapporto al Sud dell’Europa, per quanto riguarda in particolare settori come il trasporto multimodale e lo sviluppo dell’ imprenditoria e del turismo.
Un turismo che non può prescindere dalla sensibilità dei cittadini, dalla cultura dell’accoglienza che contraddistingue i nostri due Paesi, infatti il primo impegno di promozione culturale riguarda i cittadini residenti che debbono acquisire una maggiore consapevolezza della ricchezza dei propri patrimoni storici, artistici e ambientali dei loro territori. La dimensione locale è fondamentale nella elaborazione di adeguate politiche culturali in maniera che coinvolgendo i cittadini siano essi stessi strumento di promozione del territorio e del loro ambiente di vita rendere partecipi i cittadini del mondo del quel patrimonio di tratti distintivi materiali e spirituali, intellettuali e affettivi che caratterizzano una società. In questo modo essi manifestano, in accordo con la “Convenzione sulla protezione e la promozione delle espressioni culturali” adottata dall’UNESCO durante la 33° Conferenza generale dell’ottobre 2005, la ricchezza di una storia che è pur nella sua specificità e differenza è patrimonio dell’umanità e che va custodita e conservata arricchendo la dimensione spirituale di ciascuno. Ma promuovere il patrimonio culturale in particolare in Europa significa anche costruire quell’interazione turismo/cultura che tende a divenire una componente della cittadinanza europea che si realizza nella maturazione di una coscienza europea che non è ricerca indistinta di uniformizzazione delle identità ma consapevolezza e comprensione del valore e dell’alterità, della differenza dei patrimoni culturali che sono risorsa per unire. Tanto più siamo tutti responsabili, sul piano politico e istituzionale, della costruzione del progetto Europa e della necessità di rilanciare il processo d’integrazione”.

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