di Leoluca Orlando
Le dichiarazioni rese, in un processo in corso sui rapporti e trattative mafia-istituzioni, da Massimo Ciancimino sono al centro di polemiche che rischiano di creare grande confusione.
Tre diversi aspetti vanno sottolineati e separatamente analizzati:
1. Il figlio di Vito Ciancimino, esponente politico condannato per mafia e personaggio certamente protagonista e conoscitore di fatti e misfatti della mafia, cita fatti, presenta atti ed esprime valutazioni che spetta alla Magistratura accertare, sanzionando ogni eventuale ipotesi di reato. L’importanza di tale accertamento è straordinaria perché riferita a terribili stragi e alle relazioni concrete fra politica e mafia, e alla trattativa Stato-Mafia sulle quali è non tollerabile il tentativo di porre ostacoli all’accertamento di ogni responsabilità, a qualsiasi livello istituzionale.
2. Esponenti di Forza Italia sono stati imputati in processi per mafia; taluni già condannati; il sen. Marcello Dell’Utri, considerato il Cofondatore del Partito, in particolare, è stato già condannato per reati di mafia con sentenza ancora non definitiva.
Anche in questo caso occorre attendere – senza frapporre ostacoli – che i processi abbiano la loro conclusione.
3. Il terzo aspetto è riferito a valutazioni politiche.
Dato incontrovertibile è che sin dal suo nascere Forza Italia si è presentata come un partito in polemica con l’operato della magistratura, alla quale non sono mai state risparmiate attacchi e insulti; come il partito dei condoni, delle sanatorie, delle leggi di impunità.
Un soggetto politico siffatto, a prescindere da responsabilità penali, è certamente ed esattamente quello che piace e serve a quanti violano le leggi e provano “fastidio” per legalità e giustizia.
E la mafia certamente prova “fastidio” assai forte per legalità e giustizia.
La mafia, ieri come oggi, non ha bisogno di politici che facciano i pali o che commettano omicidi: i pali ed i killer la mafia sa dove trovarli, li trova, di regola, fuori dalla politica.
La mafia, ieri come oggi, ha bisogno di presenza nelle istituzioni che aggrediscono e ostacolano il lavoro della magistratura e compromettono i principi di responsabilità e legalità.
Sotto questo aspetto Massimo Ciancimimo conferma quanto già a tutti è noto.